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Particolare della Basilica di Santa Maria di Collemaggio dove stasera si è celebrata la Messa di chiusura della Perdonanza Celestiniana del 2023 Particolare della Basilica di Santa Maria di Collemaggio dove stasera si è celebrata la Messa di chiusura della Perdonanza Celestiniana del 2023

Petrocchi chiude a L'Aquila la Perdonanza: scuola di umiltà, pace e fraterna solidarietà

La Messa presieduta alle 18.30 dall'arcivescovo nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, con il rito della chiusura della Porta Santa, conclude la Perdonanza Celestiniana 2023. Nell'omelia il cardinale presenta Celestino V come "uomo dalle scelte ardite", la cui lezione resta attuale perché animata dallo Spirito di verità e di comunione. "Chiediamo la grazia di 'celestinizzare' sempre di più la Perdonanza - afferma - come anche la nostra vita"

Adriana Masotti - Città del Vaticano

“La vera devozione a Celestino V sta nel seguire la sua dottrina e il suo esempio”: il cardinale Giuseppe Petrocchi presiede la Messa di chiusura della Perdonanza nella Basilica di Collemaggio e nell’omelia tratteggia la figura di Pietro da Morrone che “ogni volta - dice - manifesta dimensioni 'nuove' della sua statura ecclesiale e umana”.

In Celestino V sapienza e capacità di discernimento

Di lui, dunque, Petrocchi sottolinea “l’intelligenza teologale, cioè illuminata dalla fede, dalla carità e dalla speranza”, insieme ad una “profonda intuizione dei pensieri e dei sentimenti di coloro che lo avvicinavano”, per questo possedeva “sapienza nell’ambito spirituale” e nel discernimento etico era capace di coniugare verità e carità. Il cardinale sottolinea l’importanza per ogni cristiano, che tenda alla perfezione, di identificare le proprie “zone d’ombra", in quanto “più si scende verso il centro di sé stessi più si diventa capaci di capire e aiutare il prossimo”.

Autentico testimone del Vangelo e di una Chiesa libera

Celestino V possedeva anche “una robusta intelligenza pratica”, era “competente nel risolvere difficoltà concrete e nel guidare la Comunità da lui suscitata”. Invece, prosegue l’arcivescovo, “non aveva grande familiarità con assetti e frequentazioni curiali”. Celestino V fu “uomo di frontiera e uomo dalle scelte ardite”, “profeta credibile perché autentico testimone del Vangelo” in quanto, come aveva affermato Papa Francesco nella sua visita all’Aquila il 28 agosto 2022, “nessuna logica di potere lo ha potuto imprigionare e gestire. In lui noi ammiriamo una Chiesa libera dalle logiche mondane e pienamente testimone di quel nome di Dio che è Misericordia. Questa è il cuore stesso del Vangelo, perché la misericordia è saperci amati nella nostra miseria”.

Dio è più forte delle nostre debolezze

Il cardinale Petrocchi cita un libro del padre Giuseppe Tissot su come san Francesco di Sales utilizzava i propri limiti e gli sbagli per procedere nella via della santità, vedendo in essi altrettante occasioni per crescere nell’umiltà. Afferma l'arcivescovo: “Non si tratta di sminuire il potenziale distruttivo del peccato, che va decisamente riconosciuto come male e denunciato con fermezza. Né si intende scivolare in atteggiamenti permissivi, autoindulgenti e lassisti. Ma l’ 'arte', di cui parla san Francesco di Sales, consiste nel rendere le nostre miserie morali - identificate nella verità e senza 'anestetici' - fattori che generano e rafforzano l’umiltà”. L’umiltà, spiega ancora Petrocchi, sta nella certezza che Dio è più forte delle nostre debolezze e nella fiducia che Lui “può rendere possibile la nostra tensione alla santità”. Ed è ancora san Francesco di Sales ad insegnare che “La diffidenza di noi stessi e la confidenza in Dio sono due garanzie di vittoria nel combattimento spirituale”.

Conviene sempre stare dalla parte del Vangelo

Nell’ultima parte dell’omelia, il cardinale Petrocchi commenta il brano del Vangelo di Marco, letto poco prima, in cui si racconta di Erodiade che, attraverso l'inganno, provoca il martirio di Giovanni Battista. E’ un esempio, osserva il porporato, che mostra come “una delle strategie che il Maligno mette in campo per indurci in errore, sta nel far apparire il male attraente e piacevole. Ma il male, anche se coperto dal manto della mistificazione, resta male e porta male”. Gesù richiama, infatti, alla necessità di vigilare e la testimonianza del Battista, afferma Petrocchi, “ci insegna che è sempre conveniente stare dalla parte del Vangelo, anche quando l’appartenenza al Signore porta un' 'impronta martiriale', cioè segnata dalla sofferenza”. La lezione di Celestino V “resta attuale”, sostiene l’arcivescovo, e “la vera devozione a lui sta nel seguire la sua dottrina”. E conclude: “La Madonna di Collemaggio ci aiuti a rendere la Perdonanza 'scuola di umiltà', e, proprio per questo, centro propulsore di pace e casa di fraterna solidarietà: oggi e in tutti i giorni che segneranno il nostro cammino”.

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29 agosto 2023, 19:30