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Il cardinale Louis Raphael Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei Il cardinale Louis Raphael Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei 

Sako: il documento sulla Fratellanza è fondamentale per la pace in Medio oriente

Soluzioni concrete per la pace in Iraq e nell'area, nelle parole del cardinale Louis Raphael Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei, intervenuto in video-collegamento con Parigi dove, nei giorni scorsi, si èsvolto il Simposio sul tema "Costruire la pace in Medio Oriente promuovendo la diversità culturale e religiosa"

Isabella Piro - Città del Vaticano

È il “Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato lo scorso 4 febbraio scorso da Papa Francesco e dal Grand Imam di Al-Azhar, Al-Tayyeb, lo strumento fondamentale per promuovere il processo di pace in Iraq e in tutto il Medio Oriente. Ad indicare questa via maestra per la riconciliazione è stato il cardinale Louis Raphael Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei, in un discorso pronunciato in video-collegamento al Simposio sul tema "Costruire la pace in Medio Oriente promuovendo la diversità culturale e religiosa". L’evento si è svolto nei giorni scorsi a Parigi ed è stato organizzato da diverse associazioni cristiane, impegnate in difesa delle minoranze religiose. A presiedere i lavori, l’ex primo ministro francese, François Fillon.

Le sofferenze dell'Iraq

Nelle parole del cardinale Sako, la sofferenza di un Paese travagliato come l’Iraq che “ha attraversato tempi molto difficili e persino caotici”. “La corruzione, l'ingiustizia, la povertà, la disoccupazione, la bassa qualità dei servizi pubblici – ha proseguito il porporato - hanno portato a una profonda disperazione”, mentre il Paese si sta avviando “ogni giorno di più verso l'ignoto”. Di qui, l’appello alla pace, intesa “come una sfida”, una sfida positiva attraverso la quale armonizzare, in modo complementare, le diversità che animano nazione. “Attraverso queste differenze, attraverso queste complementarietà – ha detto il Cardinale Sako - dipendiamo naturalmente l'uno dall'altro: quando so che ho bisogno del mio prossimo, faccio ancora più attenzione a lui e a vivere in pace con lui. Oggi è necessario uscire da noi stessi per lavorare in modo semplice e concreto per costruire la pace”.

Il desiderio di unità

Il Patriarca caldeo ha evidenziato il grande desiderio di unità presente nella popolazione irachena, ribadendo tuttavia come essa sia ancora profondamente scissa su base “tribale, etnica, religiosa o culturale”. Di qui, “l'urgenza di promuovere la coesione” e di “fare delle differenze una complementarietà che favorisca il dialogo”.  Ma qual è la “condizione necessaria” per costruire la pace sociale in Iraq e in tutto il Medio Oriente? La risposta del Patriarca caldeo è stata chiara: “lo sviluppo di una vera cittadinanza”, che rappresenta “l'unico modo per superare le divisioni” e “l'unica soluzione per il futuro dell'Iraq e della regione”. “La cittadinanza deve essere per tutti – ha ribadito il Cardinale Sako - È sotto la sua egida che tutti saranno protetti, indipendentemente dalla loro appartenenza etnica e religiosa. La nozione di cittadinanza permette, infatti, di porre fine alle distinzioni e alle esclusioni” perché essa implica che “non esiste più una maggioranza religiosa o etnica o una nozione di minoranza”.

Lo scandalo dei conflitti interreligiosi

Il cardinale Sako ha fatto poi riferimento ai conflitti interreligiosi, definiti “uno scandalo”: “È un crimine che le persone siano perseguitate a causa della loro fede, come è accaduto in Iraq, Siria o Egitto – ha detto – Noi di religione cristiana, abbiamo sofferto molto a causa del settarismo e dell'estremismo islamico. Ed è questo che ha spinto la nostra gente a emigrare. Nel 2003, il numero di cristiani in Iraq era di circa 1.876.500, mentre attualmente sono meno di mezzo milione a causa delle persecuzioni e dell'emigrazione”. Eppure “i cristiani sono una parte importante della storia dell’Iraq”. Di qui, l’auspicio del Patriarca caldeo affinché la cittadinanza possa far sì che “le religioni si liberino dal peso della politica e si dedichino alla cura dell'anima dei loro fedeli e alla pratica della carità” che rappresentano “la loro vera missione”.

Le soluzioni possibili

Infine, il porporato ha indicato alcune “soluzioni concrete” per la pace in Iraq e “più in generale nella regione”: la prima è la possibilità di “una Costituzione che garantisca la cittadinanza per tutti nel quadro di un funzionamento democratico libero”; poi, “il fermo divieto ai discorsi di odio e fanatismo”, così da “ridurre il livello di violenza verbale e fisica” nella società. E ancora: l’importanza di riformare l’istruzione scolastica, affinché i libri di testo degli studenti siano privi di “ogni forma di odio”, insieme all’invito a “sensibilizzare l'opinione pubblica sui diritti umani e sui principi di cittadinanza e di uguaglianza”. Fondamentali anche la ricostruzione dei servizi fondamentali per il Paese - come il trasporto pubblico, la rete idrica e il sistema sanitario – e l’avvio di nuovi investimenti che consentano ai giovani di avere un lavoro. Infine, il suggerimento del Patriarca caldeo a guardare al “Documento sulla Fratellanza umana” come ad una “guida” e “un punto di riferimento essenziale” per una vera convivenza pacifica

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14 dicembre 2019, 07:28