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Montenegro a Lampedusa: la fraternità, via dell’accoglienza

Nella Messa celebrata nella chiesa di san Gerlando, l’arcivescovo emerito di Agrigento, ricorda la visita di Papa Francesco a Lampedusa, avvenuta 10 anni fa. Ricorda l’aiuto portato da molte persone ai migranti disperati e accolti sulla costa, sentiti come “fratelli”. Ieri la celebrazione di una Messa nell’hotspot dell’isola

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

“Quanta sofferenza”. Ripete più volte queste parole il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento, nell’omelia della Messa celebrata nella chiesa di san Gerlando a Lampedusa, nel decimo anniversario della prima visita del Papa dopo l’elezione, 13 marzo 2013. Parole che Francesco – sottolinea il cardinale – aveva ripetuto spesso “come un triste ritornello” da Cala Pisana fino al sagrato della chiesa. “Quanta sofferenza lo disse 10 anni fa – aggiunge il porporato - queste parole valgono ancora”.

Pianto e sollievo

Nella sua riflessione, il cardinale Montenegro si sofferma pure sulla generosità della gente di Lampedusa e di Linosa. “Avete visto – afferma - questi uomini e donne piangere, avete pianto con loro, li avete soccorsi ravvisando sete e fame di speranza, avete aperto le case per una doccia, un thè, donando la consolazione di un abbraccio, avete condiviso il pesce pescato con loro”. Ma soprattutto, aggiunge l’arcivescovo, le persone hanno potuto vedere i loro sguardi ricchi di speranza e carichi di orrore per le storie di persecuzione, stupri, molestie di ogni genere “insieme alla struggente nostalgia di casa e degli affetti più cari”.

La messa celebrata dal cardinale Montenegro, nella chiesa di san Gerlando a Lampedusa
La messa celebrata dal cardinale Montenegro, nella chiesa di san Gerlando a Lampedusa

Accoglienza e fraternità

Il cardinale Montenegro indica nella fraternità, “la paternità di Dio”, la strada da seguire per accogliere “gli uomini e le donne che vengono da lontano”, per costruire la pace, l’amore e la giustizia. “Il Papa – aggiunge – insieme alla parola accoglienza mette la parola fraternità, se non siamo fratelli non possiamo accogliere, continuiamo il viaggio della speranza con il Papa. Osiamo come Papa Francesco, accogliamo sorridenti Gesù nei fratelli che vengono dall’altro continente”.

Ieri nell’hotspot dell’isola, nel piazzale di contrada Imbriacola, per la prima volta è stata celebrata una Messa alla presenza dei tanti migranti che affollano la struttura di prima accoglienza destinata ad ospitare circa 400 persone e che nei giorni scorsi era al collasso con la presenza di 1500 migranti. La celebrazione, presieduta dal cardinale Montenegro e dal presidente della fondazione Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego, è stata molto sentita dai presenti. Oggi, Domenica del Mare, si conclude la tre giorni di eventi "Chi di noi ha pianto? Il mare luogo di vita", iniziativa per ricordare il viaggio di Papa Francesco sull’isola. Sempre ieri il Pontefice ha inviato una lettera indirizzata all’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, nella quale ha ricordato le “stragi silenziose nel Mare Nostrum”, invitando a cambiare atteggiamento dinanzi al “grido assordante” rappresentato dalla morte di tanti innocenti.

La chiesa di san Gerlando
La chiesa di san Gerlando

Migrantes: accoglienza come prossimità

“Dobbiamo essere presenti per accogliere, non solo nell’ottica dell’emergenza, ma per un’accoglienza che si fa prossimità. Dobbiamo prendere per mano e accompagnare. C’è una tentazione dell’Europa, che è quella di chiudersi. Il mare può essere mare di vita e di speranza ma anche mare di morte. Beh, noi dobbiamo trasformare sempre di più il mare in un luogo di vita”, monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes.

Ascolta l'intervista al direttore di Migrantes, monsignor Pierpaolo Felicolo

(Ultimo aggiornamento, 9 luglio 2023, h. 16.40)

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09 luglio 2023, 11:52