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Carlo Acutis, niente mezze misure

Quando la leucemia lo strappa a chi gli vuole bene, Carlo Acutis ha 15 anni. Quello che però già ha costruito come cristiano, la forza della sua coerenza, la creatività della sua fede, travalica i limiti dell'anagrafe. Carlo è soprattutto un messaggio per i giovani di oggi, insegna che essere amici di Dio non è questione di età ma di scelta e che questo rende davvero felici

Eugenio Bonanata e Nicola Gori – Città del Vaticano

Un invito a guardare all’amore, alla misericordia e al perdono di Gesù, per costruire un mondo migliore. È questa l’eredità di Carlo Acutis per i ragazzi del nostro tempo. Un messaggio essenziale che parla dell’esistenza di una dimensione ultraterrena e di un’altra vita oltre quella attuale, dove incontreremo il nostro Salvatore, ricordando quei valori che travalicano il momento presente e che ci proiettano verso il futuro. La quarta e ultima puntata di ‘Lo chiameremo beato’, la serie di video realizzata da Officina della Comunicazione in collaborazione con VatiVision, si rivolge soprattutto ai giovani coinvolgendoli direttamente nella narrazione. Il percorso, infatti, intitolato ‘L’eredità’, chiama in causa alcuni di loro che appartengono a oratori intitolati a Carlo Acutis nati un po’ in tutta Italia in questi anni.

Con il suo esempio Carlo afferma ai suoi coetanei che sui principi morali non vi possono essere compromessi o mezze misure, suggerendo di stare attenti, di vigilare affinché gli interessi commerciali, sociali e politici non riducano l’uomo a burattino o a semplice esecutore di filosofie sterili. A fronte dei mali del mondo, delle violenze, delle guerre e dei conflitti, anche all’interno delle famiglie, Carlo propone di abbracciare Cristo e il suo Vangelo. Agli scoraggiati, ai delusi dalla vita, ai sofferenti, a chi è tribolato, solo e abbandonato, Carlo indica l’Eucaristia.

Questa per lui era la garanzia che l’uomo non è mai lasciato solo, neppure quando tutto sembra crollargli addosso. Ai ragazzi e ai giovani contemporanei Carlo ripete che l’Eucaristia è il rimedio infallibile per risolvere i problemi dell’umanità.

Proprio per la sua capacità di condividere con gli altri i misteri della fede, Carlo può essere definito un vero apostolo in tutti gli ambienti in cui è vissuto, che sono quelli tipici di un adolescente: famiglia, scuola, sport, tempo libero, viaggi, giochi.

Da laico ha saputo ravvivare il fervore e la pratica cristiana anche in tanti consacrati e Sacerdoti. Ed è stato un autentico testimone di quanto sia vera la parabola della vite e dei tralci. Infatti, ha sempre cercato di rimanere attaccato alla linfa vitale del ceppo della vite, Cristo Signore, per portare frutti abbondanti in tutto quello che faceva e progettava.

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10 ottobre 2020, 07:00