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Museo Diocesano Genova: rinasce capolavoro del gotico italiano

Nonostante la chiusura imposta dalle misure anti-covid19, l'attività del Museo Diocesano di Genova non si ferma. E' prevista in primavera la presentazione al pubblico del progetto di recupero del monumento funebre del cardinale Luca Fieschi, capolavoro del gotico italiano, smembrato nel corso dei secoli

Paolo Ondarza - Città del Vaticano

Al Museo Diocesano di Genova la cultura non chiude, rinasce. Durante questo difficile periodo in cui a causa dell’emergenza Covid-19 gli spazi espositivi restano chiusi al pubblico, l’attività prosegue nel segno della speranza. In particolare si lavora ad un progetto che contribuirà alla riscoperta dell’arte trecentesca e di un’importante pagina nella storia della città. Protagonista è il Monumento funebre del cardinale Luca Fieschi, attore di primo piano nella vita politica e culturale della città nel XIV secolo. L’iniziativa denominata  “Rinasce un capolavoro. Il monumento Fieschi al Museo Diocesano” è promossa dall'Arcidiocesi di Genova e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo ed è stata presentata nei giorni scorsi..

Un dettaglio del monumento funebre
Un dettaglio del monumento funebre

Otto metri di altezza

Tra i primi ad essere costruiti dopo il 1336 e prima del 1343, all’interno della Cattedrale di San Lorenzo per espressa volontà testamentaria del porporato, stretto collaboratore di Bonifacio VIII, il Monumento nel corso dei secoli è stato spostato e smembrato perdendo la sua fisionomia originaria. In questi ultimi mesi è divenuto oggetto di un’importante lavoro di ricomposizione e presto tornerà ad essere ammirato, se non nell’aspetto originario, nell’imponenza dei suoi otto metri di altezza, all’interno di un nuovo spazio creato ad hoc nelle sale del Diocesano di Genova. 

Un grande puzzle

“I pochi documenti che descrivono il monumento – spiega a Vatican News la direttrice del Museo Paola Martini - ci riferiscono di un'opera imponente. Ci siamo trovati di fronte ad un grande puzzle, una sorta di mosaico tridimensionale composto da frammenti di diversa consistenza, rovinati dall’incuria e dalla fretta con cui si è proceduto a smontare il monumento quando la casata Fieschi aveva perso pregnanza politica”. In seguito i frammenti principali furono accorpati in un primo tempo in cattedrale, poi nel 1991 trasferiti nel Museo Diocesano. Circa 120 tasselli minori furono invece conservati nei depositi. “Quando li abbiamo accostati l’uno all’altro ci siamo resi conto dell’imponenza di questa macchina sepolcrale ed è nata l’idea di tornare ad esporli".

Ascolta l'intervista a Paola Martini

Tracce di colore

"Non è una vera propria ricostruzione”, tiene a precisare Paola Martini. “Mancano troppi pezzi e non c’è una documentazione sufficiente per comprendere lo schema della struttura originaria”. Significative novità sono venute alla luce durante questi mesi: “quando si prendono i frammenti in mano emergono particolari importanti, come ad esempio le importantissime tracce di colore: il rosso nelle vesti o l’oro sulle ali degli angeli”.  “Avvalendoci dei mezzi tecnici odierni e del lavoro di una squadra appassionata e impegnata in questo studio, restituiamo alla città uno dei suoi simboli, con l’obiettivo di fornire agli studiosi delle prossime generazioni e al largo pubblico la possibilità di confrontarsi con un’epoca e con una delle pagine fondamentali della nostra storia”.

Rinasce un capolavoro. Guarda il video del Museo Diocesano di Genova

Fusione di architettura e scultura

Nipote di Adriano V e pronipote di Innocenzo IV, Luca Fieschi apparteneva infatti alla casata guelfa dei conti di Lavagna, prestigiosa famiglia genovese. Ordinato cardinale non ancora trentenne da Bonifacio VIII, fu noto a Genova per la sua attività di benefattore, politico, diplomatico, intellettuale, collezionista  di libri,  codici raffinati ed opere d’arte. Il monumento funebre è tra i più antichi e notevoli esempi di gotico italiano, in cui struttura architettonica e decorazione plastica si compenetrano.  Raffinato il realismo ritrattistico del volto del porporato, la cui figura è distesa all’interno di una camera funeraria circondata da due angeli che sorreggono le cortine del baldacchino. Di grande vivacità espressiva sono nel registro inferiore della tomba le scene dell’Apparizione di Cristo agli Apostoli e la Verifica della Stimmate.

Un dettaglio del monumento funebre
Un dettaglio del monumento funebre

L'arte non si ferma

“Prevediamo di aprire nella tarda primavera”. Conclude la direttrice Paola Martini: “i tempi sono stretti, ma molto del lavoro è già stato eseguito l’estate scorsa. In questo periodo così difficile non ci siamo fermati. È questo uno dei motori della nostra missione come museo ecclesiastico: non fermarsi e far vivere le opere stesse che conserviamo”.

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25 novembre 2020, 08:00