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Un'immagine che ritrae Luigi Maria Palazzolo fra i giovani Un'immagine che ritrae Luigi Maria Palazzolo fra i giovani 

Don Luigi Palazzolo, una vita spesa per i più poveri e gli ultimi

Fondatore dell’Istituto delle suore delle poverelle, è vissuto a Bergamo nell’800. Come sacerdote si è preoccupato particolarmente dei giovani e della loro istruzione e ha creato case di accoglienza per ragazze bisognose. Si è poi speso totalmente per i più indigenti, donando anche tutti i suoi averi. Alle sue religiose raccomandava di prendersi cura, con amore e misericordia, degli scartati e diceva spesso: “Avvolgetevi tra i poveri”

Tiziana Campisi – Città di Vaticano

Luigi Maria Palazzolo, che Papa Francesco canonizzerà domenica in Piazza San Pietro insieme ad altri 9 beati, era un sacerdote di Bergamo. Vive il suo ministero nel XIX secolo (1827-1886). È la madre ad educarlo cristianamente. Già da adolescente mostra amore per i poveri. Sceglie presto di vestire l’abito clericale e ordinato presbitero si dedica soprattutto ai giovani, preoccupandosi della loro istruzione e dedicando attenzione anche ad operai e contadini per i quali organizza corsi serali. Ma è per l’educazione della gioventù femminile che si adopera in particolar modo successivamente. Decide di allestire una casa per fanciulle e la affida ad una giovane maestra, Teresa Gabrieli, che si consacra per portare avanti il progetto. Sono questi gli inizi dell’Istituto delle suore delle poverelle. Alla Gabrieli, nel corso degli anni, si affiancano altre donne e nascono nuove comunità. Don Luigi, infaticabile, dà vita anche ad altre opere, crea strutture per gli orfani e fonda una famiglia religiosa maschile che cresce in breve tempo. Ma all’età di 58 anni, già sofferente a causa di una disfunzione cardiaca, muore. Ai suoi funerali prendono parte tantissime persone e in molti lo chiamano già “santo”. Oggi sono ancora le suore delle poverelle a continuare quel servizio ai più poveri che don Luigi raccomandava, con comunità, oltreché in Italia, in Congo, Costa d’Avorio, Malawi, Burkina Faso, Kenya, Brasile e Perù.

Un "carisma vivo"

Il 19 marzo 1963 Luigi Maria Palazzolo viene beatificato da Giovanni XXIII. Nel 2016 viene invocata la sua intercessione su una religiosa delle poverelle gravemente malata che guarisce inspiegabilmente. Si apre così la strada verso la canonizzazione che Papa Francesco ha autorizzato il 28 novembre 2019. Suor Linadele Canclini, postulatrice della causa, descrive il suo carisma ancora vivo nel lavoro quotidiano delle religiose da lui fondate che oggi si dedicano agli ultimi.

Ascolta l'intervista a suor Linadele Canclini

Luigi Maria Palazzolo vi ha lasciato un motto che per voi è ancora valido…

Validissimo. Il motto caratteristico del nostro fondatore è questo: “Io cerco e raccolgo dove altri non giunge. Perché dove altri giunge, lo fa assai meglio di quello che io potrei fare; dove altri non giunge cerco di fare qualcosa io, così come posso”. Questo motto è stato vissuto totalmente dal nostro fondatore in tutta la sua vita, ed è stato l'esempio, l’insegnamento, che è rimasto e rimane tutt'ora vivo per noi suore delle poverelle. Ed è tutt'ora l'anima della nostra attività apostolica, anche ai nostri giorni Le persone che seguiamo, che colgono la nostra predilezione, sono, infatti i più poveri.

Il vostro fondatore vi ha volute al fianco delle bambine più povere, in particolare. Oggi, quali sono le attività alle quali vi dedicate?

Le prime suore si sono dedicate alle bambine, ma subito hanno accolto anche orfane e hanno riservato attenzioni ad altre povertà. Oggi noi accogliamo bambine e bambini privi di famiglia, o in situazione di grave difficoltà; mamme e vittime di violenza; giovani in difficoltà; donne o uomini senza fissa dimora; anziani soli, malati, nelle case di riposo; persone affette da bulimia e anoressia. Abbiamo una comunità stabile che vive con le detenute nelle carceri di Bergamo e abbiamo un'altra comunità che le accoglie quando vengono disposti gli arresti domiciliari con servizi alternativi.

Qual è l'insegnamento più grande che vi ha lasciato il vostro fondatore?

Direi quello di contemplare il Cristo Crocifisso per ottenere da lui la forza e per riconoscerlo presente in tutti i fratelli poveri del nostro tempo. Questo risale anche a una sua esperienza fondamentale che noi chiamiamo “la sua folgorazione”. Si trovava a Roma, erano giornate di preghiera profonda, di esercizi spirituali. Nella chiesa di Sant'Eusebio, presso una casa dei gesuiti, è rimasto colpito - lo scrive precisamente nei suoi appunti spirituali - da Cristo ignudo sulla croce che ha suscitato in lui il desiderio di riconoscerlo in tutti i poveri del suo tempo, a Bergamo. Lui stesso scrive: “Ho deciso di spogliarmi di tutto per i poveri, gli orfani, le orfane”. Questo mi pare l'insegnamento più forte: rivestirsi di misericordia. Ci lascia infatti scritto: “Avvolgetevi tra i poveri”. Questo invito esprime tutto l'amore con cui il Palazzolo si è avvolto tra i poveri e ha chiesto a noi, sue figlie, di avvolgerci tra i poveri con cuore di madre, con cuore misericordioso.

Che testimonianza volete dare al mondo contemporaneo?

Papa Francesco ci parla spesso di attenzione ai margini della società, agli scartati della società. Per ogni cristiano non dovrebbero esistere persone scartate, persone ai margini; tanto più per il Palazzolo e per le suore delle poverelle. La nostra è la testimonianza di un amore forte a Cristo Crocifisso, presente nei poveri; rimboccandoci le maniche, cercando di dare loro amore, sorreggendoli, aiutandoli, confortandoli. E quando si tratta di bambini, minori, ragazzi, giovani, promuovendoli anche, non assistendoli soltanto, ma dando loro la possibilità di un futuro degno di rispetto e di stima.

Cosa dice all'uomo di oggi Luigi Maria Palazzolo?

Dice di amare, di vedere nell'altro la persona del Cristo, di avvolgere l'altro con cuore di misericordia. Questo vale anche per le nostre comunità, per le nostre parrocchie, per ogni contesto. Il Palazzolo ci direbbe di acuire la nostra attenzione proprio verso chi ha più bisogno, verso chi è meno riconosciuto, verso chi è povero.

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12 maggio 2022, 08:00