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Madre Carla Borgheri Madre Carla Borgheri

Al via il processo di beatificazione di madre Carla Borgheri

Nella Cattedrale di San Pietro a Frascati prende avvio, domenica 11 dicembre, il processo di beatificazione e canonizzazione della fondatrice delle Suore Missionarie dell’Incarnazione e dei Padri Missionari dell’Incarnazione

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Nell’anno del centenario della nascita di madre Carla Borgheri si apre la causa di beatificazione e canonizzazione della fondatrice delle Suore Missionarie dell’Incarnazione e dei Padre Missionari dell’Incarnazione. Il vescovo di Frascati, monsignor Raffaello Martinelli, ha pubblicato l’editto nel quale invita anche tutti i fedeli a fornire notizie “dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità” della serva di Dio. “Su ispirazione dello Spirito Santo - si legge nell’editto - madre Carla ha voluto ancorare il suo carisma al grande Mistero dell’Incarnazione” e ha cercato di rendere visibile nella Chiesa e nel mondo “i tratti caratteristici di Gesù”. La cerimonia di apertura della causa di beatificazione e canonizzazione si apre domenica 11 dicembre nella Cattedrale di San Pietro a Frascati con la recita dei Vespri, la lettura del decreto di introduzione della causa e del rescritto di nulla osta della Santa Sede, l’insediamento del Tribunale, i giuramenti del vescovo, dei membri del Tribunale e di quelli della postulazione.

Madre Carla nello Stato indiano del Tamil Nadu (1981).
Madre Carla nello Stato indiano del Tamil Nadu (1981).

Una missionaria spinta dall’amore di Dio

La vita di madre Carla Borgheri è scandita dal servizio, da opere di carità. Nata a Novi Ligure (Alessandria) il 17 febbraio del 1922 con il nome di Annunziata Nada, a 22 anni si ammala di turbecolosi e viene ricoverata all’ospedale Forlanini di Roma. Qui conosce un cappellano camilliano ed è in questo periodo che inizia a germogliare il seme della vocazione. Intraprende un cammino interiore, sostenuto dagli scritti di Santa Teresa d’Avila. Nel 1952 lascia la casa materna ed entra a far parte di una nascente congregazione religiosa che raccoglieva soprattutto ragazze che avevano sperimentato la malattia e il sanatorio. Nada indossa l’abito religioso e prende il nome di suor Carla. Nel 1961, per non lasciare sola la madre che aveva bisogno di assistenza e di cure, decide di lasciare la congregazione. Insieme ad alcune giovani dà vita ad una nuova comunità, in una piccola casa a Borgata Ottavia. Sono le basi di una nuova congregazione religiosa. 

Chi era madre Carla

La passione missionaria porta madre Carla, sin dall’inizio, in varie parti del mondo dove fonda diverse opere, tra cui orfanatrofi e case per disabili. Il suo carisma - scrive in un articolo pubblicato dall’Osservatore Romano il postulatore della causa di beatificazione Waldery Hilgeman - è incentrato sul mistero del Verbo Incarnato. Nel 1994, in India, dà iniziò al ramo maschile dei Padri Missionari dell’Incarnazione. Fino all’anno 2005, all’età di 83 anni, il suo slancio missionario raggiunge diverse parti del mondo. Muore a Vermicino, il 20 settembre 2006, circondata dalle sue figlie e figli spirituali. Oggi la sua figura, sottolinea il postulatore, è un appello "ad abitare gli spazi di confine, quei luoghi di frontiera, ai quali la società attuale guarda disincantata, dove la fatica, la sofferenza e la miseria spirituale diventano luogo privilegiato per l’incontro con Dio".

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10 dicembre 2022, 09:00