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Caterina e i suoi amici in collegamento Skype Caterina e i suoi amici in collegamento Skype

Pregare il Rosario in community ai tempi del Coronavirus

Un gruppo di ragazzi da varie parti d’Italia si riunisce via Skype tutte le sere non solo per darsi una mano nello studio, ma anche per recitare il Santo Rosario e trovare, attraverso la preghiera, la forza di guardare oltre l’emergenza del coronavirus con speranza

Marina Tomarro - Città del Vaticano

Il periodo di emergenza a causa del coronavirus ha portato a disposizioni di chiusura, non solo gli uffici, ma anche scuole ed università. E come molti lavoratori hanno comunque continuato a lavorare attraverso lo Smart working da casa, cosi anche i ragazzi, in collaborazione con i loro professori e gli Istituti frequentati, stanno proseguendo il percorso formativo, creando insieme anche delle forme alternative di condivisione attraverso Skype o i social, vivendo così insieme i momenti di studio pur stando fisicamente lontani.

Studiare lontani ma connessi

“In questo momento - racconta Caterina Colecchia giovane di origine molisana, assistente alla Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma - io sono a casa a preparare il concorso in magistratura, ma con i miei colleghi di università, che poi sono anche gli amici che frequento abitualmente, continuiamo a vederci e a studiare insieme come facevamo fino ad un mese fa. Naturalmente i nostri contatti, adesso sono solo virtuali. Usiamo Skype, per ripetere insieme e rimanere a disposizione gli uni degli altri, come facevamo quando eravamo tutti insieme nella biblioteca della nostra università”.

Ascolta la testimonianza di Caterina Colecchia

Una Quaresima che diventa un’offerta a Dio

Ma la vicinanza virtuale non è solo un aiuto per lo studio, è anche un auito per vivere in comunione una Quaresima particolare, dove non è possibile prendere parte alla Messa fisicamente ma si seguono le celebrazioni attraverso la televisione o i social. “La prima domenica – dice Caterina – è stato per me davvero molto doloroso, non potermi recare a Messa, come faccio abitualmente. Poi, confrontandomi anche con gli altri, abbiamo pensato ai quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto da solo, e quindi abbiaamo pensato di trasformare questa mancanza dolorosa in un’offerta a Dio, ben sapendo che non durerà per sempre e che torneremo a vivere pienamente la Santa Messa”.

Il Rosario: una ricarica spirituale quotidiana

Papa Francesco più volte in questi giorni, ha esortato i fedeli a pregare in comunione nelle proprie case con la recita del Santo Rosario e la Coroncina della Divina Misericordia, e Caterina e i suoi amici hanno accolto con gioia questo invito. “La sera alle 19  – spiega Caterina – ci riuniamo tutti insieme in collegamento Skype per recitare il Santo Rosario. Non eravamo abituati a dedicare questo momento della giornata alla preghiera, adesso però è diventato un appuntamento fondamentale delle nostre giornate, di cui non sappiamo fare a meno. Per me  - aggiunge - è un momento di ristoro e ricarica dopo tante notizie negative che inevitabilmente ascoltiamo, ed è la certezza che se uno di noi ha un momento di scoraggiamento, ci sono tutti gli altri a sostenerlo ad andare avanti”. 

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24 marzo 2020, 07:39