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Charles de Foucauld, vissuto molti anni in Algeria e ucciso a Tamanrasset Charles de Foucauld, vissuto molti anni in Algeria e ucciso a Tamanrasset 

Charles de Foucauld: la ricerca di Dio e l’amore per i fratelli

Una vita originale, affascinante, avventurosa, umile, quella del sacerdote francese, riconosciuto santo: vissuto tra ‘800 e ‘900, spostandosi tra Francia, Medio Oriente e Nord Africa, profeta del dialogo interreligioso tra cristianesimo ed islam. Intervista a padre Andrea Mandonico.

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

Un uomo “che ha fatto bene alla Chiesa”, così osservava Papa Francesco nel centenario della morte di Charles de Foucauld, questo straordinario sacerdote, riconosciuto ieri ufficialmente santo dalla Chiesa universale. Una vita conclusa a soli 58 anni, il primo dicembre 1916, a Tamanrasset in Algeria, nel deserto del Sahara ed iniziata a Strasburgo, in Francia, il 15 settembre 1858, dove il piccolo Charles, di famiglia nobile, orfano a soli 6 anni, era cresciuto nell’agiatezza con la sorellina ed il nonno materno, di cui appena ventenne aveva ereditato il patrimonio.

Povero tra i più poveri e dimenticati          

Educato alla religione cattolica se ne allontana ben presto per abbracciare la carriera militare, inviato in Algeria e Tunisia, per poi abbandonare la divisa, tornare in Francia e ripartire per il Nord Africa, compiere imprese da esploratore, addentrandosi nel pericoloso Marocco, raccogliendo grande successo nella comunità scientifica internazionale. L’anima di Charles è però inquieta e non paga della gloria, si appassiona a Dio. Tornato in Francia, a 32 anni entra in una comunità monastica trappista, dove resta 7 anni, per poi recarsi a Nazareth, in Terra Santa. La sua vocazione è confermata dall’ordinazione sacerdotale al rientro a Parigi, da dove viene inviato missionario in Algeria, stabilendosi tra gli indigeni di Beni Abbes e poi per oltre 10 anni tra i Tuareg nel deserto del Sahara, facendosi umile e povero tra i poveri, in ascolto e in aiuto dei fratelli più dimenticati. Qui resterà vittima di un agguato di una banda di predoni. Grande la sua produzione di scritti, oltre che di un dizionario di lingua francese-tuareg, usato ancora oggi.

I piccoli fratelli e le piccole sorelle

A pochi anni dalla morte - senza avere fondato una sua famiglia spirituale – la fama di fratel Charles si propaga nel mondo fino al riconoscimento ufficiale della sua santità. A portare avanti la sua opera e i suoi insegnamenti sono i tanti piccoli fratelli e piccole sorelle, oltre 13 mila oggi, sparsi nel mondo in una ventina tra istituti e comunità, associati nella Famiglia spirituale Charles de Foucauld.

L’importanza di imitare Gesù

Ma qual è stata la novità del suo annuncio? Anzitutto tornare al centro della fede cristiana, sottolinea padre Andrea Mandonico, vice postulatore della causa di canonizzazione, docente al Centro studi interreligiosi dell’Università Gregoriana, dove quest’anno ha tenuto il corso “Cristianesimo e islam, una fraternità possibile? il beato Charles de Foucauld”. Fratel Carlo – spiega padre Mandonico - ha saputo tornare all’amore di Dio, alla centralità dell’amare e dell’essere amati dal Signore, è stato un uomo evangelico, che ha preso sul serio il Vangelo ed ha cercato di tradurlo nella vita di tutti i giorni, praticando l’apostolato della bontà, che diventa esempio trainante verso l’amore di Dio, mettendo al centro l’amore per i poveri, per i piccoli, per coloro che il mondo ha dimenticato, ricordando a noi cristiani, al di là di tanti discorsi e anche di tanta dottrina, l’importanza di imitare Gesù.

Ascolta l'intervista a p. Andrea Mandonico

Profeta del dialogo interreligioso

Una vita quella di Charles de Foucauld, originale, affascinante, sregolata prima, intraprendente e avventurosa poi, umile, santa infine. Che cosa collega questo itinerario, anche tormentato, di ricerca interiore? “Non ha mai cessato, mancato di fare la volontà del Signore”, osserva padre Mandonico. Profeta del dialogo interreligioso tra cristianesimo e islam. Sono passati oltre 100 anni dalla sua morte. Che cosa non abbiamo ancora imparato da fratel Carlo per sentirci fratelli nell’umanità? “Che siamo tutti figli di Dio e per questo dobbiamo imparare a trattarci con dignità e fraternità”, questo ha voluto trasmettere Charles de Focauld, una personalità famosa nel mondo – soprattutto attraverso le opere dei suoi seguaci - ma ancora poco conosciuta nei suoi scritti, commenta padre Mandonico, che a breve pubblicherà un libro dedicato al nuovo santo, dal titolo Mio Dio come sei buono. La vita e il messaggio di Charles de Foucauld, edito dalla Libreria Editrice Vaticana.

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28 maggio 2020, 10:49