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Salesiani: cuori protesi verso giovani e famiglie

Tramite la campagna #noicis(t)iamo lanciata dai “Salesiani per il Sociale”, sono stati finanziati alcuni progetti rivolti a giovani e famiglie in difficoltà anche a causa della crisi dovuta alla pandemia. Con noi don Mario Oscar Llanos, salesiano, presidente dell’associazione Cerchi D'Onda

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Una goccia di bene può generare onde solidali sempre più ampie, anche in un periodo difficile e complesso come quello attuale funestato dalla pandemia. È questa la linea della onlus “Cerchi D'Onda”, associazione che si occupa di assistenza socio-educativa di giovani e famiglie in situazioni di disagio e a rischio. Aderendo alla campagna #noicis(t)iamo promossa dai “Salesiani per il Sociale”, “Cerchi D'Onda” - strumento al servizio della missione salesiana - ha scelto di destinare i proventi del 5x100, oltre 18 mila euro, al Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma, comunità educativa pastorale di salesiani e laici, al servizio dei giovani e delle famiglie. La finalità è duplice: assicurare un futuro, attraverso un mirato percorso formativo, a ragazzi accolti in casa famiglia e sostenere nuclei familiari resi più fragili dalla pandemia e dalle conseguenti emergenze legate al mondo del lavoro.

Giovani da accompagnare

I progetti finanziati si intrecciano con storie e vite segnate da difficoltà da superare e da speranze per un futuro da costruire. Uno di questi progetti riguarda una ragazza di origine tunisina di 19 anni, abbandonata dalla madre e adottata da una sua compaesana molto anziana e poi portata in Italia quando ancora frequentava le elementari. Da un anno una giovane famiglia, che ha aderito al “Movimento Famiglie Affidatarie e Solidali”, la segue e la aiuta. La ragazza frequenta l’Istituto Tecnico per il Turismo e uno dei suoi prossimi obiettivi è quello di poter proseguire gli studi almeno fino al diploma. Grazie ad una borsa di studio e al sostegno di un educatore, potrà affrontare il prossimo anno scolastico. Un altro progetto riguarda un ragazzo di 17 anni arrivato in Italia dall’Albania. Soffre di una grave patologia ancora non diagnosticata in modo esatto ma che non gli consente di vedere bene, ancora non diagnosticata in modo esatto. La situazione di emergenza sanitaria rende più lenta la diagnosi e ancor più difficoltoso il suo inserimento nel mondo lavorativo. Sarà affiancato da un educatore e riceverà una borsa di lavoro idonea.

Famiglie da sostenere

I progetti finanziati dall’associazione “Cerchi D'Onda” e destinati al Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma prevedono anche interventi in favore di nuclei familiari. Tra i beneficiari c’è in particolare una mamma di origine ucraina con 5 figli. A seguito del periodo di isolamento forzato, la situazione familiare è ulteriormente peggiorata, richiedendo interventi emergenziali di supporto. Il Borgo Ragazzi don Bosco ha attivato diverse azioni a sostegno dell’intero nucleo familiare. Un altro progetto riguarda una famiglia bengalese con 4 figli, di cui 2 disabili. Durante la quarantena sono stati donati pacchi alimentari e alla ragazza più grande, affetta da importanti disabilità, è stato dato un computer, per poter seguire le lezioni e completare il percorso di studi. Durante l’emergenza sanitaria, sono stati seguiti anche nuclei che vivono in campi Rom. È stata aiutata in particolare una famiglia composta da 7 persone. I genitori, a causa della pandemia, non riuscivano più a provvedere ai bisogni dei loro 5 figli. Sono stati forniti aiuti e pacchi alimentari a cadenza settimanale. È stato infine dato un prezioso sostengo a una famiglia cinese composta da padre e madre e da una figlia nata in Italia. La ragazza è stata accolta nella comunità del Borgo Ragazzi nel 2018 in seguito ad un ricovero per una forma grave di depressione. Qui ha avuto la possibilità di stringere nuove amicizie e, gradualmente, ha cominciato a vivere la sua adolescenza. Il periodo dell’emergenza Covid è stato molto complesso, ma la ragazza è riuscita a concludere l’anno scolastico con ottimi risultati. La famiglia, rimasta senza fonti di reddito durante il lockdown, è stata inoltre aiutata a superare gravi difficoltà economiche.

Solidarietà cristiana

Il Covid può aver prodotto anche una tendenza alla chiusura rispetto agli altri. Nonostante questo, la sensibilità cristiana è alta e forte. È quanto sottolinea don Mario Oscar Llanos, salesiano, presidente dell’associazione Cerchi D'Onda:

Ascolta l'intervista a don Mario Oscar Llanos

R. - Noi stiamo sostenendo la campagna #noicistiamo promossa dai “Salesiani per il Sociale”. Grazie a Dio, abbiamo potuto sostenere questa iniziativa di solidarietà. È una goccia nel mare…

Questa goccia del mare va ad aiutare in particolare due realtà, che in questo periodo possono essere ancora più fragili: i giovani e le famiglie…

R. - In questo caso, sono giovani che non possono più essere accolti in case famiglia e devono essere accompagnati verso la vita adulta. Sono stati scelti giovani, che davvero hanno bisogno. Non hanno un lavoro e non sanno come affrontare questo periodo e non sanno neanche come far fronte a tante difficoltà personali e sociali. Non hanno una famiglia alle spalle. Per questo si trovavano in una casa famiglia. E poi un altro problema è quello delle famiglie. Abbiamo scelto di sostenere alcuni nuclei familiari particolarmente provati da questa emergenza.

Come la pandemia sta cambiando il mondo della solidarietà?

R. -  Così come il Covid ha toccato tanti aspetti della nostra vita, obbligandoci a nuove forme di relazione, ci indirizza anche a nuove forme di fundraising, a nuove modalità di collegamento con la sensibilità della gente per gli altri. Il fatto che il Covid ci abbia rinchiuso in casa, molte volte può aver prodotto anche una tendenza alla chiusura rispetto agli altri. Questa è una cosa molto delicata e l‘abbiamo verificata in diverse forme. Ciononostante, c’è chi pensa a coloro che stanno peggio. E questa è una sensibilità altamente cristiana, ‘samaritana’. L’associazione Cerchi D'Onda dal 2003 ha realizzato tantissimi progetti in diverse parti del mondo proprio per venire incontro a quelle persone, che sono più bisognose, più vulnerabili, più sole, più a rischio. In questo caso il Covid ha lasciato margini ancora più acuti e duri di solitudine. Con questo piccolo progetto, abbiamo cercato di andare incontro ad alcuni sperando che ci possano essere molti altri disposti ad aderire a questa campagna di solidarietà. Se tutti diamo anche poco, si può andare incontro a tantissimi bisogni. E questo è quello che promuoviamo. Grazie a Dio, la sensibilità delle famiglie cristiane, in questo senso, è alta e ci ha aiutato a realizzare questi progetti per sostenere giovani usciti dalle case famiglia e che devono essere accompagnati verso la vita adulta. Ed anche famiglie che soffrono particolarmente per l’emergenza Covid.

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03 luglio 2020, 13:41