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Una mamma con la sua bambina per le strade di Odessa Una mamma con la sua bambina per le strade di Odessa

Il vescovo di Odessa, Šyrokoradjuk: ”Molti ucraini stanno tornando"

Nel sud dell'Ucraina, dalla diocesi latina di Odessa-Simferopol, monsignor Stanislav Šyrokoradjuk, racconta l’inversione di tendenza: “All’inizio della guerra, in tanti chiedevano di scappare in zone più sicure o all’estero. Ora sono di nuovo qui, soprattutto donne e bambini”. Le parrocchie cittadine pronte ad aiutare i profughi, sempre più in aumento

Federico Piana- Città del Vaticano

E’ una frase di speranza vera, quella che monsignor Stanislav Šyrokoradjuk pronuncia in modo convinto e deciso: “Nonostante tutto, ad Odessa sta ritornando molta gente”. Il vescovo della diocesi latina della città ucraina che si affaccia sul Mar Nero, spiega che “fin dall’inizio della guerra sono stati tanti quelli che hanno chiesto aiuto alle nostre strutture ecclesiastiche per fuggire in zone più tranquille del Paese o all’estero, come in Polonia e Germania. Ma ora la situazione è cambiata”.

Ascolta l'intervista a monsignor Stanislav Šyrokoradjuk

Chiesa in aiuto

Un’inversione di tendenza evidenziata anche dai numeri dei profughi da altre zone del Paese, sempre più in crescita, dice il presule: “Ora sono 40 mila, ad Odessa. E sono accolti in diversi rifugi, alcuni dei quali presenti anche a Kherson, Mykolaïv e in Donbass”. A spingere soprattutto donne e bambini a far ritorno a casa, non è solo il desiderio di rimettere piede nella propria terra natale e di ricongiungersi ai parenti che sono rimasti lì: c'è anche la spasmodica ricerca di cibo, acqua e vestiti. “Per aiutarli – spiega monsignor Šyrokoradjuk- cinque parrocchie cittadine hanno organizzato un sistema di sostegno grazie anche ai contributi delle Caritas di Polonia e Germania”.

Preghiere sotto le bombe

Ma tutta la regione di Odessa continua a soffrire. I lanci di missili sono quotidiani, come quello di due giorni fa che ha distrutto un condominio uccidendo più di venti persone. “E’ stato un atto brutale – denuncia il vescovo- ma ogni giorno riceviamo queste notizie. E’ triste dirlo, ma ormai ci siamo abituati”. Monsignor Šyrokoradjuk conclude sottolineando che la violenza non ha tolto ai fedeli il desiderio di pregare, il bisogno di trascendente: “Ogni giorno, in tutte le parrocchie, celebriamo quattro messe alle quali partecipano davvero in molti. La nostra speranza in Dio non è mai venuta meno".

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03 luglio 2022, 08:30