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L'arcivescovo di Lepoli, monsignor Mieczyslaw Mokrzycki L'arcivescovo di Lepoli, monsignor Mieczyslaw Mokrzycki

L’arcivescovo di Leopoli: grati per il sostegno di tutti, siamo stanchi di questa guerra

Monsignor Mokrzycki esprime la sua gratitudine a quanti, anche con la preghiera, offrono il loro contributo per la pace e la solidarietà in questi mesi di conflitto: “I cattolici ucraini si sentono sostenuti da tutta la Chiesa cattolica. Siamo molto grati al Papa che, fin dall’inizio, è stato sempre più vicino a noi”

Xavier Sartre – Leopoli

Una porzione “piccola” di Chiesa che tuttavia offre un grande contributo alla pace in queste ore tragiche per l’Ucraina. È la Chiesa latina, presente soprattutto nell’ovest del Paese, oggi minoritaria con un numero che va dai 700 mila al milione di fedeli. Numerosi si trovano nell'arcidiocesi di Leopoli, a capo della quale dal 2007 c’è l’arcivescovo latino Mieczyslaw Mokrzycki, polacco, oggi come tutti impegnato a condividere le prove del popolo ucraino dall’inizio dell'invasione russa del 24 febbraio 2022. Monsignor Mokrzycki riceve Vatican News nella residenza acquistata dal suo predecessore, il cardinale Marian Jaworski, al momento della ricostituzione dell’arcidiocesi, dopo i trent’anni in cui era scomparsa a causa del regime sovietico.

Monsignor Mokrzycki, la Chiesa latina è una minoranza in Ucraina. Come può contribuire alla pace? 

Dall’inizio della guerra, abbiamo invitato i nostri fedeli soprattutto a pregare - come ha chiesto la Madonna di Fatima - per la pace, per la conversione della Russia e dell’Ucraina. Abbiamo anche invitato le persone a venire più spesso in chiesa, a digiunare e a chiedere misericordia al Signore, perché ne abbiamo tanto bisogno. Da tempo aspettiamo questa pace in modo speciale, e abbiamo esortato anche i nostri sacerdoti, le nostre suore e i nostri fedeli ad essere vicini a coloro che sono nel bisogno, che hanno perso i figli, i mariti, i padri oppure la casa ritrovandosi per strada. Abbiamo accolto anche tanti rifugiati nei nostri centri pastorali e abbiamo fiducia e speranza che Dio compia questo miracolo, perché siamo già tutti stanchi di questa guerra, perché ci porta sofferenza, insicurezza e povertà. Le persone stanno diventando sempre più povere e deboli.

Si sente sostenuto dalla Chiesa?

I cattolici latini ucraini si sentono sostenuti da tutta la Chiesa cattolica. Siamo molto grati al Santo Padre che, fin dall’inizio, è stato sempre più vicino a noi. Prega tutti i giorni e soprattutto la domenica e il mercoledì invoca la pace in Ucraina e invita a farlo non solo ai cattolici ma anche a tutti gli altri. Il Papa ha chiesto anche un digiuno per la pace in Ucraina. Siamo molto grati anche a tutte le Chiese sorelle nel mondo, non solo in Europa, per questa solidarietà, per l’aiuto economico e umanitario, per le numerose visite che le diverse Conferenze episcopali hanno svolto qui, dove hanno operato numerose organizzazioni sia cattoliche sia civili. Sentiamo questa vicinanza, questo sostegno e siamo molto grati. Speriamo che non ci abbandonino perché qui in Ucraina siamo esausti di questa guerra permanente, speriamo che anche loro non si stanchino e ci stiano sempre vicini.

In un Paese in guerra come l’Ucraina oggi, come far sentire la voce della Chiesa e soprattutto il suo messaggio di misericordia e perdono? 

La Madonna di Fatima ci ha chiesto di pregare per la pace e la conversione della Russia perché il male viene da persone che non rispettano la legge divina, che non rispettano i comandamenti. Dio non fa la guerra, perché è amore. Sono coloro che non hanno la pace nel cuore che fanno la guerra. Per questo dobbiamo chiedere sempre misericordia a Dio affinché perdoni le nostre debolezze, la nostra lontananza dalla Chiesa, dalla legge divina. Ritorniamo sulla strada che Lui ci indica per questo, perché i comandamenti e la nostra buona condotta portano sempre la pace nel mondo.

Può comunicare con i fedeli latini della Russia? In che modo?

Anche la Chiesa latina di Russia ha il suo ruolo da svolgere. Siamo ancora in contatto con l’arcivescovo di Mosca, così come con altre diocesi. Anche lui ha detto che stava pregando per l’Ucraina, ha condannato pubblicamente e chiaramente la guerra condotta dalla Russia e ha avuto il coraggio di dire che la guerra iniziata nel 2022 non era giusta. Ci dimostrano sempre che anche loro sono cattolici e che in Russia ci sono brave persone che non vogliono questa invasione.

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27 novembre 2023, 14:00