Cerca

Il cardinale Matteo Zuppi all'apertura della sessione autunnale del Consiglio Permanente della Cei Il cardinale Matteo Zuppi all'apertura della sessione autunnale del Consiglio Permanente della Cei  (Cristian Gennari)

Zuppi: troviamo vie di pace per abbreviare il dolore di chi soffre nelle guerre

All’apertura della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente della Cei, il presidente dei vescovi italiani, ha parlato dei conflitti nel mondo, della sua missione per l’Ucraina e di migranti e rifugiati. “Si tratta di gestire con umanità e intelligenza un vasto fenomeno epocale”. Il ricordo del presidente Napolitano all’apertura del suo discorso. E sulla realtà italiana il porporato si è soffermato a parlare di giovani e delle difficoltà economiche che stanno affrontando le famiglie

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

La Chiesa nel mondo di oggi, la pace, il fenomeno migratorio, la società contemporanea, i giovani e l’educazione sono fra i temi affrontati questo pomeriggio dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che a Roma, nella sede della Conferenza episcopale italiana, ha aperto la sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente. I lavori, che si concluderanno mercoledì, prevedono un approfondimento sulla formazione dei sacerdoti, un focus sul Cammino sinodale delle Chiese in Italia, la presentazione del programma dell’Assemblea Generale Straordinaria che si svolgerà ad Assisi dal 13 al 16 novembre, e un aggiornamento delle Linee Guida per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili alla più recente normativa, in particolare all’ultima versione delle Normae de delictis Congregationi pro Doctrina Fidei reservatis dell’11 ottobre 2021 e della Lettera apostolica in forma di Motu proprio Vos estis lux mundi di Papa Francesco del 25 marzo scorso.

Il ricordo di Napolitano

Il cardinale Zuppi ha iniziato il suo discorso ricordando l’ex presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano scomparso venerdì scorso, che come capo dello Stato “ha dimostrato grande sapienza non soltanto nella gestione delle crisi, ma anche nell’impegno ordinario a far dialogare le varie componenti della politica italiana e a dare alle discussioni un respiro almeno europeo, se non mondiale”. Quindi il porporato ha analizzato la realtà attuale esortando la Chiesa a non isolarsi, perché come “non si può pensare all’Italia isolata dall’Europa e dal resto del mondo (lo si vede con la guerra in Ucraina e le migrazioni, e tant’altro)”, così non si può pensare la Chiesa “separata dalla contemporaneità”, perché “preservare l’identità della comunità ecclesiale non significa chiudersi in sé”, semmai, come ha detto Benedetto XVI, “la Chiesa è chiamata a essere minoranza creativa”.

La guerra in Ucraina

Il pensiero del presidente della Cei, è andato subito dopo alla guerra in Ucraina, “un dramma alle porte dell’Europa che ci riguarda tutti, come uomini e donne di questo tempo, prima ancora che come cittadini europei”, perché siamo “fratelli tutti”. “L’azione del Santo Padre per la pace, oltre alle sue parole, ci ricorda che tutti dobbiamo agire e pregare per la pace” ha rimarcato, aggiungendo di avere “sentito quanto la preghiera per la pace abbia accompagnato” la sua missione “degli ultimi mesi” e di esserne “intimamente grato ed edificato”. Il cardinale Zuppi ha inoltre evidenziato quanto importante sia la solidarietà nei confronti degli ucraini di fronte “a molteplici e drammatiche necessità” e ha ringraziato “le tante famiglie che hanno dato disponibilità per accogliere i bambini” del Paese martoriato dalla guerra, augurandosi che tale accoglienza “possa trovare un ulteriore e sempre più diffuso sviluppo”.

I conflitti nel mondo

“Ripetiamo, con il Papa, l’esortazione a trovare vie di pace nella giustizia, perché siano abbreviate le sofferenze di tanti e salvate tante vite”, ha affermato, poi, il porporato, senza dimenticare altre Nazioni che soffrono conflitti, “tensioni e instabilità”. “Dovremmo scorrere i nomi dei Paesi in guerra nella preghiera, come i grani del Rosario”, ha proseguito menzionando il “Sudan, dove 5 milioni di abitanti su 45 hanno dovuto lasciare le loro case” e la “preoccupante violenza nel Nagorno Karabakh” auspicando “che la vita dei cristiani e la convivenza siano pienamente rispettate”. “Pensando a questa e a tantissime situazioni di conflitto, sentiamo l’urgenza della pace”, ha ribadito il presidente della Cei.

