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L'ultimo tratto del Cammino Antonio 20-22: la processione per le strade di Padova con la "Croce del naufragio" fino alla Basilica del Santo L'ultimo tratto del Cammino Antonio 20-22: la processione per le strade di Padova con la "Croce del naufragio" fino alla Basilica del Santo

Antonio 20-22: a piedi da Capo Milazzo a Padova, con la reliquia del Santo

Si è concluso domenica 9 ottobre, dopo 1800 chilometri e 103 giorni, nella Basilica del Santo a Padova, il cammino del progetto "Antonio 20-22", voluto dai Frati minori conventuali per fare memoria degli 800 anni dalla vocazione francescana, dall’arrivo in Italia e dalla prima predica a Forlì di sant’Antonio. Il cardinale Gambetti, che ha presieduto la Messa finale: “E’ stato un percorso travagliato e affascinante, faticoso ed esaltante, come quello del Santo”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Con sant’Antonio nello zaino hanno risalito l’Italia a piedi da Capo Milazzo a Padova, per 1800 chilometri e 103 giorni, come 800 anni fa il frate portoghese. Hanno portato la sua reliquia in parrocchie, comunità religiose, santuari, coinvolgendo più di 8 mila fedeli in veglie e Messe. Raccogliendo più di 7 mila preghiere da portare alla tomba del santo, protettore della casa, della famiglia e delle promesse di matrimonio, a Padova, e tanti gesti di fede e accoglienza semplice ma col cuore, da fratelli a fratelli.

Tre milioni di passi e 1800 chilometri, in oltre tre mesi

E dopo tre milioni di passi - a testa per i tre camminatori che hanno percorso tutte le 92 tappe del cammino “Antonio 20-22”, divisi a staffetta per altri “50 pellegrini ufficiali” e i più di 300 che si sono aggiunti per percorrere anche solo qualche chilometro - hanno raggiunto la Basilica del Santo a Padova, domenica 9 ottobre, percorrendo gli ultimi 500 metri in processione con la “croce del naufragio”. Alta 4 metri, è stata realizzata dall’artista milazzese Mariagrazia Toto con i legni delle imbarcazioni naufragate negli ultimi anni nello stretto di Sicilia, e inaugurata nel braccio di mare di Capo Milazzo, davanti al santuario rupestre di Sant’Antonio, il 27 marzo 2021, durante la Rievocazione del naufragio del Santo, che stava rientrando in Portogallo dal Marocco.

I portatori della croce. In rimo piano a sinistra, Alberto Friso
I portatori della croce. In rimo piano a sinistra, Alberto Friso

Processione per le vie di Padova, con la "Croce del naufragio"

A reggere la croce, intitolata “Voca me”, c’erano per primi i pellegrini che hanno percorso tutto il cammino, dal 30 giugno a Capo Milazzo: Alberto Friso, responsabile organizzativo di Antonio 20-22, Jorge Leitao, il pellegrino zero, e Giannino Scanferla, camminatore e scrittore. A guidare la processione padre Paolo Floretta, coordinatore del progetto “Antonio 20-22”, che ha portato il reliquiario con la reliquia ex ossibus, e fra Giovanni Milani, responsabile della peregrinatio delle reliquie di Sant’Antonio per la Basilica del Santo. Dietro di loro 350 pellegrini, tra i quali 160 hanno percorso l’ultima tappa, da Monselice a Padova.

Gambetti: cammino faticoso ed esaltante, come fu per Antonio

All’arrivo in Basilica, alle 16, si è celebrata la Messa solenne presieduta dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano e vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, frate minore conventuale. Questo ottavo centenario, ha detto nell’introduzione all’atto penitenziale, può essere considerato “paradigmatico dell’esistenza, perché segnato da un cammino a un tempo travagliato e affascinante, faticoso ed esaltante”. In tanti, dal 30 giugno, hanno ripercorso “quell’itinerario che 800 anni fa ha visto Antonio abbracciare la vita francescana, sbarcare in Sicilia nel 1220, risalire lungo la penisola per giungere ad Assisi al Capitolo delle stuoie, incontrare Francesco, ritirarsi a Montepaolo nel forlivese e cominciare la predicazione a Forlì il 25 settembre 1222” .

