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Il Consiglio Permamente della Cei Il Consiglio Permamente della Cei 

La Cei: no alle disuguaglianze, no al cancro della burocrazia

Si chiude a Roma il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana. I vescovi affermano che durante il lockdown per il coronavirus, e anche ora, "in molte realtà si è registrata una proficua collaborazione con enti pubblici e privati". In merito al referendum il segretario generale, monsignor Russo, ha giudicato in modo positivo l'alta affluenza e sui migranti ha affermato che la questione deve essere affrontata dall'Unione Europea

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

La Cei segue con attenzione l’evoluzione della società italiana dopo il lockdown per l’emergenza coronavirus. Nel comunicato finale del Consiglio Permanente, che si è chiuso ieri a Roma, i presuli affermano che “in molte realtà si è registrata una proficua collaborazione con enti pubblici e privati, Amministrazioni comunali, terzo settore, aziende: sono relazioni di cui l’Episcopato sottolinea la ricchezza e a cui intende dare continuità. Accanto ai segni positivi, non sono mancati i motivi di preoccupazione, a partire dal profilarsi del rischio di una crisi, che può diventare un moltiplicatore delle diseguaglianze, esacerbando fratture e differenze sociali preesistenti, anche in termini di divario tra Settentrione e Meridione”.

Purtroppo la malavita prospera anche al Nord

I vescovi hanno così espresso “parole forti sia contro il cancro della burocrazia – che troppe volte frena pesantemente progetti e attività imprenditoriali – sia nei confronti della malavita mafiosa, che prospera anche nel Nord del Paese. Da una parte, la Chiesa italiana chiede che si rafforzino – anche attraverso un utilizzo intelligente dei fondi europei – le politiche di attivazione e gli strumenti di inclusione socio-lavorativa, anche con interventi puntuali di riqualificazione professionale e di formazione continua; dall’altra, intende operare per una Caritas ‘concreta, a-politica e della gratuità’ (Benedetto XVI), che sappia esprimere la vicinanza e la solidarietà che nascono dal Vangelo e al Vangelo conducono”.

Positiva l'affuenza al refererendum 

Il segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo, in conferenza stampa, non si è espresso sull’andamento del referendum costituzionale di domenica, anche se ha parlato di un “netto pronunciamento per la semplificazione", ma ha rilevato che l’elevata affluenza è un fatto positivo, “che non era scontata viste le misure di sicurezza per il Covid”. E sui migranti, monsignor Russo ha detto che è significativo che la Commissione Europea si occupi di questo tema; dunque “il patto di Dublino è interessante, può essere migliorato, ma è importante che il percorso continui e che ci sia la volontà di accogliere le persone raccolte in mare. I modi di accoglienza poi dovranno essere approfonditi”

Chiesa riferimento per molti, ma impegnarsi per ravvivare la fede

Al centro dei lavori del Consiglio Permanente anche la situazione della religiosità in Italia. I vescovi hanno rilevato che “ è passato il volto di una Chiesa che nella pandemia è stata riferimento per molti, con la sua capacità di farsi vicina ai bisogni materiali e spirituali della gente. Con convinzione il Consiglio Permanente ha espresso parole di ringraziamento per la generosità di cui il popolo di Dio ha saputo dar prova nell’emergenza. In una stagione di disorientamento e anche di distanza – è stato osservato – questa caratteristica di prossimità della Chiesa italiana diventa ancora più significativa. Si esprime in una ‘santità della porta accanto’, nella cura delle relazioni, nel ritrovare amore amicale per le persone, nello stile di umiltà di chi non presume di essere superiore agli altri, nell’eloquenza dei gesti che portano a curvarsi sui più deboli, nella disponibilità ad ascoltare le sofferenze e le domande profonde sul dolore, la morte, la figura stessa di Dio”. Per i presuli quindi, “il tempo presente diventa ricco di opportunità per un annuncio spirituale. E se, da una parte, va custodito e sostenuto il patrimonio della religiosità popolare, dall’altra, la situazione di scollamento di tanti battezzati spinge a impegnarsi con tutte le forze per coltivare una fede di qualità, attorno ai contenuti essenziali. Si tratta di formare discepoli del Vangelo, che sappiano essere testimoni della comunione con il Signore e della speranza cristiana nella vita eterna”.

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24 settembre 2020, 12:16