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St. Patricks Cathedral-New York  City St. Patricks Cathedral-New York City 

Usa, preghiera per la libertà religiosa: ancora tante le sfide

Pregare ed agire per la libertà: con questo obiettivo, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha avviato, da ieri fino al 29 giugno, la “Settimana della libertà religiosa”. L'arcivescovo di Miami: la libertà religiosa è garanzia di tutti gli altri diritti. Occorre proteggere le istituzioni che la alimentano. Con noi per una riflessione da New York Maddalena Maltese, di Religion for Peace

Gabriella Ceraso e Emanuela Campanile - Città del Vaticano

Dal 22 al 29 giugno un'intensa settimana dedicata alla preghiera per la libertà religiosa accompagna gli Stati Uniti per volere dei vescovi della Conferenza episcopale. "Il diritto alla libertà religiosa ha il suo fondamento nella dignità stessa della persona umana. La libertà religiosa è il diritto umano che garantisce tutti gli altri diritti, la pace e la convivenza creativa saranno possibili solo se la libertà di religione sarà pienamente rispettata". Così in apertura di questi giorni monsignor Thomas G. Wenski, arcivescovo di Miami e presidente ad interim del Comitato per la libertà religiosa della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (USCCB).

Religione , politica e diritti

"Per il bene di tutti" è il tema che accompagnerà questi giorni, per i quali monsignor Wenski incoraggia tutti i cattolici a partecipare sostenendo la libertà religiosa, messa “sotto stress”- afferma -  in tutto il mondo. “Anche nelle nostre democrazie liberali occidentali – sottolinea il presule -, la discriminazione contro la religione in generale e contro il cristianesimo cattolico in particolare, sta crescendo anche se in modi forse più sofisticati e meno violenti”. Nelle parole del presule le sottolineature sul fronte politico e del diritto. "Gli analisti politici e i difensori dei diritti umani – spiega - includono la religione nella loro agenda. Ma la maggior parte di loro enfatizza la ‘tolleranza’ come se la religione fosse solo una fonte di conflitto. Oppure, parla di religione in termini di ‘scelte individuali’, come se la religione riguardasse solo la convinzione di un individuo e non avesse conseguenze sociali”. Tuttavia, aggiunge, “come la libertà di parola dipende non solo dal diritto di dire ciò che si ha in mente, ma anche dall'esistenza di istituzioni come giornali, università, biblioteche, partiti politici e altre associazioni che costituiscono quella che chiamiamo ‘società civile’ – conclude -, così anche la libertà di religione ‘per il bene di tutti’ deve comprendere la protezione di quelle istituzioni che alimentano il libero esercizio della religione da parte dell'individuo”.

Le sfide della libertà religiosa negli Usa

La libertà religiosa, così importante, è garantita negli Stati Uniti - spiega ai nostri microfoni Maddalena Maltese, portavoce dell'organizzazione interreligiosa Religion for peace - dal primo emendamento della Costituzione, ma questo non esclude la presenza di numerose sfide che "si concretizzano in azioni conformi alla fede". La Maltese cita per esempio la possibilità di celebrare e farlo in luogo sicuro, la possibilità di fare obiezione di coscienza nelle cliniche abortive o nelle prescrizioni di farmaci abortivi fino alla resistenza alle politiche governative quando non sono in linea coi principi religiosi.

E con la libertà c'è la pluralità religiosa altro aspetto tipico degli Usa che "è  una ricchezza" e vive soprattutto nel "servizio comune ai più bisognosi," ma sempre col rischio della "strumentalizzazione politica della fede",  su cui i leaders religiosi dibattono.

Ascolta l'intervista a Maddalena Maltese

R.- La libertà religiosa negli Stati Uniti è garantita dal primo emendamento della Costituzione, ma questo non significa che tutt'oggi non ci siano delle sfide, e sono quelle che poi si concretizzano nelle scelte e nelle azioni conformi alla fede. Una delle sfide ad esempio per la libertà religiosa è quella di poter celebrare le proprie funzioni e le proprie Messe in luoghi sicuri, senza temere attentati. Tutti ricordano ancora e hanno sulla pelle i 26 morti della chiesa Battista, del Texas, come gli 11 della sinagoga di Pittsburgh per cui questa settimana della Libertà religiosa che la Chiesa Cattolica ha inaugurato non è solo per i cattolici ma proprio anche per tutte le fedi. Un'altra libertà e sicuramente dalle politiche governative. In questo momento ad esempio la diocesi di Brownsville, tra Texas e Messico, ha una disputa giuridica con il governo perché si è rifiutata di cedere terreni della diocesi per costruire il muro. Ecco anche questa è una libertà: tu puoi esercitare sui luoghi di tua proprietà un modo di vivere la fede e di occuparti dei tuoi fedeli. C'è poi ancora l'obiezione di coscienza nelle cliniche abortive o nella prescrizione dei farmaci abortivi. Ecco la fede si esercita anche in questi luoghi ed è sicuramente messa alla prova, e c'è bisogno che sia esercitata in piena libertà.

Negli Stati Uniti vige una pluralità di religioni, come è la convivenza nel rispetto ovviamente delle reciproche libertà?

