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Cei: il turismo, una via per la riscoperta di Dio

La Chiesa italiana esprime gratitudine per il messaggio della Santa Sede per la prossima Giornata Mondiale del Turismo. Don De Marco, responsabile della pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei: i viaggi, occasione per rendersi conto di quanto sia grande il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri

Federico Piana- Città del Vaticano

L’Italia è patria universale della cultura e la nazione con più monumenti e vocazione turistica in assoluto. E la maggioranza di questi beni culturali fa riferimento alla fede. Per questo la Conferenza episcopale italiana ha sentito il bisogno di ringraziare la Santa Sede per il messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo 2019 che si celebrerà il prossimo 27 settembre. Il testo diffuso ieri, firmato dal cardinale Peter Turkson prefetto del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, mette in evidenza come il turismo possa essere occasione di incontro tra diverse civiltà, motore di sano sviluppo economico e sociale, promotore di aperture verso l’altro e di lotta alle povertà “perché viaggiando si conoscono luoghi e situazioni diverse e ci si rende conto di quanto sia grande il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri”.

Messaggio forte e vero

“E’ un messaggio molto forte ma anche molto vero, - commenta don Gionatan De Marco responsabile della pastorale turismo, tempo libero e sport della Cei -. Vale per tutto il mondo ma noi lo sentiamo particolarmente nostro perché l’Italia ha una antica tradizione turistica. E la Chiesa italiana lo sente ancor più suo dato che il turismo in Italia è legato al grande patrimonio artistico ed architettonico della comunità cristiana”.

Turismo, via dove la persona può riscoprirsi creata ad immagine e somiglianza di Dio

Il messaggio parla delle vaste possibilità che il turismo offre alle popolazioni, soprattutto quelle svantaggiate, che sfruttando il trend in crescita di viaggiatori (nel prossimo decennio toccheranno quota 2 miliardi in tutto il mondo) potrebbero innescare percorsi virtuosi di riscatto non solo economico ma anche umano. Don De Marco si dice d’accordo: “Il turismo dà una grande opportunità: percorrere strade attraverso le quali la persona può riscoprirsi creata ad immagine e somiglianza di Dio. E sul fronte economico, il turismo è in grado di generare ‘vie di bellezza’ molto vantaggiose per tutti. Il lavoro si trasforma in capolavoro”.

Laboratorio di accoglienza

Don De Marco non nasconde apprezzamento anche per quel passaggio del messaggio che, citando Papa Francesco, elogia esplicitamente il cosiddetto turismo lento, ‘ non ispirato a canoni del consumismo o desideroso solo di accumulare esperienze, ma in grado di favorire l’incontro tra le persone e il territorio e di far crescere nella conoscenza e nel rispetto reciproco ’. “E’ proprio così – sostiene -. E’ la possibilità d’incontro tra una comunità ospitale ed il viaggiatore che bussa alla sua porta. Nel nostro Paese è una consuetudine. Da noi è facile imbattersi in tradizioni e culture diverse. Un laboratorio di convivenza nel quale la Chiesa italiana crede molto”.

Ascolta l'intervista a don De Marco

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25 luglio 2019, 12:44