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Una bambina prega per la pace durante l'iniziativa "one million children praying the rosary" di ACS Una bambina prega per la pace durante l'iniziativa "one million children praying the rosary" di ACS  (ANSA)

Veglia online dei giovani per la pace in Medio oriente

L'iniziativa, organizzata questa sera, 21 ottobre, dall'Iyab, organo giovanile del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, invita tutti a pregare insieme per la pace in Terra Santa e nel mondo. Tra i promotori, il libanese Émile Abou Chaar: seguiamo l'appello del Papa per un mondo più fraterno

Michele Raviart - Città del Vaticano

“Dio non è un Dio di disordine, ma di pace”. Da questo passaggio della prima lettera di San Paolo ai Corinti, prende ispirazione la veglia di preghiera per la Terra Santa, organizzata online per le ore 21 del 21 ottobre dai giovani del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Un’iniziativa aperta a tutti e nata spontaneamente dai giovani dello IYAB (International Youth Advisory Body), organo consultivo del dicastero e che sarà possibile seguire cliccando su questo link: https://us06web.zoom.us/j/87612349572?pwd=R7MaFolR1l2IpYO1KiWfDfsZNOlyVo.1

La locandina della veglia di preghiera per la pace in Medio oriente
La locandina della veglia di preghiera per la pace in Medio oriente

Rendere il mondo più fraterno

“Ci siamo chiesti cosa potevamo fare per seguire l’appello di Papa Francesco alla pace”, spiega a Vatican News Émile Abou Chaar, ragazzo libanese dell’IYAB, “e abbiamo deciso insieme di organizzare questa preghiera. Molte persone mi avevano chiesto, perché vengo dal Libano e conosco la situazione in Medio oriente, poter fare qualcosa per aiutare in questa situazione, essere in unione con il Papa e riflettere. E la cosa migliore che possiamo fare è essere tutti solidali e in comunione spirituale, cercando di aiutare a rendere il mondo più fraterno, insieme, per la pace in Medio Oriente".

Tutti sono vittime

“C’è grande confusione, molta ingiustizia e tante cose che non possiamo comprendere di quanto sta accadendo”, sottolinea ancora Émile, “ma quello che possiamo fare è rispondere all’appello di Papa Francesco di pregare fortemente per la pace, per la conversione dei cuori e renderci parte della stessa comunità umana. La guerra non risolve nessun problema, ma lo amplifica nel modo più negativo. Personalmente ho dei contatti con persone che si trovano in Terra Santa sia dal lato palestinese che da quello israeliano. Tutti sono vittime di quanto sta accadendo perché non hanno scelto questa realtà. Hanno veramente paura e non capiscono. Possono solo sperare che si risolva velocemente. Conosciamo molte comunità religiose là, come il responsabile della pastorale giovanile in Palestina. C’è veramente una forte comunione e questa comunione e solidarietà viene dallo stesso popolo che è il popolo di Dio”.

La spiritualità della comunione

Émile ha partecipato con la sua testimonianza alla veglia ecumenica "Together" per l’apertura del Sinodo a San Pietro, alla presenza di Papa Francesco. “Quello che dice il Papa nella Fratelli tutti dona un altro orizzonte, che supera il punto di vista strettamente politico. Ci sono delle tappe molto importanti da fare ed è da ispirazione per cercare di migliorare le cose”. Invita noi giovani “a stare con lui in questa spiritualità della comunione, a partecipare insieme e a discutere sulla tema della guerra, della pace, dei conflitti non solo in Medio oriente, ma ovunque nel mondo. Sono fiero di far parte di questa generazione di credenti”.

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21 ottobre 2023, 15:15