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I fedeli di nuovo nelle chiese dopo il lockdown per il coronavirus I fedeli di nuovo nelle chiese dopo il lockdown per il coronavirus

Tornano le messe nelle chiese, i fedeli con guanti e mascherine

Da ieri le celebrazioni eucaristiche, dopo il protocollo tra Cei e governo per la Fase 2 della pandemia di coronavirus. L'intesa prevede che l’accesso ai luoghi di culto sia effettuato in modo da evitare assembramenti. Da Nord a Sud in tanti coloro che sono andati nelle chiese per ricevere l'Eucarestia

Alessandro Guarasci-Città del Vaticano

Assieme a San Pietro hanno aperto ieri le chiese in tutta Italia per la prime messe dopo tante dirette streaming. Distanziamento, mascherine e igienizzanti per le mani. Nella Fase 2, le celebrazioni dopo l'esplosione della pandemia di coronavirus sono all'insegna della prudenza, frutto del protocollo tra Cei e governo.

I fedeli tornano nelle chiese per le messe

La situazione nelle parrocchie

A Roma, fin dalla mattina, i fedeli hanno cominciato ad affluire nelle parrocchie, ma le celebrazioni più frequentate sono state quelle della sera. Nelle settimane del lockdown, tante sono state le parrocchie che hanno permesso di seguire le messe su Facebook o sul web, ma molti fedeli hanno sentito la mancanza di poter ricevere direttamente l’Eucarestia. Porte aperte anche al Duomo di Milano. "Cari fedeli vi abbiamo aspettato tanto", ha detto monsignor Gianantonio Borgonovo, arciprete del Duomo, accogliendoli per la loro prima messa dopo le restrizioni per il coronavirus. A Napoli, alla prima messa nella Chiesa di San Nicola alla Carità, in via Roma, nella mattinata di ieri si sono presentati alcuni fedeli, altre persone si sono fermate a pregare prima di andare al lavoro. A Bolzano, il parroco di don Bosco, don Giampaolo Zuliani, ha detto che "viviamo tempi particolari e il problema è vivere la nostra fede dentro le circostanze in cui il Signore ci pone".

Il protocolo tra Cei e governo

Il protocollo nella Fase 2 prevede che l’accesso ai luoghi di culto sia effettuato in modo da evitare assembramenti; che la distanza tra le persone debba essere di almeno un metro sia lateralmente che frontalmente, che chi accede ai luoghi di culto debba indossare la mascherina per coprire naso e bocca. Si chiede inoltre di regolare gli accessi e il rispetto della normativa tramite volontari, e si ricorda ai fedeli che non è consentito entrare in chiesa qualora si abbiano sintomi influenzali o temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5° C o, ancora, qualora si sia stati a contatto con malati di Covid-19. Per quanto riguarda la celebrazione vera e propria, si chiede di ridurre al minimo la presenza di celebranti e ministranti; di evitare la presenza del coro e lo scambio della pace. La Comunione viene consegnata al banco, senza che nessuno debba alzarsi dal proprio posto; il sacerdote e gli eventuali ministri straordinari dovranno indossare mascherina e guanti e aver igienizzato le mani; l’ostia dovrà essere offerta soltanto sulle mani dei fedeli e facendo attenzione a non toccarle.

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19 maggio 2020, 09:53