R. - La pluralità religiosa è sicuramente una delle ricchezze degli Stati Uniti e sul terreno pratico, diciamo, si applica in aiuto concreto, nella assistenza immediata ai poveri, ai migranti, alle fasce più sofferenti della popolazione e nelle celebrazioni ecumeniche. Certo c'è poi sempre un rischio palese che è quello della strumentalizzazione politica della fede. In questo momento l'amministrazione statunitense ha un Ministero dedicato e stanzia fondi anche a livello internazionale. Nella realtà, ad esempio, un recente sondaggio di maggio del Pew Research Center ha mostrato che gli americani credono che l'amministrazione aiuti di più i cristiani evangelici bianchi, seguiti dagli ebrei, dai cattolici e all'ultimo posto i musulmani. Per cui decisamente questa pluralità è una grande ricchezza ma attenzione alle strumentalizzazioni sempre dietro l'angolo e motivo di dibattito e di dialogo anche tra i leader religiosi qui negli Stati Uniti.

Come le religioni stanno lavorando in questo periodo così delicato per gli Stati Uniti per accompagnare appunto proprio il paese?

R. - Sia il razzismo che la pandemia hanno posto le Chiese e le fedi di fronte a grandi sfide. Nel caso del razzismo sicuramente è una sfida della purificazione della memoria, una sfida anche ad agire insieme, per, non solo pregare e condividere, ma anche per garantire una giustizia sociale. Garantita anzitutto dal non usare male le Scritture nei libri sacri, per stigmatizzare un gruppo rispetto a un altro, che diventa ad esempio richiesta di riforma della polizia che altresì richiede di partecipare a quelle che sono le manifestazioni pacifiche, non temendole, perché in fondo anche queste manifestazioni, come diceva Martin Luther King, sono la lingua delle persone non ascoltate. Significa anche garantire uguaglianza nei luoghi di lavoro, di studio, di preghiera. Alcune università infatti stanno attivando dei Fondi straordinari proprio per supportare delle borse di studio per le minoranze afroamericane. Anche il Covid indubbiamente ha creato interrogativi e suscitato reazioni di coesione sociale, anche se dobbiamo dire che ci sono stati degli approcci differenti inizialmente anche di stigmatizzazione della popolazione asiatica. Ci sono state anche delle contrarietà nei confronti delle regole date dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Dall'altra parte invece abbiamo visto grandi organizzazioni interreligiose come Religion for peace che hanno lavorato sul territorio. Religion for Peace ha organizzato webinar con l'Unicef, con l'Agenzia di rifugiati, proprio per educare i leader religiosi nell'accompagnare le loro comunità nel seguire, ad esempio, tutte le norme sanitarie richieste, il distanziamento, il culto on-line, l'assistenza ai poveri perché non venisse meno. E poi abbiamo organizzato dei momenti di preghiera e settimanalmente ancora ora ci sono proprio dei webinar di formazione sia sul razzismo sia sulla gestione del Covid per avere dei leader responsabili, aperti al dialogo, alla collaborazione, e anche ben formati. Uno degli esempi più belli di collaborazione tra le fedi e contro il razzismo è stato sabato scorso a Chicago dove oltre 500 leaders religiosi hanno marciato insieme ricordando appunto la fine della schiavitù del Texas: lì concretamente si è vista una comunità unita, impegnata nella difesa della dignità umana senza nessuna differenza di colore di pelle e di condizione sociale.

Ogni giorno un'intenzione

Le date prescelte per questa speciale settimana non sono casuali: il 22 giugno ricorreva la memoria liturgica dei Santi Tommaso Moro e Giovanni Fisher, morti per aver difeso il primato del Romano Pontefice nella disputa sul matrimonio di Enrico VIII; mentre il 29 giugno ricorre la Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Patroni di Roma. L’invito alla preghiera dei vescovi della USCCB è rivolto a tutti i cattolici del mondo perché, affermano, nella libertà religiosa tutte “le persone hanno lo spazio per fiorire” e promuovere la libertà religiosa significa “promuovere il bene comune” e rafforzare “la vita della nostra nazione e della comunità delle nazioni”.

Le intenzioni

Ad ogni giorno della Settimana della libertà religiosa, corrisponde un’intenzione e una riflessione che la Conferenza episcopale statunitense ha pubblicato sul proprio sito in lingua inglese e spagnola. Tra i vari propositi, quello di poter creare un dialogo civile e rispettoso senza cadere nella dinamica del voler prevalere sull’interlocutore con la violenza delle parole; che le scuole cattoliche possano avere lo spazio di operare secondo le proprie convinzioni continuando così ad essere una fonte di vitalità per la società intera.

Repubblica Centroafricana

Per il 28 giungo è prevista una giornata di preghiera dedicata al Centrafrica. La Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti insieme ad altre realtà cattoliche hanno lavorato a fianco dei leader religiosi della RCA contribuendo a lanciare il Partenariato interreligioso nel Paese africano. Numerosi i programmi di recupero psicologico e fisico per le vittime di violenza, di percorsi per la costruzione della pace e altri programmi per aiutare i giovani ad apprendere competenze, ad accedere a prestiti su piccola scala e ad avviare aziende agricole e commerciali. Allo stesso tempo, la Chiesa non dimentica di fornire aiuti umanitari alle migliaia di sfollati.

 

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23 giugno 2020, 11:00