In cammino in Veneto
In cammino in Veneto

Le testimonianze di camminatori e ospiti su "Strada Facendo"

Prima del porporato, all’inizio della celebrazione, aveva parlato il rettore Antonio Ramina, salutando i camminatori radunati in Basilica, e provenienti da Venezia, Dolo, Camposampiero, Napoli, Trapani, Trieste, Trento, Lazio, Umbria. E c’era anche un nutrito gruppo di pellegrini siciliani guidati da don Carmelo Russo, rettore del santuario rupestre di Sant’ Antonio di Capo Milazzo. Il rettore ha poi chiesto ad Alberto Friso una testimonianza. Il quarantenne responsabile organizzativo del progetto “Antonio 20-22”, ha ripetuto quanto raccontato nel programma Strada facendo di Radio Vaticana il giorno prima, insieme a don Giovanni Amati, parroco dell’Unità pastorale di Rocca di San Casciano, che ha accolto i pellegrini per tre giorni nelle sue parrocchie, e a fra Giovanni Milani, responsabile della peregrinatio delle reliquie di Sant’Antonio per la Basilica del Santo, il frate minore che ha percorso più chilometri con i pellegrini. (Ascolta il podcast della puntata di Strada Facendo)

Friso: quando il vescovo di Mileto ha lavato i nostri piedi

Alberto Friso ha ringraziato chi si è unito al cammino anche per piccoli tratti, “tutti insieme – ha detto - siamo stati un grande popolo di Dio”. “A volte eravamo pronti a partire in 10, e ci trovavamo in 50 sulla strada – ha raccontato a “Strada Facendo” – è stata una staffetta molto aperta”. Ha ricordato le più di 8 mila persone che si sono unite in preghiera con la staffetta nelle serate delle 92 tappe, e le 7 mila invocazioni ricevute per essere portate sulla tomba di Sant’Antonio, “come la lettera bagnata dalle lacrime di una madre per il figlio in carcere”. Ha raccontato commosso a Radio Vaticana il gesto del vescovo di Mileto in Calabria, monsignor Attilio Nostro, che nella cattedrale, quasi al termine dell’omelia, ha detto “quelli dei pellegrini sono i piedi di Cristo e quindi venite qui che ve li lavo”. Non era una cosa preparata, sottolinea Friso, “e noi, dopo il primo imbarazzo, abbiamo visto in lui Gesù che ci lavava i piedi”. Altri sacerdoti, religiosi e volontari, che hanno aperto le porte di parrocchie, monasteri e santuari ai camminatori, hanno fatto lo stesso, come ci ha detto fra Giovanni Milani.

Lavanda dei piedi dei pellegrini, nell'eremo della Confraternita di San Giacomo
Lavanda dei piedi dei pellegrini, nell'eremo della Confraternita di San Giacomo

Il racconto del cammino con post e video sui social

“Il viaggio della vita” insomma, che Alberto, con un passato di giornalista al Messaggero di Sant’Antonio, ha condiviso con chi non ha potuto unirsi al cammino, attraverso post giornalieri su Facebook e video su YouTube, sulle pagine di Antonio 20-22. “Ci siamo sentiti sempre molto accompagnati da tante persone, e chi ha potuto camminare con noi anche per pochi metri, ha quasi sempre espresso il desiderio di tornare”. A chi era a casa, Alberto Friso diceva in ogni video:  “Siete nei nostri passi, nei nostri zaini, nelle nostre preghiere”.

Fra Milani: una donna ci attendeva in ginocchio sulla strada

Fra Giovanni Milani ha voluto sottolineare come l'arrivo della reliquia di Sant'Antonio nelle parrocchie e nelle comunità lungo il cammino, abbia "cambiato situazioni e creato eventi. Molti sacerdoti ci hanno detto che era da prima della pandemia che non riuscivano a riempire la chiesa come in occasione della preghiera con noi e il Santo". Alla fine degli incontri, molti lasciavano al frate o ai camminatori preghiera da portare sulla tomba di Antonio, "e il 70 per cento hanno chiesto il dono della pace". Fra Giovanni, 60 anni ma con un fisico da podista, ha ricordato con commozione una donna "che aspettava lungo un sentiero inginocchiata, era lì ad attenderci da un'ora. E' stata un espressione di fede straordinaria". Poi ha confronta le difficoltà del cammino nel 2022 con quelle del frate di Lisbona 800 anni fa. "Noi grazie alla sua reliquia abbiamo trovato sempre accoglienza, per lui non è stato altrettanto facile". Dopo il naufragio lui "con un altro fraticello, pur malato, ha trovato la forza per salire pian piano fino ad Assisi e poi a Padova", così anche per noi "nei nostri naufragi della vita, nel fallimento, se lasciamo spazio a Dio, lui ci da' la forza per ripartire".

 

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Photogallery

Momenti del cammino Antonio 20-22
12 ottobre 2022, 09:00