Cerca

1572770816553.jpg

I vescovi della Bolivia: la Chiesa è al servizio della verità non della politica

La Conferenza episcopale boliviana risponde con una nota al Ministro della Presidenza, Juan Ramón Quintana, secondo cui la Chiesa cattolica sarebbe responsabile di promuovere le accuse di brogli elettorali per le votazioni del 20 ottobre scorso ."La Chiesa è al servizio della verità, della giustizia e del bene comune - dicono i presuli - e non delle fazioni politiche"

Emanuela Campanile - Città del Vaticano

Mentre i media boliviani segnalano un forte inasprimento della posizione dei comitati civici, che ora respingono radicalmente il risultato elettorale del 20 ottobre scorso e quindi la vittoria del presidente Evo Morales, la voce dei vescovi del Paese latino americano, ribadisce la propria disponibilità a collaborare al processo di pacificazione del Paese - come già affermato nel comunicato del 23 ottobre scorso - richiamando anche la popolazione alla calma e alla serenità, perché la violenza non risolve nulla".

Accuse a titolo gratuito

Tuttavia, la nota diffusa ieri dalla Conferenza episcopale boliviana, è prima di tutto la risposta alle parole del ministro Juan Ramón Quintana, che imputa alla Chiesa cattolica la colpa di promuovere le accuse di brogli elettorali per le votazioni del 20 ottobre scorso. "Le affermazioni del ministro - si legge nel documento - sono totalmente false e prive di qualsiasi fondamento reale. Sono accuse rivolte alla Chiesa o ad altre istituzioni boliviane, a titolo gratuito, al solo scopo di minarne la credibilità. La Chiesa cattolica in Bolivia - prosegue la nota-  non ha realizzato o ispirato alcuna azione o riflessione volta a promuovere o finanziare accuse di frode elettorale nel paese. Piuttosto, ha sempre svolto un ruolo di pace e di servizio all'armonia e alla democrazia nel Paese, guidando e illuminando i cristiani boliviani.

Preoccupazione per il processo di pacificazione

I vescovi sottolineano come la Chiesa cattolica in Bolivia sia "al servizio della verità, della giustizia e del bene comune e non delle fazioni di sinistra o di destra, come ben sa la popolazione boliviana", e chiedono che il ministro "presenti le prove delle sue dichiarazioni o le ritratti, perché con esse offende i sentimenti del popolo cattolico boliviano".

I presuli si dicono particolarmente preoccupati per il processo di pacificazione proprio a causa di atteggiamenti come quello dimostrato dal ministro, dato che, affermano, è "importante che ci sia più capacità di autocritica e umiltà" per essere "strumenti di unità e di pace". Infine, i vescovi incoraggiano tutti "a cercare la verità e a non essere disorientati dalla manipolazione", pregando "affinché il Dio della vita e della pace illumini i governanti e tutti i cittadini in questo momento difficile".

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

03 novembre 2019, 13:20