Il fenomeno migratorio

E proprio le guerre, insieme al degrado ambientale, all’insicurezza e alla miseria “sono all’origine dei flussi di rifugiati e migranti”, ha osservato il cardinale Zuppi, specificando che “si tratta di gestire con umanità e intelligenza un vasto fenomeno epocale” e che “l’errore – non da oggi – è stato politicizzare il fenomeno migratorio, anche condizionati dal consenso e dalle paure”. Rifugiati e migranti sono “esseri umani prima di tutto”, ha sottolineato il presidente della Cei, che parlando della realtà italiana ha rilevato che “si tratta di coinvolgere la popolazione in un fenomeno che crea scenari nuovi e non semplici”, che occorre “coraggio politico e responsabilità sociale” e che “la questione migratoria dovrebbe essere trattata come una grande questione nazionale”, con “la cooperazione e il contribuito di tutte le forze politiche”. Per il cardinale Zuppi, insomma, è “necessaria una concertazione tra le forze politiche e sociali” per dar vita a un sistema di accoglienza che sia tale, non opportunistico”, senza dimenticare la necessità “di una comune visione europea, per la quale è necessario forse un ulteriore sforzo” da parte della Chiesa. Quanto alla Conferenza Episcopale Italiana, circa il fenomeno migratorio, resta l’appoggio all’iniziativa “Liberi di partire, liberi di restare” e ai corridoi umanitari, e tal proposito il presidente della Cei ha citato il progetto “Pagelle in tasca”, il “primo canale legale di ingresso per minori stranieri non accompagnati attraverso un permesso di studio” dal Niger all’Italia, con l’inserimento in famiglie affidatarie.

Il Consiglio Permanente della Cei riunito per la sessione autunnale
Il Consiglio Permanente della Cei riunito per la sessione autunnale

I femminicidi e la realtà giovanile italiana

In un’ampia analisi della società italiana, il cardinale Zuppi si è soffermato, poi, sui femminicidi, “spesso amara conclusione di un processo di violenza sulla donna” e sulle “79 le donne assassinate dall’inizio dell’anno”. “C’è in gioco il rispetto verso le donne, ma ancora più in profondità il nostro modo di essere famiglia, di vivere in una trama di relazioni” ha fatto notare il presidente della Cei chiedendo “strumenti per aiutare a guarire dalla malattia mortale che è il disprezzo del più debole e la volontà di sottomissione” e “nuovi modi per tutelare i più deboli e fragili”. Quindi, con lo sguardo al mondo dei giovani, il porporato ha segnalato il loro coinvolgimento nella violenza: “risse, bullismo, atti vandalici, violenze sessuali, ma anche spaccio, furti e rapine, a volte di baby gang”. L’aumento dei minori denunciati o arrestati (nei primi dieci mesi del 2022, c’è stato un incremento di più del 14% dei minori denunciati o arrestati), dei reati commessi dai minori, la crescita dei disturbi di ansia, l’isolamento, l’autolesionismo, la rabbia, l’aggressività, i problemi alimentari, i disturbi del sonno e la depressione mostrano per il cardinale Zuppi “un disagio diffuso che ci deve interpellare”.

L’educazione

“Si ripropone con forza il problema dell’educazione su cui costantemente la Chiesa in Italia ha riflettuto, riflette ed è necessario continuare a riflettere - ha dichiarato il porporato -. L’educazione non è un’emergenza ma è la quotidianità della vita della Chiesa”. E a proposito di educazione il presidente della Cei ha ricordato padre Pino Puglisi, che ha mostrato “come si cambia un quartiere oppresso dall’“educazione” mafiosa proprio offrendo alternative serie, coinvolgenti, migliori”, e circa le figure dei genitori ha precisato che “in realtà sono loro i veri educatori con il loro stile di vita, con i ‘sì’ e i ‘no’ su cui basano la propria vita ancor prima di trasmetterli ai figli”. E ancora il cardinale Zuppi ha parlato di educazione affettiva dei giovani incoraggiando i credenti a trovare “il coraggio di parlare di sessualità senza infingimenti, nella prospettiva dell’integrazione tra vita umana e vita spirituale”.

