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Migranti soccorsi dalla nave Sea Watch (foto d'archivio) Migranti soccorsi dalla nave Sea Watch (foto d'archivio) 

Migranti, Perego: nuove tragedie, urgente un'accoglienza più diffusa

Nuova tragedia ieri a largo di Lampedusa, a perdere la vita due bambini su un’imbarcazione. Sull’isola l’hotspot supera la capacità di accoglienza con mille ospiti: oggi il trasferimento di oltre 400 a Porto Empedocle. Monsignor Gian Carlo Perego di Migrantes mette in luce alcuni passi avanti in tema di accoglienza a livello europeo, ma sottolinea anche le criticità, tra cui la protezione ai minori non accompagnati di cui è urgente il superamento

Francesca Sabatinelli e Adriana Masotti - Città del Vaticano

A dare l'allarme ieri sulla presenza di un'imbarcazione in difficoltà nella zona Sar maltese, in prossimità dei limiti dell'area Sar italiana, è stato un peschereccio tunisino che ha chiamato la guardia costiera di Lampedusa. L'ennesima tragedia del mare è costata la vita a due bimbi di uno e due anni non ancora compiuti. Cinque i feriti, tra cui un altro bambino e una donna ricoverata a Palermo in gravissime condizioni. 38 i migranti recuperati alcuni dei quali già soccorsi dal peschereccio. L'equipaggio a bordo del motopesca tunisino, intervenuto per primo, ha riferito di un'esplosione avvenuta a bordo dell'imbarcazione su cui è divampato un incendio. Sono tutt'ora in corso le ricerche di una donna che risulta dispersa. 

La solidarietà degli isolani

Alcuni amministratori di Lampedusa stamattina si sono recati al cimitero di Cala Pisana per portare un fiore e dire una preghiera davanti alle bare dei due piccoli migranti, un maschietto e una femminuccia, mentre la popolazione dell'isola vive con grande tristezza quanto accaduto. "Non ci abitueremo mai a queste tragedie!", ripetono in molti. Le due salme non potranno essere sepolte a Lampedusa, per mancanza di spazi, per loro verrà cercato un posto negli altri cimiteri dell'Agrigentino. 

Trasferiti oltre 400 migranti a Porto Empedocle

Sulle coste dell'isola sono proseguiti per tutta la giornata gli sbarchi per un totale di 164 migranti provenienti da Egitto, Bangladesh e Pakistan. Altri 79 sono arrivati oggi con due diversi barchini, in fuga da Costa d'Avorio, Mali e Guinea, e a bordo di un altro, 35 sub-sahariani. Date le condizioni drammatiche di sovraffollamento dell'hotspot, dopo gli ultimi sbarchi, stamattina è stato dato il via libera al trasferimento di 414 migranti. Gli ospiti della struttura che all'alba di oggi accoglieva 998 persone a fronte di una capienza massima di 350, sono stati imbarcati sul traghetto di linea Veronese che arriverà in serata a Porto Empedocle. 

Perego: tra chi arriva, molti sono nostri fratelli nella fede 

Intanto la magistratura tunisina ha rilasciato la madre della bambina di quattro anni sbarcata da sola domenica scorsa a Lampedusa, trattenendo per ulteriori accertamenti il padre. È caduta, tuttavia, per i genitori della piccola l'accusa di "tratta di esseri umani", mentre resta quella di abbandono di minore. E sono i minori spesso quelli che pagano di più un'immigrazione senza regole che mette a rischio la loro vita e il loro futuro. Al microfono di Vatican Newsmonsignor Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana, descrive i progressi compiuti in Europa in tema di accoglienza, ma anche ciò che è necessario compiere ancora, in particolare proprio per tutelare i più piccoli:

Ascolta l'intervista a monsignor Gian Carlo Perego

Monsignor Perego, a che punto siamo in tema di regolamentazione dell'immigrazione e di accoglienza in Europa?

Un passo avanti dal punto di vista europeo era avvenuto nei mesi scorsi, quando 21 Paesi hanno accettato la redistribuzione delle persone che arrivano sulle coste, soprattutto del Mediterraneo, in particolare in Spagna, Grecia e Italia. Questo era stato un passo avanti importante e anche di correzione del regolamento di Dublino che come sappiamo è un regolamento ormai messo in discussione. Un ulteriore passo in avanti c'è stato con i rifugiati ucraini dove tutti i Paesi europei se ne sono fatti carico e non soltanto quelli di frontiera come la Polonia, Romania e Moldavia, e un terzo passo avanti è stato il permesso di protezione temporanea per gli ucraini che si spera possa diventare sempre più un permesso che ritorna anche per tutti gli altri richiedenti asilo che sbarcano sulle nostre coste e non solo, quindi il permesso di protezione internazionale e il permesso di protezione sussidiaria. Questi sono segnali importanti che, se diventano strutturali e riguardano tutti i Paesi europei, possono essere un aspetto importante. Un segnale negativo rimangono invece i due accordi con la Libia e con la Turchia; questi due accordi certamente sono ancora una grave violazione nei confronti di chi richiede asilo e che non può mettersi in cammino ed essere protetto sul piano internazionale, oppure di chi si mette in cammino, come stiamo vedendo in queste ultime giornate, con quelle grosse difficoltà dei respingimenti che sono stati sicuramente almeno il doppio di coloro che sono sbarcati finora a Lampedusa, circa 76 mila, che con gli oltre 1000 morti fanno crescere ulteriormente il grado di mortalità di questa rotta, certamente segnata profondamente da tutte queste vittime in mare.

