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Sud Sudan, novena di Pentecoste per combattere la pandemia

Nella diocesi di Tombura-Yambio invocazione dello Spirito Santo anche per chiedere il consolidamento della pace e la ripresa della formazione del nuovo governo interrotta dall’arrivo del virus. Appello del vescovo Hiiboro Kussala al mondo: non lasciateci soli, abbiamo bisogno di preghiere ed aiuti materiali

Federico Piana - Città del Vaticano

La pandemia si può combattere anche invocando lo Spirito Santo. La diocesi di Tombura -Yambio si trova in Sud Sudan, Paese centro - orientale africano afflitto da decenni di guerra civile, povertà, crisi ambientali ed ora anche dalla durezza del coronavirus. Il suo vescovo, monsignor Eduardo Hiiboro Kussala, ha indetto una novena in preparazione della Pentecoste – solennità nella quale si celebra l’effusione dello Spirito Santo - con una speranza: “Che lo Spirito possa illuminarci e darci forza per accettare ed affrontare le sfide nelle quali ora ci troviamo. E possa indicarci la strada per essere cristiani in una situazione nella quale anche il nostro modo di pregare è stato messo a dura prova”.

Ascolta l'intervista a monsignor Kussala

Lei fa riferimento alla quarantena che ha impedito le celebrazioni con il popolo e chiuso le chiese?

R.- Abbiamo passato la Pasqua nelle nostre stanze, in modo individuale. Da mesi i fedeli non pregano insieme e ciò potrebbe anche deformare la spiritualità con la quale torneranno in chiesa. Con questa novena, noi chiediamo allo Spirito Santo di farci rimanere sempre uniti, come un’unica Chiesa, anche se per ora rimaniamo nelle nostre case.

La novena ha anche lo scopo di chiedere la pace per una Nazione attraversata da conflitti e tensioni…

R.- Non c’è solo il problema della pandemia. Il coronavirus è arrivato mentre si stava tentando di formare un nuovo governo, rimasto incompleto. Con la novena, chiediamo allo Spirito Santo di illuminare i capi del Paese e la sua gente, affinché tutti lavorino insieme per costruire la pace.

In tempo di emergenza sanitaria, come si può definire la situazione politica?

R. - E’ sospesa. Nulla sta andando avanti. Ci sono state difficoltà nella gestione della pandemia: il virus ha addirittura colpito il vicepresidente e sua moglie, ministro della Difesa, ed altri ministri. Prima dell’emergenza, si sarebbe dovuto finire di formare il governo nazionale ma ora tutto è bloccato. Preghiamo lo Spirito Santo perché riprenda il percorso di pacificazione.

La sospensione della quale lei parla potrebbe innescare nuove tensioni e violenze?

R.- E’ possibile. Il compromesso praticato finora dalle forze politiche non ha dato frutti, visto che c’è ancora scontro tra i partiti. E poi c’è mancanza di leadership in ogni parte del Paese che potrebbe generare nuovi conflitti. La comunità internazionale non ci è tanto vicina, dovrebbe fare di più.

So che lei vuole lanciare un appello al mondo intero…

R. - Sì. Tutti i fedeli e i nostri amici nel mondo devono continuare a pregare per noi. Perché non abbiamo istruzioni per combattere il virus: noi ci affidiamo completamente al Signore. Nei villaggi preghiamo ma non basta, occorre l’orazione di tutti. Poi abbiamo necessità anche di aiuti materiali. So bene che l’Europa e gli altri Paesi occidentali sono occupati a curare le proprie ferite, ma chiedo di guardare anche alle nostre necessità. Vi prego, non vi dimenticate di noi!

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28 maggio 2020, 13:06