La povertà in Italia

Quanto all’intera penisola italiana, il porporato ha preso spunto dai dati forniti dall’Istat per spiegare che la povertà è un fenomeno strutturale “visto che tocca quasi una persona su dieci: il 9,4% della popolazione residente vive, infatti, in una condizione di povertà assoluta”. A incidere sono poi “inflazione, crescita dei prezzi, caro bollette, lavoro povero”, dunque per le famiglie “occorre proporre politiche concrete che le aiutino a vivere dignitosamente e a far fronte a una precarietà che assume volti diversi”. Tra le difficoltà degli italiani pure il problema casa, “il rincaro dei prezzi degli affitti, dei mutui e delle utenze domestiche rende sempre più oneroso il mantenimento dell’abitazione”, per tale motivo “vanno sollecitati interventi pubblici”. E quanto alla denatalità “occorrono servizi integrati sul territorio a sostegno delle famiglie, non solo aiuti materiali”. C’è pure la questione degli incidenti sul lavoro che non va dimenticata. “Alcuni tragici recenti episodi, come quello ferroviario a Brandizzo nel torinese, non ci devono far dormire sonni tranquilli” è stata l’amara considerazione del presidente della Cei, che ha menzionato le 559 vittime sul lavoro registrate nei primi sette mesi di quest’anno. “Come Chiesa, non basta sposare la facile lamentela o invocare genericamente maggiore sicurezza, se non ci facciamo interpreti di una diversa cultura del lavoro e della consapevolezza che l’insicurezza del lavoro è morte sociale” ha asserito.

Il Sinodo e il rinnovo delle strutture della Cei

A pochi giorni dall’inizio del Sinodo sulla sinodalità, il presidente della Cei ha trattato pure la tematica che i vescovi di tutto il mondo approfondiranno, chiarendo che “sinodalità vuol dire rimettere in discussione le arroccate solitudini ecclesiali nell’incontro, nella comunione, nell’ascolto, nell’impegno missionario enorme che ci attende confrontandoci con la folla e le sue sofferenze” e che “il processo sinodale è una grande occasione di rinnovamento e affratellamento”. E nell’ambito del processo sinodale e del cammino che la Chiesa sta compiendo, il presidente dell’episcopato italiano ha inoltre comunicato che è “matura la discussione di un cambiamento anche delle strutture stesse della Cei, del suo snellimento e ripensamento che recepisca le importanti indicazioni contenute nella riforma della Curia Romana e del Vicariato di Roma”. Per questo “la Segreteria Generale si farà carico di presentare un primo progetto per opportuna valutazione del Consiglio Permanente e dell’Assemblea Generale”.

La geografia della Chiesa

Circa l’impegno della Chiesa va radicato nelle città, nei quartieri, ha indicato il cardinale Zuppi, “sinodalmente: anche se viviamo in prospettive diverse, abbiamo attitudini, responsabilità e storie differenti”. Ma “niente e nessuno sono il centro. Nemmeno la parrocchia”. “Il centro è Gesù e il prossimo che ci affida: sono gli altri con cui vivere, cui comunicare il Vangelo. Cambia la geografia della Chiesa” ha informato il porporato richiamando l’esperienza della Gmg di Lisbona, dei tanti giovani che vi hanno preso parte e dei 65mila ragazzi giunti dall’Italia. “La Chiesa è lo spazio dei giovani”, giovani che “hanno colto il significato del ministero del Papa e il valore delle parole e del carisma di Francesco”, ha continuato il porporato, mentre ci sono “troppe resistenze” verso il pontefice “e il suo messaggio, spesso espresse in uno spirito di contrapposizione, favorito dai social, che affievolisce la comunione e intristisce la vita ecclesiale” e “poco si è capito l’impegno originale del Papa per la pace, la sua compassione per le sofferenze delle vittime della guerra”. “La sinodalità - ha concluso il presidente della Cei - è anche un cammino di comprensione piena del ministero del Vescovo di Roma. Un ministero tanto importante per la fede, l’unità della Chiesa, che si esprime anche al servizio dell’unità dei popoli in un periodo di così grandi lacerazioni".

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

25 settembre 2023, 18:42