Cerca

Il convegno in corso a Bologna sulla scrittura mistica femminile Il convegno in corso a Bologna sulla scrittura mistica femminile 

A Bologna il convegno "Dire Dio al femminile: Chiara Lubich e il linguaggio mistico"

Un vero e proprio viaggio nella storia della mistica femminile finora poco esplorata: è il convegno in corso a Bologna che intende approfondire in particolare la questione del linguaggio delle mistiche dal Medioevo al '900. Attraverso alcuni suoi scritti verrà presentata l'esperienza mistica di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, la cui cifra fondamentale sta nell'essere un'esperienza comunitaria

Adriana Masotti - Città del Vaticano

"L'esperienza spirituale condotta attraverso l'approfondita conoscenza e la contemplazione del divino per mezzo della quale l'anima raggiunge la sua massima perfezione": questo sul dizionario il significato della parola "mistica". La definizione comprende anche la dottrina e la letteratura in cui si trova espressa tale esperienza. Di percorsi mistici e più precisamente di linguaggio mistico femminile si parlerà oggi e domani a Bologna, presso il Convento di San Domenico, per iniziativa della Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna (Fter) insieme al Centro Chiara Lubich e all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano

Il convegno di Bologna

“Scrivere di Dio: Chiara Lubich e la tradizione mistica femminile dal Medioevo al Novecento. Un percorso a più voci” è il titolo del seminario che si propone di offrire approfondimenti e riflessioni attorno alla questione a partire dai testi di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. “L’esperienza della Lubich - afferma il padre domenicano Gianni Festa, docente presso la Fter, tra i promotori dell’evento - verrà collegata a figure importanti della tradizione mistica medievale come alcuni dottori della Chiesa, vedi Caterina da Siena o Teresa d'Avila, ma soprattutto ad altre esperienze e scritture mistiche del ‘900, alcune più note, come Etty Hillesum, Madeleine Delbrêl; altre meno note, come sorella Maria, la grande mistica amica di don Primo Mazzolari. 

Al tavolo dei relatori la professoressa Elisabetta Selmi
Al tavolo dei relatori la professoressa Elisabetta Selmi

Selmi: l'esperienza mistica nelle diverse epoche

Quattordici le relatrici e i relatori che si avvicenderanno nei due giorni del convegno. Ad aprire i lavori stamattina Elisabetta Selmi con la relazione: "Sulla scrittura mistica femminile nuove prospettive e nuove ricerche". A Vatican News, la docente di letteratura italiana all'Università di Padova, indica caratteristiche comuni alla scrittura nelle diverse epoche e nuovi aspetti, auspicando la prosecuzioni degli studi sulla materia per una maggiore valorizzazione dell'apporto delle donne nella Chiesa.

Ascolta l'intervista a Elisabetta Selmi

Professoressa Elisabetta Selmi, prima di addentrarci nella questione del linguaggio mistico femminile che è l'obiettivo del convegno, vorrei chiederle se la mistica è una esperienza spirituale prettamente femminile... 

Certamente no, la precisazione di mistica femminile è solo perché in questo convegno abbiamo scelto di parlare di mistiche cioè di donne che hanno scritto e quindi è una precisazione rispetto al concetto di scrittura, in questo caso femminile. La mistica cristiana non può avere una connotazione femminile o maschile, come del resto tutto quello che riguarda il pensiero, io non credo che ci sia il pensiero femminile e il pensiero maschile, c'è il pensiero e poi ci sono le declinazioni cioè le modalità con cui esso viene espresso che, in questo caso, può avere delle peculiarità femminili. Quindi voler dare una connotazione di genere al concetto di mistica mi sembra non abbia particolarmente significato.

Ma quando una persona o un esperienza si può definire mistica?

Ecco questo è un grande dibattito perchè è molto complesso dire cos'è un'esperienza mistica: un andare oltre se stessi all'incontro col divino, un percorso che deve portare all'estasi. E però, come è stato ben evidenziato proprio in relazione alle pagine che ha lasciato Chiara Lubich, l'esperienza mistica è un'esperienza che si confronta con la Trinità, quindi è un andare a Dio, unirsi a Dio e tornare in terra, in una dimensione in cui l'umano e il divino diventano tutt'altro in un gioco straordinario di relazione. E' l'esperienza di condivisione della Chiesa originaria, quella di Pentecoste, per cui l'esperienza mistica che abbiamo visto attraverso i secoli avere il carattere della dimensione segreta, individuale, del dialogo dell'anima con Dio, poi invece - come scrive nel nostro tempo Chiara Lubich -, assume quella di un rapporto di condivisione, cioè in Paradiso io vado con gli altri, con quelli che sono con me.

Il convegno a Bologna
Il convegno a Bologna

Nel convegno si esamineranno i testi di mistiche del Medioevo, delle donne dottori della Chiesa, poi le mistiche del Novecento. Ci sono, appunto, dei tratti comuni nelle loro scritture, oppure quali sono le diversità?

