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Suor Roselyn Thomas insieme a studentesse di altre fedi religiose Suor Roselyn Thomas insieme a studentesse di altre fedi religiose
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Suor Roselyn Thomas: “Il Papa in Bahrein, passo importante per la libertà religiosa"

Nel giorno in cui entra nel vivo la visita di Francesco nel Paese del Golfo, la direttrice di una delle tre scuole cattoliche presenti nel Paese racconta l’emozione e la speranza: “In Bahrein c’è tolleranza e dialogo. Tutta la Chiesa crede che il Santo Padre rinvigorirà la fede nella regione”. La visita alla cattedrale di Nostra Signora d’Arabia, costruita su un terreno donato dal re Al Khalifa, segno di un rapporto che sta crescendo

Federico Piana- Città del Vaticano

Isa Town si trova nella parte centro-settentrionale del Bahrein. La città del piccolo Regno a maggioranza musulmana che si affaccia sulle acque del Golfo ospita una delle tre scuole cattoliche di tutto il Paese, la Sacred Heart School, la Scuola del Sacro Cuore. A guidarla c’è una giovane religiosa, suor Roselyn Thomas, che non nasconde la soddisfazione quando delinea il contesto in cui opera il suo istituto, fondato nel 1948 dall’allora amministratore apostolico del Vicariato d’Arabia, monsignor Irzio Luigi Magliacani: “Noi godiamo di una buona e pacifica convivenza tra insegnanti e studenti di 29 nazionalità. Qui si insegna anche arabo, hindi, francese e filippino. Inoltre abbiamo dei corsi su cristianesimo ed islam che favoriscono l’armonia ed il rispetto delle reciproche culture e tradizioni”.

Evento storico 

Nel Paese i cattolici sono circa 80 mila, una minoranza che però respira in un clima generale di pace e tolleranza. “In questa nazione, tutte le religioni possono essere praticate liberamente”, conferma suor Roselyn. La direttrice della Sacred Heart School considera la visita del Papa in Bahrein, iniziata ieri e che si concluderà il 6 novembre, un evento storico: non solo perché è la prima volta che un Pontefice calca il suolo della nazione araba ma anche perché “segna un passo importante verso l’avanzamento dei principi di convivenza e libertà religiosa”.

Suor Roselyn, cosa rappresenta, davvero, la visita del Papa?

Nel Paese, la comunità cattolica è molto vivace e attiva. Nella Chiesa c’è una forte partecipazione di tutte le nazionalità, lingue e culture. Papa Francesco, venendo qui, spera di creare un ponte di tolleranza e di lavorare insieme per far progredire la libertà religiosa.

Come si è preparata la Chiesa alla visita del Papa e cosa si aspetta da essa?

Le parrocchie e le famiglie hanno pregato e si sono preparati sul tema ‘Pace e buona volontà’. Un coro di 100 persone si è allenato per cantare durante la Messa papale. Per molti fedeli è un sogno che si avvera: tutti crediamo che il Santo Padre rinvigorirà la fede nella regione.

Il momento di una recita scolastica
Il momento di una recita scolastica

La visita del Papa avviene in occasione del Forum sul dialogo dedicato alla convivenza umana tra Oriente e Occidente. Quanto è importante il dialogo in Bahrein?

Il King Hamad Global Center for Peaceful Co-Existence (uno degli enti organizzatori dell’evento, ndr) è un riflesso della tradizione secolare del Bahrain di accogliere persone di diversi gruppi religiosi, che hanno vissuto insieme in armonia e praticato le loro fedi in pace. Il Bahrein promuove attivamente il dialogo e la comprensione interreligiosa. Le attività del King Hamad Global Centre for Peaceful Co-Existence, a livello locale e all'estero, rientrano tra le iniziative illuminanti lanciate da Sua Maestà il Re Hamad Bin Isa Al Khalifa per promuovere i valori della tolleranza, della coesistenza e della comprensione reciproca. Essendo il Bahrein un Paese pacifico, dove tutte le religioni sono praticate, questo dialogo promuove l'idea di dare l'esempio a tutte le altre nazioni.

Durante il viaggio, il Papa visita la città di Awali, dove il 10 dicembre 2021 è stata consacrata la cattedrale di Nostra Signora d'Arabia, patrona del Golfo, e una delle sole due Chiese del Paese. Perché, secondo lei, questo gesto è importante?

La costruzione della cattedrale segna un grande passo verso le relazioni tra la Chiesa e il Regno ed è anche una testimonianza del numero sempre più crescente di cattolici nella regione. Non bisogna dimenticare che il terreno per la costruzione della chiesa è stato un dono del Re, già nel 2002. E poi l’inviato speciale del re ha consegnato al pontefice un invito personale del monarca a visitare il Paese. Inoltre, il Re ha consegnato personalmente un modello della cattedrale al Santo Padre nel 2014. Insomma, la visita alla cattedrale rafforzerà questo rapporto già molto intenso.

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03 novembre 2022, 11:07