La storia della piccolina di 4 anni che è arrivata da sola sulle coste di Lampedusa, ha di nuovo riproposto quello che non si è mai allentato, cioè il fenomeno dei minori non accompagnati. Tante le organizzazioni che si occupano di questo e che chiedono di smettere di chiamare emergenza ciò che emergenza non è. Eppure di fronte a questo, almeno l'Italia sembra essere sempre impreparata...

Il tema dei minori non accompagnati attraversa sempre la storia dei rifugiati, quest'anno sono già oltre 15 mila e questo dato è certamente importante, è un dato tra l'altro sottostimato rispetto ad alcuni anni fa e quindi questo chiede un impegno specifico a strutturare in maniera diffusa l'accoglienza dei minori attraverso anche un'accoglienza familiare che purtroppo ancora è solo sperimentale e che manca sia nel contesto italiano che nel contesto europeo, e che chiede invece un impegno maggiore verso queste persone che hanno bisogno anche di un percorso educativo e di protezione specifica. La legge Zampa è stato un passo in avanti importantissimo. Il problema è che mancano gli strumenti per realizzarla e oggi oltre la metà dei minori non accompagnati di fatto va a finire nei CAS, cioè non in una struttura adeguata per accompagnare un minore e per tutelarlo. 

Monsignor Perego, quali sono quindi le raccomandazioni da fare anche al nuovo esecutivo in Italia?

Di continuare in una strutturazione del progetto di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Italia, continuare nella costruzione di un progetto che sia diffuso su tutto il territorio, in tutti gli 8 mila Comuni, arrivando a chiudere le strutture emergenziali, come i CAS, attraverso invece delle strutture che siano più di carattere famigliare e siano inclusive all'interno di un territorio e non esclusive. Questo credo sia un passo importante che si è fermato negli ultimi anni e che deve essere assolutamente ripreso con forza e, secondo impegno, certamente un'attenzione più adeguata al discorso dei minori non accompagnati. Anche qui attraverso una rete familiare e di comunità-famiglia che possa tutelarli. Un ultimo elemento: no ai respingimenti, no ai blocchi navali, sì ad incontrare e a riconoscere chi ha diritto alla protezione internazionale e, con gli accordi con gli Stati di provenienza, il rientro di chi non ha diritto a questa protezione. Come sappiamo i tunisini che stanno arrivando, proprio perché c'è un accordo, in questi anni sono stati tutti rimpatriati, salvo alcuni casi particolari che per motivi di salute o per altri motivi sono stati accolti. Ecco, la  stessa cosa potrebbe essere fatta con altri Stati che hanno le stesse caratteristiche, mentre per quegli Stati da cui provengono persone che sono in guerra o che hanno diritto a una forma di protezione per cambiamenti climatici, disastri naturali, o per emergenze o per vittime di tratta, questi hanno diritto a una forma di protezione temporanea o internazionale.

Lei chiaramente sottolinea l'importanza del no ai respingimenti, ma in occasione della Giornata Missionaria Mondiale che si svolge domenica, lei manda anche un altro messaggio ai cittadini italiani. Lei ha scritto: "Respingere i migranti non solo significa respingere tanti fratelli e sorelle nell'umanità" ma, lei dice, anche "tanti fratelli e sorelle nella fede..."

Tantissime persone che stanno sbarcando dalla Somalia, dall'Eritrea, da altri Paesi, dallo stesso Iran, da alcuni Paesi africani, sono cristiani, sono anche i cattolici. Ricordo nel famoso naufragio del 2013, quando i sommozzatori sono andati a recuperare i corpi, c'erano tanti che avevano in bocca la croce della coroncina che avevano al collo, erano cristiani copti, abbiamo trovato un diario di un diacono, tante testimonianze, abbiamo trovato pagine delle Bibbie tra i reperti degli sbarchi dei barconi naufragati e quindi questi sono tutti segnali che ci ricordano che colore che stanno arrivando, sono anche fratelli nella fede, e potrebbero far parte di quel mondo di 900 mila cattolici che oggi sono in Italia provenienti da 120 nazionalità diverse.

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22 ottobre 2022, 16:26