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Elogio degli uomini illustri e provvidenza di Dio

L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, celebra la Messa in memoria dei vescovi defunti della Chiesa ambrosiana. Ricordare l'importanza della loro vita, dice, è un atto di “fede intelligente”

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

Facile, molto facile, “elogiare i lontani”. Sconosciuti famosi, donne e uomini di altri Paesi e secoli. Molto meno lo è “la pratica dell’elogio di persone che hanno vissuto i nostri stessi giorni, le nostre stesse vicende”, persone delle quali conosciamo i difetti. Il preambolo di monsignor Mario Delpini risuona nel Duomo di Milano nel giorno in cui, memoria liturgica del cardinale Schuster, la Chiesa ambrosiana ricorda gli arcivescovi defunti.

Magnanimità e riconoscenza

“L’elogio di persone concrete, conosciute, inevitabilmente imperfette, è – spiega l’arcivescovo di Milano – l’espressione di un animo magnanimo”, che richiede la rinuncia alla meschinità e all’invidia, sentimenti che inducono a elencare di una persona nota “i particolari fastidiosi o antipatici”, dimenticando la persona nel suo insieme. Invece “La magnanimità si compiace del bene, lo sa apprezzare e ne gioisce” e così, prosegue il presule, l’elogio diventa un “atto di riconoscenza”. La stessa riconoscenza nutrita dalla Chiesa milanese per gli uomini che l’hanno guidata in passato: è un atto di “fede intelligente” con cui – sostiene il capo dell’arcidiocesi ambrosiana – si riconosce “nella storia l’opera dello Spirito di Dio, che, come si dice, ha scritto diritto anche sulle righe storte”.

Atto di perdono

Monsignor Delpini nota un’altra caratteristica che scaturisce dall’elogio degli uomini illustri e conosciuti. È un’“occasione – dice – per chiedere perdono, per fare pace con momenti e atteggiamenti sbagliati”. Giacché “costa riconoscere di aver avuto torto” o che “le nostre ingiuste critiche possono aver ferito, che abbiamo preteso pazienza e comprensione per scelte e atteggiamenti che meritavano correzioni e rimproveri”.

I segni di Dio

“Attraverso gli arcivescovi che oggi commemoriamo – sottolinea l’arcivescovo di Milano – abbiamo ricevuto grazie, visioni, parole necessarie, correzioni opportune, e ogni benedizione”. Il Padre misericordioso ha mostrato la sua pazienza, la sua misericordia, la sua sapienza attraverso questi nostri vescovi. Siamo stati aiutati a conoscere Dio, siamo stati aiutati a riconoscere i segni del Regno di Dio che viene.

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31 agosto 2020, 18:49