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L'edicola del Santo Sepolcro L'edicola del Santo Sepolcro 

Gerusalemme, conclusi i lavori di scavo nel complesso del Santo Sepolcro

Il Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università La Sapienza di Roma ha terminato i lavori a ciclo continuo in sette giorni e sette notti nell’area antistante l’Edicola. Un processo intenso guidato dalla professoressa Francesca Romana Stasolla, che nel 2019 ha iniziato un’indagine sistematica in Terra Santa analizzando uno dei luoghi più simbolici della cristianità

Emanuela Prisco – Città del Vaticano

Una vera missione archeologica quella della Università La Sapienza presso il Santo Sepolcro a Gerusalemme, dove il 27 giugno scorso si sono conclusi i lavori di scavo nell’area antistante l’Edicola. Un lavoro intenso guidato dalla professoressa Francesca Romana Stasolla, che nel 2019 ha iniziato un’indagine sistematica in Terra Santa analizzando la Basilica del Santo Sepolcro, uno dei luoghi più sacri e simbolici della cristianità dal grande valore sia dal punto di vista storico quanto religioso.

I lavori che l’equipe del Dipartimento di Scienze dell’Antichità ha svolto sono stati lavori molto intensi, come viene sottolineato nel resoconto che la professoressa Stasolla ha pubblicato presso il Dipartimento il 7 luglio. È stato possibile recuperale la bellissima articolazione paleocristiana dell’Edicola notando che vi era possibile accedere attraverso due gradini di marmo bianco. Sono state ritrovate anche alcune tracce di una pavimentazione in lastre litiche ed è stato possibile risalire anche alla grandezza della pavimentazione, oltre alla Cappella dell’ Angelo e ai lavori all’ interno della tomba.

Nel comunicato pubblicato da La Sapienza, la professoressa Stasolla spiega: “Sono inoltre emersi i resti della base della balaustra della recinzione liturgica cinquecentesca, rimasta in uso fino ai rifacimenti ottocenteschi. Fra i manufatti, appare significativo un frammento di rivestimento parietale, con ogni probabilità dell’Edicola, di una fase antecedente al rifacimento ottocentesco, ricco di graffiti databili al XVIII secolo in varie lingue, fra le quali spiccano il greco, il latino, l’armeno”.

Un lavoro intenso e dettagliato quello svolto dalla missione della Sapienza a Gerusalemme, dal quale si può rilevare un particolare molto importante per la cristianità evidenziando che il Santo Sepolcro era a tutti gli effetti una camera funeraria. L’ archeologia conferma quindi quanto detto dalla tradizione cristiana.

 

 

 

 

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08 luglio 2023, 12:45