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Rifugiati in fila ad una frontiera Rifugiati in fila ad una frontiera 

Giornata Mondiale del Rifugiato: il Centro Astalli lancia una campagna social

È partita la serie di iniziative del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, tra cui la campagna #traccesolidali, per celebrare al meglio la Giornata del Rifugiato del 20 giugno. Tutte le realtà che assistono migranti e profughi si ritroveranno giovedì 18 per la veglia ecumenica “Morire di speranza”, per non far calare l'attenzione sul grave problema delle persone inghiottite dal mare mentre cercano salvezza

Marco Guerra – Città del Vaticano

“In ognuno la traccia di ognuno”, questo il tema scelto dal Centro Astalli per celebrare la Giornata mondiale del rifugiato 2020, indetta dalle Nazioni unite e che ricorre il 20 giugno di ogni anno.

70 milioni di rifugiati in emergenza

Diverse le iniziative animate dal Centro Astalli, al fine di promuovere una “nuova cultura dell'accoglienza e della solidarietà”, che richiede un ulteriore scatto nell’impegno di tutti, dopo che la pandemia di Covid-19 ha aggravato le condizioni dei rifugiati che hanno visto i loro viaggi della speranza interrompersi bruscamente a causa della chiusura delle frontiere. Si stima infatti che oltre 70milioni di persone sono costrette a vivere in un Paese o in una località che non hanno scelto.

Pandemia, opportnità di cambiamento

In questa cornice il Centro Astalli esorta a trasformare l’evento della pandemia in un’opportunità di cambiamento, ma allo stesso tempo evidenzia che il coronavirus minaccia contesti sfiniti da anni di guerre, povertà estrema, crisi umanitarie. Insediamenti e campi per sfollati e rifugiati accolgono migliaia di uomini, donne, bambini relegandoli in un limbo in cui diritti e futuro sono sospesi in un tempo indeterminato.

La campagna social

Per sensibilizzare l’opinione pubblica il Centro Astalli ha quindi lanciato il contest #traccesolidali. In pratica viene chiesto a tutti di postare su Facebook o Instagram una foto “che rappresenti un piccolo gesto di solidarietà, attenzione, cura dell'altro e di ciò che ci circonda”. Nel farlo bisogna inserire l'hashtag #traccesolidali e taggare il @CentroAstalli che condividerà le foto sulle sue pagine social,e , tra tutte quelle arrivate, saranno estratte a sorte quelle vincitrici di 3 mascherine realizzate dalle donne rifugiate della Casa di Giorgia.

La veglia ecumenica

Il calendario di eventi, che coinvolge tutte le sedi italiane del Centro Astalli, culminerà con la veglia ecumenica "Morire di speranza", in memoria di tutte le vittime delle migrazioni,, che si terrà a Roma, presso la chiesa di Santa Maria in Trastevere, il 18 giugno. La celebrazione sarà presieduta da monsignor Stefano Russo, Segretario Generale della Conferenza episcpale italiana, e vedrà la partecipazione di altre realtà che sul territorio si occupano di migranti: Comunità S. Egidio, Federazione Chiese evangeliche, Caritas, Acli,  Migrantes, Scalabriniani.

Calano i morti in mare

Il Centro Astalli ricorda che solo nel 2019 sono stati 1.283 i migranti morti nel Mediterraneo mentre tentavano di raggiungere l'Europa. Un numero in calo (-44% rispetto al 2018) ma che conferma ancora una volta il rischio altissimo delle traversate. Nel 2019 i migranti arrivati in Europa via mare in Italia, Spagna e Grecia sono stati 110.669 (è il sesto anno consecutivo che la cifra supera quota centomila), con una diminuzione del 5% rispetto all'anno precedente. Il tratto più pericoloso continua ad essere quello tra Libia e Italia, dove muore un migrante su 33 rispetto a un rapporto di uno a 35 nel 2018 e uno a 51 del 2017. Il Servizio per i rifugiati dei Gesuiti fa notare quindi che al significativo calo degli arrivi nel 2019 non è corrisposto un altrettanto significativo calo delle vittime, sebbene il numero annuale di decessi sia diminuito di anno in anno dopo il 2016, quando più di 5.000 persone hanno perso la vita attraversando il Mediterraneo.

Rifugiati bloccati

“La situazione era grave prima ed è grave adesso, gli accordi con la Libia e con la Turchia ormai hanno qualche anno e bloccano di fatto l’ingresso a tanti rifugiati che cercano di arrivare attraverso l’unica via possibile in questo momento, ovvero i trafficanti”, spiega a Vatican News, Donatella Parisi, portavoce del Centro Astalli. “Con il coronavirus – aggiunge – questo contesto viene aggravato e il Centro Astalli ha contestato duramente il decreto del Governo Conte che dichiarava non sicuri i porti italiani”.

Ascolta l'intervista a Donatella Parisi

In Siria la crisi più pericolosa

Diversi sono i fronti internazionali su cui il Servizio dei Gesuiti pone i riflettori, così riferisce ancora la Parisi: “Ci sono delle crisi umanitarie e delle guerre che ci preoccupano moltissimo, la Siria è al suo decimo anno di guerra e ha milioni di sfollati interni e di rifugiati all’estero, una situazione che potrebbe diventare esplosiva se si aggiungesse una emergenza sanitaria dovuta al coronavirus”. “Poi siamo molto attenti alle crisi nell’Africa Occidentale  - prosegue la Parisi - Nigeria e Mali su tutte e il Corno d’Africa; molto calda è anche l’area dell’America Latina, sebbene da lì arrivano meno rifugiati in Europa”.

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06 giugno 2020, 15:28