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Resurrezione, Antifonario Resurrezione, Antifonario 

Lunedì di Pasqua. Cristo è risorto, veramente!

Il giorno dopo Pasqua è chiamato Lunedì di Pasqua oppure Lunedì dell’Angelo perché si ricorda l’apparizione dell’Angelo alle donne che erano venute a visitare Gesù nel sepolcro, alle quali questi annuncia con gioia l’avvenuta Resurrezione

Roberta Barbi - Città del Vaticano

Il Lunedì di Pasqua o Lunedì dell’Ottava di Pasqua, è il secondo giorno della lunga settimana del tempo pasquale che termina con la Domenica in Albis – cioè in bianco – così chiamata in ricordo del colore della veste che i neobattezzati durante la Veglia portavano, appunto, per una settimana. La Domenica successiva alla Pasqua è chiamata anche Domenica della Divina Misericordia e pone fine alla settimana di Pasqua che è come una continua domenica, un prolungato giorno che il Signore ha fatto nuovo. La festa della Divina Misericordia è stata definitivamente fissata nella domenica successiva a Pasqua nel 1992 da Giovanni Paolo II, in obbedienza a quanto Gesù aveva rivelato alla religiosa polacca Santa Faustina Kowalska.

L’annuncio dell’Angelo

Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?». Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto”. (Mc 16, 1-6)

Il lunedì di Pasqua si legge il racconto evangelico dell’Angelo che annuncia la Resurrezione di Gesù alle donne che si erano recate al sepolcro con gli oli profumati, visto che, con l’approssimarsi della festa ebraica del sabato, Gesù era stato deposto e sepolto velocemente. L’incontro con le donne avviene la domenica mattina, “il giorno dopo il sabato” in cui si celebrava la Pasqua ebraica, come recita il testo, per questo nella Liturgia odierna la lettura del brano è stata spostata al giorno dopo la Pasqua, cioè per noi il lunedì, appunto. Il sepolcro viene trovato vuoto: i soldati accusano i discepoli di aver trafugato il corpo di Gesù, ma loro sono ancora in casa a osservare il riposo imposto dalla festa, increduli per quanto accaduto, ed è qui che ricevono la visita delle donne, esortate dall’Angelo a comunicare quanto hanno visto, a portare l’annuncio della Resurrezione.

I discepoli di Emmaus

Ci sono due discepoli di Gesù – uno è Cleopa, dell’altro non è rivelato il nome perché potrebbe essere ognuno di noi – che vanno da Gerusalemme verso Emmaus. Lungo la strada incontrano uno straniero: in realtà si tratta di Gesù, ma non lo riconoscono subito, tuttavia lo invitano a restare con loro fino a sera. È proprio a cena, nel gesto di spezzare il pane, che capiscono chi è, mentre Lui subito scompare dalla loro vista. Gesù risorto non appare solo ai discepoli di Emmaus, ma nessuno di quelli cui appare lo riconosce immediatamente. Ci vuole l’azione dello Spirito Santo, ci vuole il dono della fede, per poter riconoscere il Signore risorto.

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22 aprile 2019, 09:00