Ci sono ovviamente diversità, ma dovute al fatto che si passa attraverso stagioni diverse in cui il concetto della perfezione cristiana e della santità cambia. Ad esempio, l'idea di fondo del "cristocentrismo" che è quello dell'età medievale che ruota intorno al francescanesimo - che è stato il primo a modulare questo processo di assimilazione con Cristo -  cioè il percorso mistico che ovviamente va oltre, torna diciamo in terra in una pienezza dell'esistenza, differisce dalla stagione del '500, '600 e del primo '700 dove non c'è più quell'idea di santità o di perfezione cristiana. Lì prevale l'idea della mistica dentro il volo segreto dell'anima perché addirittura non si può dire per non rischiare di essere vista come un'espressione di affettata santità. E quindi c'è questa idea del percorso mistico che va a sondare gli spazi più nascosti dell'anima in cui si deve realizzare l'incontro con Dio. Il linguaggio è quello dell'introversione cristiana cioè della scienza dell'anima, mentre poi nella mistica del '900 ritorna un discorso più ecumenico che è quello che porta l'esperienza di Chiara Lubich, con l'idea di fondo che l'esperienza mistica è un'esperienza assolutamente relazionale. Però ci sono anche delle costanti come la valenza della "mistica cardiaca", la dimensione cioè che unisce fisicità e trascendenza. Le mistiche parlano del "gusto di Dio", del "sapore di Dio". Torna l'idea del "male del cuore", appunto la mistica cardiaca, della freccia del cuore perché è il momento in cui c'è un'ablazione dell'anima che elimina tutto quello che può essere l'attaccamento ai disvalori terreni per fare spazio all'altro che è Dio. E' una spiritualità che esprime una forte dimensione della corporeità in quanto anche Cristo si incarna nell'umanità.

A suo parere, questo patrimonio di esperienze e di scritture delle mistiche cristiane è stato sufficientemente approfondito? 

Molte di queste scritture purtroppo erano rimaste sommerse, non tutte sono state correttamente trasmesse, quindi si trattava di portare avanti un lavoro di recupero delle scrittrici mistiche e poi di riaprire cantieri di studio su come, ad esempio, le donne si rapportavano con il discorso della lettura della Bibbia, con i contenuti teologici e quindi sul rapporto mistica teologia che è oggi uno dei nodi centrali su cui si discute. Direi quindi che in questi ultimi 40 anni il lavoro è stato veramente encomiabile da parte di studiosi e studiose di valore per cercare di mettere un po' a fuoco tutto questo e, prima o poi, si dovrà arrivare anche a farne un bilancio.

La questione della presenza del ruolo delle donne nella vita della Chiesa è venuta in rilievo con forza nei lavori del Sinodo in corso. La conoscenza delle esperienze spirituali di queste figure mistiche può servire a illuminare e a chiarire questo aspetto?

Certo, io ho chiuso il mio intervento proprio ricordando quanto aveva affermato san Giovanni Paolo II rispetto al ruolo, ad esempio, di due grandi mistiche come Caterina e Teresa che definisce essere magistrale cioè portatrici di un ruolo di insegnamento anche teologico. Già nel Seicento il cardinale Giovanni Bona chiamava "teodidatte" le tre Caterine cioè Caterina da Siena, Caterina Fieschi e Caterina de' Vigri, investendole quindi di un ruolo teologico. E credo che questo sia un nodo centrale cioè che le donne possono esercitare un magistero anche teologico oltre ad altre funzioni.

Al tavolo dei relatori padre Fabio Ciardi (a destra)
Al tavolo dei relatori padre Fabio Ciardi (a destra)

Padre Ciardi: per Chiara Lubich un'esperienza comunitaria

Dello scrivere di Dio lasciato da Chiara Lubich, nata nel 1920 e morta nel 2008, e della sua esperienza mistica ha parlato successivamente il teologo padre Fabio Ciardi, OMI, che a Vatican News ne sintetizza la novità: 

Padre Fabio Ciardi, quale aspetto dell'esperienza di Chiara è secondo lei centrale e innovativo nel contesto del tema del convegno di Bologna?

Sono molti gli aspetti che potremmo sottolineare della peculiarità dell'esperienza di Chiara Lubich. Mi viene in evidenza soprattutto la dimensione comunitaria. Perché questa esperienza, cioè l'entrare veramente nella realtà di Dio nel suo mistero e esserne resi partecipi in questa entrata appunto in Dio, nella Trinità, è avvenuta come conseguenza di un rapporto di unità, di un patto di unità fatto con uno dei suoi amici, Igino Giordani. O meglio non è neanche un patto fra loro, perchè loro due chiedono a Gesù Eucaristia che lui faccia un patto di unità in loro. Per cui dopo aver fatto la comunione, i due diventano una cosa sola, diventano un unico Cristo. E da lì parte l'esperienza mistica di Chiara, che è una comprensione profonda, personale, trasformatrice del mistero di Dio. Ma appunto questo entrare in Dio, contrariamente forse a quello che accade per tante mistiche, non è un fatto soltanto personale, ma comunitario. Cioè entrano insieme e tutta l'esperienza mistica è fatta a corpo, perché gradatamente in questa esperienza sono coinvolte anche altre persone. Mi sembra che sia come il ritorno alla primitiva esperienza mistica cristiana perchè la prima esperienza cristiana è quella di Pentecoste. E Pentecoste non è la somma di tanti mistici, è un'unica esperienza mistica che lo Spirito provoca in tutta la prima comunità. Insieme fanno la stessa esperienza dello Spirito, per cui il soggetto dell'esperienza mistica di Chiara Lubich mi sembra in continuità con l'inizio della Chiesa, è un soggetto plurale, il soggetto torna a essere la Chiesa. In conclusione è la Chiesa che in Chiara fa l'esperienza mistica di Dio.

Ascolta le parole di padre Fabio Ciardi

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

10 novembre 2023, 18:00