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Una scuola primaria Una scuola primaria 

Usa: impegno dei vescovi per sostenere una scuola accessibile a tutti

Sostegno della Chiesa cattolica alla “Settimana nazionale della scelta della scuola”. In programma dal 26 gennaio al 1.mo febbraio, l’iniziativa vuole offrire alle famiglie degli Stati Uniti, in particolare quelle a basso reddito, la possibilità di accedere a fondi pubblici, come crediti di imposta o borse di studio, per sostenere il costo delle rette scolastiche dei figli in istituti privati

Isabella Piro - Città del Vaticano

“La Chiesa cattolica insegna che i genitori dovrebbero avere accesso alle risorse del governo per soddisfare con successo le esigenze educative dei loro figli”: con queste parole, monsignor Michael Barber, presidente della Commissione per l’Educazione della Conferenza episcopale statunitense, ha espresso il suo sostegno alla “Settimana nazionale della scelta della scuola”.

I genitori debbono godere di una reale libertà nella scelta della scuola

"La Chiesa cattolica -  ha aggiunto il presule - ha sempre insegnato che i bambini hanno il diritto universale all'istruzione e che i genitori hanno il diritto e la responsabilità di essere gli educatori primari dei loro figli. Ma la Chiesa insegna anche che lo Stato ha l'obbligo fondamentale di sostenere i genitori nell'adempimento di tale diritto". Forte, inoltre, il richiamo alla “Gravissimum Educationis”, la dichiarazione sull’educazione cristiana siglata dall’allora Papa, Paolo VI, nell’ottobre del 1965: “I genitori, avendo il dovere ed il diritto primario e irrinunciabile di educare i figli, debbono godere di una reale libertà nella scelta della scuola. Perciò i pubblici poteri, a cui incombe la tutela e la difesa della libertà dei cittadini, nel rispetto della giustizia distributiva, debbono preoccuparsi che le sovvenzioni pubbliche siano erogate in maniera che i genitori possano scegliere le scuole per i propri figli in piena libertà, secondo la loro coscienza” (6).  

Le difficoltà per i finanziamenti pubblici alle scuole religiose

Negli Stati Uniti, il tema della scelta scolastica è di stringente attualità: nei giorni scorsi, infatti, si è dibattuto il caso “Espinoza contro il Dipartimento delle entrate del Montana”. Una clausola della Costituzione statale del Montana vieta il finanziamento pubblico alle scuole religiose; di conseguenza, è stato creato un programma di borse di studio statali, finanziato da donazioni detraibili come credito di imposta, per aiutare i genitori più indigenti ad iscrivere i propri figli in scuole private, incluse quelle religiose. Tuttavia, la Corte Suprema del Montana ha stabilito che tale programma viola la Costituzione statale e lo ha, quindi, soppresso.Immediata la risposta della Conferenza episcopale statunitense: Monsignor Barber, insieme al presidente del Comitato dei vescovi per la libertà religiosa, monsignor George Murry, ha dichiarato che, pur essendo gli Stati Uniti un Paese non confessionale, “ciò non significa che i governi possano impedire i benefici altrimenti disponibili per la religione”.

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29 gennaio 2020, 11:46