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L'evento "Raccontare il Bene" al Festival della Comunicazione di Catania L'evento "Raccontare il Bene" al Festival della Comunicazione di Catania 

Festival di Catania, la forza delle buone notizie contro una cattiva comunicazione

Raccontare il bene, perché il giornalismo non può essere improntato solo alle brutte notizie, ma può anche promuovere esempi positivi che aiutino le persone a trovare un senso nei momenti di difficoltà. E’ stato il tema dell’incontro con i giornalisti che si è svolto nella Chiesa della Badia di Agata, nell'ambito della manifestazione organizzata dalla Famiglia Paolina sul tema "Parlare con il cuore e farlo con mitezza"

Michele Raviart - Catania

Non si può raccontare solo l’albero che cade, a volte si deve poter raccontare anche la foresta che rimane in piedi, come cresce e come prospera. Con questa immagine don Vincenzo Vitale, direttore del settimanale Credere, ha illustrato, durante l’evento “Raccontare il bene” che si è svolto alla Badia della Chiesa di Sant’Agata nell’ambito del Festival della Comunicazione di Catania, quanto sia importante per i giornalisti scrivere anche “buone notizie”, cercando di superare il luogo comune che solo le “cattive notizie” legate alle realtà più difficili, come guerra e cronaca nera, interessino i lettori.

La sfida di raccontare in un modo diverso

Parlare di buone pratiche e buone notizie, ha spiegato Elisabetta Soglio, responsabile della sezione Buone Notizie del Corriere della Sera, risponde a una duplice esigenza: quella di rispondere alla domanda di senso dei lettori rispetto all’attualità e a come rendere il giornale più interessante. “Siamo travolti dalle cattive notizie in questo momento storico, e c’è una sorta di esaurimento del pubblico”, ha sottolineato Adesso, invece c’è l’occasione, ma non per fare buonismo, quanto per vincere la sfida di raccontare un modo diverso di fare scuola, politica, amministrazione, economia, cultura. Dieci anni fa, ha concluso, sarebbe stato impensabile dare voce in questo modo sul Corriere della Sera a storie provenienti dal terzo settore.

La forza della fragilità

Soglio fa riferimento a storie come quelle raccontate nel volume “Cento Ripartenze” del giornalista e scrittore Giorgio Paolucci. Un progetto nato da una rubrica di Avvenire che quotidianamente, per tre mesi, ha raccontato storie di cadute e di risalite, dai senzatetto, ai migranti, a problemi della gente comune, relazionali ed economici. “Non siamo infrangibili, anche se la società sta dicendo il contrario”, ha spiegato Paolucci, “ma questo limite non è l’ultima parola della nostra vita, è un momento a cui si può dare un senso, dentro di noi, o incontrando testimoni di speranza che ci fanno vedere che la vita vale sempre la pena di essere vissuta”.

Il bene genera bene

“Raccontare il bene oggi è importante, perché il bene esiste, è sempre esistito ed è giusto che emerga”, ha sottolineato Antonella Mariani, caporedattrice di Avvenire, che negli anni si è occupata delle rubriche “Cerco Famiglia” e “Dare voce a chi non ha voce”. “Oggi siamo circondati, soffocati e assediati da tantissime notizie che arrivano da tantissime parti. Non soltanto televisioni, non soltanto carta stampata, ma soprattutto internet, web e social, però il bene esiste e noi abbiamo la responsabilità di raccontarlo, perché il bene 'fa bene', a noi come giornalisti, perché ci motiva molto e poi perché ispira". "Se si leggono buone notizie - è stata quindi la conclusione - si è portati a pensare che ognuno può essere protagonista di una storia positiva”.

Ascolta l'audio della conferenza "Raccontare il bene"

 

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20 maggio 2023, 13:59