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Mattarella ad inaugurazione struttura per rifugiati nel 2019 Mattarella ad inaugurazione struttura per rifugiati nel 2019 

Mattarella alla Civiltà Cattolica: da 170 anni siete un punto di riferimento

Il 9 luglio scorso il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha ricevuto presso il Palazzo del Quirinale il Collegio degli scrittori de La Civiltà Cattolica, guidato dal Direttore, padre Antonio Spadaro, in occasione dei 170 anni dalla pubblicazione della rivista. Era presente all’incontro il Preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Arturo Sosa

Giancarlo la Vella – Città del Vaticano

Un incontro di 50 minuti, nel quale dopo i discorsi ufficiali, il Capo dello Stato italiano, Sergio Mattarella, ha incontrato, il 9 luglio scorso al Quirinale, i padri gesuiti della Civiltà Cattolica. Il quindicinale della Compagnia di Gesù ne parla diffusamente, ricordando anche la visita di Mattarella alla sede del periodico, il 21 maggio 2015, e la visita dei padri al palazzo presidenziale il 16 febbraio 2017 in occasione della pubblicazione del numero 4.000 della Civiltà Cattolica.

Un affezionato e autorevole lettore

Siamo affezionati al Presidente – scrive la Civiltà Cattolica – sia per la sua storia personale e il suo legame con la rivista, che conosce da sempre; e lo siamo anche perché per noi rappresenta l’Italia, il nostro amato Paese. In particolare, sentiamo profonda gratitudine per la sua energica difesa della Costituzione. “Dopo 170 anni, ci servono occhi nuovi per riconoscere le novità in questa complessa epoca della storia, che sta sorgendo davanti a noi. Abbiamo bisogno di un’intelligenza sempre più penetrante”, ha detto il padre Generale, Arturo Sosa nel suo saluto a Mattarella. “La Civiltà Cattolica ha approfondito la sua missione, cercando di assumere sempre più lo sguardo proprio della fede che l’ha ispirata dalla sua fondazione, per aprirsi a una sempre maggiore internazionalità, capace di mostrare il multiforme, multiculturale volto di Dio, prendendo un percorso ben diverso dal globalismo, che vorrebbe l’uniformità a beneficio dei mercati senza alcuna sensibilità autenticamente umana, come la pandemia ha chiaramente manifestato”, ha proseguito il padre Sosa. La pandemia ci conferma in maniera paradossale che il mondo è unito e che le barriere sono di cartapesta. Le frontiere portano voci che devono ascoltarsi reciprocamente. Le sfide che abbiamo davanti sono tante.

Parlare ad una pluralità

Il Direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, ha affermato che la rivista esclude ogni pretesa che si possa costruire una ‘civiltà cattolica’ incurante della pluralità delle idee. Esclude pure la pretesa che i cattolici possano e debbano costruire la ‘civiltà’ da soli, senza il contributo di chi porta valori diversi, ma validi perché umani. . "Come Compagnia di Gesù, responsabile de La Civiltà Cattolica, – ha confermato il padre Generale – rinnoviamo l’impegno a collaborare con tutte le persone e i movimenti costruttori della vera pace".

Il saluto di Mattarella

La Civiltà Cattolica è, da sempre, un punto di riferimento, ha detto il presidente Mattarella ai padri gesuiti. Vi ringrazio per il contributo che la Rivista, sempre più internazionale, dà al nostro Paese sul piano del tessuto culturale e su quello della sollecitazione costante – non soltanto con richiamo ai valori – a riflettere e ad affrontare, in maniera adeguatamente approfondita, tutti i problemi che si presentano. Di questa capacità, di questa attitudine ad approfondire i problemi e a riflettere adeguatamente, c’è un enorme bisogno, nel nostro Paese come altrove. Occorrono davvero occhi nuovi per affrontare la situazione che abbiamo davanti. La pandemia sta dimostrando a tutti che, nel mondo, siamo legati da una sorte comune, e che abbiamo dei pericoli comuni. Questa considerazione dovrebbe attribuire un sapore di futilità – che risulta tuttora difficile superare e abbandonare – ai motivi di contrasto che invece affannano il mondo. Occorre sviluppare in profondità il discernimento per comprendere in che modo trasferire nei comportamenti concreti e quotidiani questa percezione che si riscontra – piuttosto indefinita – di una condizione e di un destino comuni, in un mondo che, invece, sembra tentato dall’abbandono delle formule di collaborazione internazionale, di tutte le forme di multilateralismo che non evitano completamente ma, quanto meno, attenuano l’egoismo dei più forti a danno dei più deboli. 

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21 luglio 2020, 13:24