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Cattedrale di Niamey in Niger Cattedrale di Niamey in Niger 

Pasqua in Niger, ricordando i sacerdoti scomparsi

Padre Armarino, missionario: il volto sfigurato di Cristo è trasfigurato nel volto dei sacerdoti rapiti. La Via Crucis del Venerdì Santo in ricordo di centinaia di persone fatte sparire e forse assassinate

Federico Piana- Città del Vaticano

Quale Pasqua si sta vivendo in Niger, paese dell’africa occidentale a maggioranza musulmana, una delle nazioni più povere del cosiddetto terzo mondo, dilaniata da interminabili atti di violenza terroristica e prostrata da centinaia di profughi che arrivano dalla Libia? Alla domanda, padre Mauro Armarino, missionario della Società delle Missioni Africane nella capitale Niamey, non risponde subito. Resta in silenzio per qualche secondo perché in mente ha ancora i volti del confratello, padre Luigi Maccalli, rapito nella missione nigerina di Bomoanga il 17 settembre 2018, e di padre Joel, scomparso dalla stessa zona il 17 marzo scorso. Poi prende coraggio e, con commozione, racconta: “Quest’anno la via Crucis del Venerdì Santo, qui nella nostra diocesi, l’abbiamo voluta dedicare proprio a loro e a tutte le persone scomparse di questo Paese. Il volto sfigurato di Cristo è trasfigurato nel volto dei sacerdoti rapiti ma anche nei volti delle altre decine di cittadini portati altrove con la forza”.

Africa, continente dove si uccidono più preti

Nella Via Crucis sono state ricordate soprattutto le vittime di un martirio poco conosciuto. Lo svela padre Armarino: “L’Africa è diventato il continente dove si sono uccisi più preti in assoluto. Questo è un segno. Recentemente due sacerdoti sono stati trovati morti in Camerun e Nigeria. E’ bene ricordare le cattedrali di pietra come Notre Dame che bruciano, ma più importante sarebbe ricordare le ‘cattedrali dei volti’ dei sacerdoti assassinati e delle persone scomparse. Ed  è per queste ultime cattedrali che, in fondo, esiste il Venerdì Santo”.

Preghiera per fare memoria delle vittime

Nel paese, le comunità cristiane sono minoranza ma non vogliono perdere l’abitudine alla memoria dei propri fratelli nella fede scomparsi o uccisi. “Viviamo con sofferenza questa realtà – spiega padre Armarino. Per non dimenticare, ogni giorno recitiamo una preghiera mentre una volta al mese creiamo degli eventi anche di stampo ecumenico, per sottolineare che le persecuzioni sono comuni, ma comune è anche la speranza”.

Pasqua quotidiana di resurrezione

Nonostante tutto, per la chiesa nigerina la Pasqua porta la gioia della Resurrezione. Padre Armarino spiega che “non potrebbe essere altrimenti. C’è molta gioia che pervade le nostre comunità. Chi conosce l’Africa sa che la gioia delle nostre celebrazioni è inimitabile. Soprattutto i più poveri vivono con intensità questi momenti festivi”.  Ma quello che conta è la Pasqua quotidiana, aggiunge: “E in questa siamo impegnati con tutto il cuore. Navighiamo in questo mare di sabbia, giorno dopo giorno, per sopravvivere in una drammatica situazione politica ed economica. Ma la speranza non ce la toglierà mai nessuno”.

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21 aprile 2019, 11:00