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Don Luigi Orione, nato a Pontecurone nel 1872 Don Luigi Orione, nato a Pontecurone nel 1872 

150 anni fa nasceva don Orione, luce della carità nel mondo

Il Santo, nato il 23 giugno sarà ricordato in una serie di iniziative durante tutta la settimana: da Pontecurone, dove è nato, a Sanremo luogo della morte. Padre Tarcisio Vieira, appena riconfermato alla guida degli orionini: da lui l'invito a "gettarsi nel fuoco dei tempi nuovi"

Michele Raviart – Città del Vaticano

“Per il bene dei giovani e di tutti gli emarginati”. Il fine della Piccola Opera della Divina Provvidenza per il martirologio romano racconta bene quelle che sono state le direzioni verso cui è stata indirizzata la santità del suo fondatore, don Luigi Orione, per tutti solo “don Orione”, nato il 23 giugno di 150 anni fa a Pontecurone, in provincia di Alessandria. Carità ed impegno con i ragazzi, che il Santo, canonizzato da San Giovanni Paolo II nel 2004, ha portato dal Piemonte a tutta l’Italia – storico il suo aiuto ai terremotati di Messina e Reggio Calabria nel 1908 – e al mondo, dalla Palestina all’America Latina.

Una settimana di celebrazioni

Tante le iniziative per questo anniversario. A Sanremo, dove don Orione morì nel 1940, domani si svolgerà una Messa in onore del Santo presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco e dal vescovo della città ligure monsignor Antionio Suetta, cui seguirà una conferenza dal titolo “solo la carità salverà il mondo” cui parteciperà anche don Flavio Peloso, già successore di don Orione alla guida degli orionini e postulatore del Santo. A Pontecurone domenica prossima la Messa in onore di don Luigi sarà celebrata dal vescovo della “sua” Tortona, monsignor Guido Marini, mentre proprio ieri si è concluso a Montebello il Capitolo generale di tutta la famiglia religiosa della Piccola Opera della Divina Provvidenza, che ha confermato alla sua guida il padre brasiliano Tarcisio Gregorio Vieira:

Ascolta l'intervista a padre Tarcisio Vieira

Padre Tarcisio, cosa rimane oggi dell’eredità di don Orione?

Don Orione è nato il 23 giugno 1872 ed è stato per la Chiesa e per il mondo una luce che si è accesa. Con un'espressione, è stato “portare al mondo la notizia e soprattutto la necessità di un'attenzione alla carità come mediazione per raggiungere la Chiesa e per vivere il Vangelo. Il principale messaggio di Don Orione è proprio questo: mediante la carità amiamo il Papa, amiamo la Chiesa perché questo è il messaggio e la notizia bella del Vangelo.

Associamo spesso Don Orione anche agli oratori e alla cura per i giovani. Qual è il suo modello educativo e quanto può essere attuale oggi?

Don Orione ha iniziato la sua congregazione con un’attenzione ai giovani, ai ragazzi, ai bambini, soprattutto negli oratori. Rimane il suo messaggio di attenzione verso i giovani. Un nostro superiore generale, alcuni anni fa, diceva così: “i giovani. Sono lontano loro o lontani noi?”. E allora don Orione è proprio il messaggero per dire che noi dobbiamo essere vicino ai giovani. Se riusciamo con i nostri propositi, con i nostri progetti, con le nostre attività a raccogliere i giovani e a essere vicino a loro possiamo fare tanto bene, perché quello di cui i giovani hanno bisogno oggi è soprattutto la presenza, la vicinanza, il supporto per vivere nel mondo di oggi, che come sappiamo è così difficile, e per vivere il Vangelo e essere vicino al Signore e alla Chiesa.

Sono 150 anni, lo ricordiamo, dalla nascita di Don Orione. Che cosa prevedono le celebrazioni?

L’evento principale è il capitolo generale, proprio vicino a Pontecurone, il paese natale di don Orione. Noi abbiamo già realizzato nella città una bella fiaccolata con i parrocchiani e con la gente della città e il 26 giugno ci sarà la Messa solenne per la celebrazione dei 150 anni della sua nascita, presieduta del vescovo di Tortona, monsignor Guido Marini. Sarà un momento di festa, bello, con tutta la città che ricorderà questo evento. Da Pontecurone al al mondo Don Orione è stato una luce e la sua nascita è stata una luce per la Chiesa e soprattutto per il mondo.

Un evento ci sarà anche a Sanremo. Qual è la storia di don Orione e il suo rapporto con la città dove poi è morto?

Da Pontecurone passiamo a Sanremo. Nato a Pontecurone, ha vissuto e fondato la congregazione a Tortona ed è morto per una particolare situazione di salute a Sanremo. Questo evento a Sanremo vuole mettere ancora in evidenza la figura, la missione e specialmente la spiritualità di don Orione. Ci sarà la presenza lì di don Flavio Peloso, che è studioso di don Orione e che è stato anche direttore generale della congregazione e suo successore.

Non è solo in Italia che don Orione ha operato. Qual è la sua eredità nel mondo?

La congregazione oggi è sparsa e in circa 30 nazioni del mondo. Don Orione la prima volta che è uscito dall'Italia è andato in Brasile, in America Latina, fondando le opere sia lì che in Argentina, dove ha vissuto anche 3 anni del suo ministero. La congregazione si è diffusa nel mondo proprio con questo messaggio: evangelizzare mediante le opere di carità, ma non solo quelle istituzionalizzate, facendo passando il messaggio che è proprio attraverso la carità che noi possiamo conquistare le genti e dimostrare la maternità della Chiesa.

Lei è stato riconfermato alla guida della congregazione. Come vede questo nuovo mandato e quali sono le sfide della famiglia orionina nel prossimo futuro?

Noi abbiamo scelto come tema di questo capitolo una frase di don Orione, pronunciata molti anni fa, almeno nel 1918, quando è stata registrata: “L’impegno è gettarsi nel fuoco dei tempi nuovi”. Don Orione vedeva l'umanità afflitta da tanti mali, bisognosa di ristorarsi nella fede, bisognosa del cuore di Gesù Cristo e diceva: “Noi dobbiamo andare al popolo. Dobbiamo uscire e andare verso la gente. È una necessità urgente quella di doversi gettarsi nel fuoco dei tempi nuovi per l'amore di Gesù Cristo, del Popolo e della Chiesa”. Allora l'impegno nostro come orionini – e ci abbiamo riflettuto molto anche in questo capitolo generale - è proprio questo e i confratelli mi hanno chiesto di accompagnarli in questa missione. Come direttore generale io so di contare sull’aiuto, sulla preghiera, sulla collaborazione di tanti confratelli, di tanti laici che sono sparsi per questo mondo, che è il mondo orionino formato da tante nazioni.

“Gettarsi nel fuoco dei tempi nuovi”, in concreto come pensate che questo si possa realizzare un secolo dopo la pronuncia di queste parole da parte di don Orione?

La nostra riflessione e i nostri propositi sono soprattutto nel senso di una spiritualità forte. Da religiosi è una riflessione “ad intra”, cioè rafforzare la nostra spiritualità, la nostra consacrazione religiosa e la nostra identità orionina. Ma questo per andare fuori verso la gente, verso il popolo per trasmettere l'amore del Signore tramite le opere di carità. È questo il nostro proposito e il nostro carisma.

 

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20 giugno 2022, 08:00