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I roghi della Terra dei Fuochi I roghi della Terra dei Fuochi 

Don Patriciello: “Legalità e solidarietà riguardano tutti, soprattutto la Chiesa"

Apertura ad Assisi di #NulladiProprio per un mondo fraterno e sociale tra arte, musica e spiritualità, dal 19 al 21 maggio. L'inaugurazione è stata affidata ad una tavola rotonda sulla legalità alla presenza del parroco di Caivano: "La Chiesa condanna l'illegalità a tutti i livelli e si mette accanto alle vittime, perché là dove c'è l'illegalità c'è l'ingiustizia, ci sono persone che soffrono e che subiscono"

Beatrice D’Ascenzi – Città del Vaticano

Un momento di dialogo e ascolto, per non perdere di vista chi subisce ingiustizie. E' quello che offre, oggi,  19 maggio, l’incontro Istituzioni, tra legalità e solidarietà, organizzato ad Assisi, presso il Santuario della Spogliazione, contenuto all'interno della prima giornata dell’evento #NulladiProprio per un mondo fraterno e sociale tra arte, musica e spiritualità, organizzato, fino al 21 maggio, dalla diocesi di Assisi-Nocera Umbra- Gualdo Tadino. “La legalità è una cosa che riguarda tutti, in modo particolare la Chiesa perché dalla legalità si passa alla solidarietà”, così don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, presente alla tavola rotonda, spiega a Vatican News lo spirito dell’incontro e la forza del suo messaggio universale.

Ascolta l'intervista con don Maurizio Patriciello

Una voce per chi non ne ha

Don Patriciello, sacerdote impegnato a combattere la camorra nella cosiddetta Terra dei fuochi, vive sotto scorta per il suo impegno nella lotta alla criminalità e conosce molto bene le difficoltà del suo territorio. “Proprio in questi giorni, abbiamo vissuto un momento molto triste per via dei manifesti contro il vescovo (monsignor Angelo Spinillo ndr) in cui veniva utilizzato un linguaggio tipico del parlare camorristico. Ci siamo sollevati tutti quanti, il clero, ma anche la società civile, contro questo modo di fare. La Chiesa condanna l'illegalità a tutti i livelli e si mette accanto alle vittime, perché là dove c'è l'illegalità c'è l'ingiustizia, ci sono persone che soffrono e che subiscono”. Battaglie che formano la quotidianità di don Patriciello: “Vengo da un territorio in cui il clan dei Casalesi è nato e ancora purtroppo vive. A pagare le conseguenze dell'agire della camorra, e anche di una politica corrotta, collusa, che toglie i diritti, sono sempre i più deboli che non riescono neanche a far valere i propri diritti. Noi ci facciamo voce di chi non ce l’ha, di chi ha una voce rauca, di chi ha voce flebile, perché questa possa arrivare nei palazzi del potere, dove le cose vengono decise”.

Legalità e solidarietà armi contro l’ingiustizia 

Di fronte a queste situazioni di difficoltà, prosegue don Patriciello, sono necessarie misure fondamentali, il che significa anche che se da una parte deve esserci la lotta per la legalità, dall'altra è richiesta la solidarietà da parte del mondo civile. "Non devono esserci zone d'ombra a nessun livello - continua il sacerdote - là dove si trova il denaro pubblico purtroppo ci sono sempre furbi che arraffano, che hanno una mano lunga per prendere e l'altra troppo corta per donare. Contro queste persone si deve levare tutta la società civile". Politica e magistratura devono quindi fare ognuno la propria parte "in una lotta seria e continua per la legalità".

Il sostegno a chi resta indietro

“Anche in termini laici la solidarietà va incontro a tutte le povertà - osserva ancora Patriciello- non solamente a quella economica, ma anche a quella culturale e geografica". Il parroco di Caivano si sofferma sul fatto che ancora oggi, a oltre 160 anni dall'unità d'Italia, "il Paese continua a camminare a due velocità, vittima di un esodo continuo verso il nord e verso gli altri Stati del mondo". "Noi vorremmo che i nostri giovani professionisti rimanessero nel sud Italia, che è di una bellezza straordinaria, ma quando un ragazzo si laurea e poi non trova lavoro è costretto a emigrare e questo aggiunge povertà alla povertà". Altro drammatico aspetto legato alla povertà è l'impossibilità per le famiglie di mantenere e crescere figli, il che induce inevitabilmente a ricorrere all'aborto.  "Nella mia parrocchia l'anno scorso - continua Patriciello - almeno una dozzina di bambini sono nati perché siamo riusciti a sostenere alcune mamme che pensavano di interrompere la gravidanza, perché impaurite dall'impossibilità di accogliere un altro figlio". Ecco l’importanza della solidarietà, è la conclusione del religioso, "coloro che restano indietro meritano di più il nostro appoggio".

 

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19 maggio 2023, 15:38