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Regno Unito. I vescovi: tutelare gli immigrati in tempo di Covid-19

“La dignità della persona umana è una questione primaria”. Lo afferma Monsignor Paul McAleenan, responsabile della Pastorale per i migranti e richiedenti asilo all’interno della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles

Isabella Piro - Città del Vaticano

L'appello arriva dal Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (Jrs) che, insieme ad altre organizzazioni umanitarie, chiede al Primo Ministro, Boris Johnson, di concedere, in questo tempo di pandemia da coronavirus, il permesso di soggiorno temporaneo a coloro che si trovano in uno status di immigrazione insicura.

In nome della dignità umana

"Nella crisi attuale – ribadisce monsignor Paul McAleenan, responsabile della Pastorale per i migranti e richiedenti asilo attraverso una nota pubblicata sul sito web della Chiesa cattolica inglese – il rispetto della dignità umana esige che a tutti, senza eccezioni, sia dato il diritto di proteggersi dal Covid-19 e di ricevere cure mediche, se necessario”. "Siamo costantemente esortati a proteggere noi stessi e gli altri per il bene comune della società – sottolinea - e a chi non ha un permesso di soggiorno permanente dovrebbero, quindi, essere dati l'opportunità e i mezzi per farlo, anche per ridurre il rischio che metta a repentaglio la salute pubblica”. “Spero sinceramente – auspica il presule - che il nostro governo prenda in considerazione la possibilità di adottare misure adatte in risposta alle circostanze straordinarie che dobbiamo affrontare".

L'invito al premier Johnson

Nella missiva inviata al premier e firmata dal Jsr insieme ad oltre venti organizzazioni che operano in favore di migranti e rifugiati, si mette in luce il fatto che nel Regno Unito, chi ha uno status di immigrazione insicura non ha diritto ai fondi pubblici, il che significa che non può accedere a molti benefici, tra cui l’alloggio, quanto mai importante, in un momento in cui la quarantena è necessaria per contenere i contagi. Di qui, la richiesta dei firmatari di aprire anche il mercato del lavoro a tutti coloro che si trovano in questa situazione, per evitare “storie strazianti di persone ridotte alla fame, rimaste senza un tetto e sfruttate”.

Proteggere tutta la società

Già in circostanze normali, continua la lettera, gli immigrati e i rifugiati devono affrontare “giorno per giorno la lotta per la sopravvivenza”, ma ora, a causa dell’emergenza sanitaria, la loro situazione si è aggravata. Permettere alle persone di regolarizzare il loro status – conclude la missiva - è il modo più efficace per garantire loro il supporto di cui hanno bisogno durante questa crisi e quindi proteggerà la società nel suo complesso”.

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04 maggio 2020, 10:45