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Torino, memoria liturgica della Sindone. Marinelli: “Ci fa sentire uniti a Cristo”

La ricorrenza è stata istituita da papa Giulio II nel 1506. La sindonologa Emanuela Marinelli: “La pandemia impone uno svolgimento diverso ma i social danno una mano. Tutto il mondo coinvolto in un evento che infonde speranza”

Federico Piana- Città del Vaticano

Il 4 maggio è un giorno davvero speciale per tutti i cristiani del mondo: si celebra la memoria liturgica della Sindone. Alle 17, l’arcivescovo di Torino e custode pontificio del ‘sacro lino ’, monsignor Cesare Nosiglia, officia la Messa nella cappella dell’arcivescovado che, in tempo di pandemia, si svolge senza fedeli ma viene trasmessa da tv e social. Emanuela Marinelli, sindonologa di fama internazionale, usa un’espressione efficace per ricordare come la Sindone possa essere d’aiuto nei momenti più bui e tetri della storia dell’umanità: “E’ vero che bisogna aver fede senza avere segni ma è pur vero che possediamo la fragilità di San Tommaso: ognuno di noi vorrebbe mettere il dito in quelle piaghe. E il Signore ci è venuto incontro lasciandoci un oggetto preziosissimo che fa vedere la sua immagine, mostra il suo sangue, e ci avvicina all’ evento che ha cambiato la storia: la redenzione”.

Ascolta l'intervista a Emanuela Marinelli

Professoressa, la festa di oggi ha origini antiche…

R.- E’ stata istituita da papa Giulio II nel 1506. La data del 4 maggio è stata scelta perché il giorno precedente, il 3 maggio, si celebrava il ritrovamento della santa croce da parte di Sant’Elena, la madre dell’imperatore Costantino. E Giulio II, con questa decisione, ha voluto mettere in evidenza il fatto che dopo la Croce viene la Sindone. Concetto ripreso nel 1600 dal vescovo Agassino Solaro di Moretta e successivamente, nel 1700, dal beato Sebastiano Valfrè che sosteneva: la croce ha ricevuto Gesù vivo e lo ha restituito morto; la Sindone ha ricevuto Gesù morto e lo ha restituito vivo. Dunque, la croce è il buio e la Sindone è la luce.

La pandemia impone uno svolgimento inusuale della festa rispetto al passato?

R.- Sì. Prima del virus, nella cattedrale di Torino, dove è conservata la Sindone, si svolgeva una solenne celebrazione mentre a Roma, parallelamente, se ne teneva una simile nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme, dove ci sono le reliquie della santa croce portate da Sant’Elena e una copia a grandezza naturale della Sindone oltre al crocifisso sindonico di monsignor Giulio Ricci. Quest’anno, visto che il virus rende impossibile tutto questo, si è pensato di chiamare in causa la tecnologia, internet. La messa che celebra l’arcivescovo di Torino viene trasmessa non solo dalla tv ma anche da Facebook, da un canale Youtube dedicato e dal sito ufficiale www.sindone.org.

La festa non prevede solo la celebrazione eucaristica…

R. - Esatto. Dalle ore 15 in poi, sempre sugli stessi social, c’è un evento chiamato ‘Voci della Sindone’. Grandi studiosi della Sindone e sacerdoti della diocesi di Torino si confrontano e si alternano nella lettura di brani sacri fino alle ore 17, momento della messa.  E' una giornata molto intensa che ci fa sentire uniti a Cristo e che mette in connessione tutto il mondo, come è successo lo scorso Sabato Santo, quando la preghiera davanti alla Sindone dell’arcivescovo Nosiglia è stata seguita da più di un miliardo di persone.

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03 maggio 2020, 20:02