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Preghiera in Irlanda per gli scomparsi Preghiera in Irlanda per gli scomparsi 

Una Messa per gli "scomparsi” nel conflitto nordirlandese

Il Primate di tutta l’Irlanda, monsignor Eamon Martin, ha lanciato un appello ieri, nella Domenica delle Palme, per avere informazioni sulle vittime scomparse durante il conflitto nordirlandese, conosciuto come “The Troubles”, svoltosi tra la fine degli anni ‘60 e la fine degli anni ’90 e causa di oltre 3000 morti

Anna Poce – Città del Vaticano

Monsignor Eamon Martin, arcivescovo di Armagh, nella Domenica delle Palme, ha celebrato la Messa annuale per gli “scomparsi” - le persone che si ritiene siano state rapite, assassinate e sepolte segretamente nell'Irlanda del Nord, durante i così detti “The Troubles” -, nella cattedrale di San Patrizio, ricordando l’ingiusta condanna subita da Gesù e il suo processo farsa. Il presule ha sottolineato come anche oggi tristemente la scena si ripeta, il riferimento è a coloro che sono “soggetti a ingiusta detenzione, campagne diffamatorie e aggressioni semplicemente per aver parlato, o per essere coinvolti in proteste pacifiche; coloro che sono considerati una minaccia da governi potenti o dittatori; coloro che cercano solo di denunciare la corruzione, esercitare i loro diritti o proteggere le loro libertà e che affrontano accuse inventate, false incarcerazioni, torture o addirittura la morte”.

Il dramma dei “Troubles”

Durante la celebrazione eucaristica, il Primate di tutta l’Irlanda ha ricordato “il dolore vissuto per processi ingiusti, condanne segrete, esecuzioni sommarie e verità nascoste”. “Finora - ha precisato -  ci sono stati 19 casi noti di individui rapiti, uccisi e sepolti segretamente durante i Troubles, ma è probabile che ce ne siano altri”, le cui famiglie si trovano ad affrontare “l’ulteriore agonia di non sapere dove i loro cari sono sepolti e perché e come sono stati presi”. Un’agonia che viviamo anche in questi ultimi giorni, come mostrano le scene scioccanti provenienti dall’Ucraina. Immagini – ha spiegato il presule - che “ci fanno capire quanto crudele possa essere il nostro mondo quando il conflitto, l'omicidio, la vendetta e il terrore corrompono l'anima e dimenticano l'amore”. Monsignor Martin ha tuttavia sottolineato come questo incontro annuale tra famiglie e amici di persone scomparse, che non si sono mai conosciuti prima, con culture e background diversi, ma “tutti uniti dalla compassione e dalla comune esperienza di perdita, domande senza risposta e dolore irrisolto”, faccia emergere anche tanta empatia e solidarietà. Una solidarietà tale che non permette alla speranza di morire e al male di avere l’ultima parola.

Appello per chiedere a chi sa di parlare

Consapevole di quanto sia importante che chiunque sia a conoscenza di ciò che è successo agli scomparsi si faccia avanti, il presule ha concluso la sua omelia con un appello “alla coscienza di chi possa aiutare con i casi di Lisa Dorrian, Joe Lynskey (che ancora non è stato trovato dopo 50 anni), Seamus Maguire, Columba McVeigh e Robert Nairac”, per fare in modo che l'attesa straziante delle loro famiglie “possa essere accorciata e perchè coloro che rimangono nascosti possano finalmente avere una sepoltura cristiana”.

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11 aprile 2022, 10:35