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In Polonia la Caritas compie trent'anni

Le radici dell’attività caritativa della Chiesa polacca, l'attenzione ai bambini vulnerabili e agli anziani soli. Il direttore: "La misericordia è per tutti"

Isabella Piro - Città del Vaticano

Tre persone riunite in una stanza all’ultimo piano del Segretariato della Conferenza episcopale polacca (Kep) a Varsavia: gli inizi della Caritas della Polonia sono stati questi. Era il 1990 ed oggi, a trent’anni di distanza, sono più di cento le persone che operano nell’organismo, portando aiuto a centinaia di migliaia di bisognosi non solo nel Paese, ma anche in tutto il mondo. Il 9 ottobre a Varsavia si sono tenute le celebrazioni per il 30.mo anniversario della Caritas Polska: dopo una Messa solenne nella Cattedrale da campo dell'esercito polacco, è seguito un convegno sul tema “Solidarietà e carità”, quindi una serata di gala durante la quale persone e istituzioni di merito dell'organizzazione hanno ricevuto un’onorificenza.

La storia

In realtà, le radici dell’attività caritativa della Chiesa polacca risalgono al 1929 quando a Poznań viene fondato l'Istituto Caritas. La seconda guerra mondiale e l’occupazione tedesca, tuttavia, ne interrompe l’operato, anche se la Chiesa resta sempre e comunque al fianco dei più bisognosi. Con l’avvento del comunismo, nel 1950, un’organizzazione laica subordinata allo Stato rileva tutte le strutture gestite dalla Caritas prima della guerra e quindi gli aiuti della Chiesa si sviluppano in modo informale, a livello parrocchiale. Nel 1981, poi, viene istituita la Commissione episcopale polacca per la Carità che, soprattutto negli anni ’80, diventa fondamentale per distribuire sul territorio gli aiuti esteri diretti alla Polonia. Dopo i cambiamenti politici della fine degli anni ’80, il cui culmine è la caduta del Muro di Berlino, il 10 ottobre del 1990, la Kep istituisce la Caritas Polska, definendola nel suo Statuto "un’istituzione pastorale di beneficenza della Chiesa cattolica in Polonia", il cui scopo è "il servizio di misericordia della Chiesa realizzato nel campo dei bisogni umani spirituali e materiali".

L'opera caritativa durante la pandemia

Il più antico programma della Caritas Polska, che continua ancora oggi, è iniziato nel Natale del 1994: è la vendita delle candele di Avvento, il cui ricavato viene destinato ai bambini bisognosi. Altri programmi per i ragazzi includono borse di studio e materiale scolastico gratuito per le famiglie in difficoltà. In questo 2020 segnato dalla pandemia da coronavirus, inoltre, la Caritas polacca ha contribuito alla didattica a distanza degli studenti fornendo loro numerosi portatili. Ogni anno, inoltre, spiega padre Marcin Iżycki, direttore dell’organismo, “consegnamo a 280mila persone bisognose circa 14mila tonnellate di cibo. In tempo di pandemia, questo aiuto ha acquisito una nuova dimensione, è stato necessario anche più del solito: oltre al cibo, infatti, abbiamo donato ai bisognosi anche dispositivi di protezione individuale”.

Gli aiuti all'estero

Ulteriori programmi di aiuto sono rivolti agli anziani, per i quali è stata predisposta una carta prepagata per la spesa quotidiana, oltre che diverse attività di socializzazione, inclusa l’alfabetizzazione digitale, per aiutarli a non sentirsi esclusi. Caritas Polska è, inoltre, attiva nelle zone di conflitto o di particolare emergenza, come lo Yemen, la Siria, la Striscia di Gaza, il Venezuela, il Kurdistan iracheno e alcuni Paesi africani. “Il nostro aiuto arriva in 19 nazioni di 4 continenti – afferma padre Iżycki – e le persone che lo ricevono si stima che siano oltre un quarto di milione, inclusi sfollati, rifugiati e vittime di disastri naturali, di povertà, di fame e di malattie”. “Non scegliamo chi aiutare – conclude -, nella Chiesa universale la misericordia è per tutti e noi diamo aiuto a tutti i bisognosi”.

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11 ottobre 2020, 09:30