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La desolazione di Aleppo La desolazione di Aleppo 

La Quaresima di Aleppo: quella tanica d’olio che vale uno stipendio mensile

Intervista a padre Ibrahim Alsabagh, parroco della comunità latina di Aleppo. In questo tempo di preparazione alla Pasqua ha deciso di donare una tanica di olio d’oliva ad ogni famiglia povera della città, mentre la Siria sta entrando nel nono anno di guerra

Giada Aquilino - Città del Vaticano

“Se siamo scampati ai missili caduti, possiamo anche sopravvivere a questi nuovi missili che sono la fame e la sofferenza economica in cui viviamo: il Signore è con noi”. È dettata dalla speranza la riflessione quaresimale di padre Ibrahim Alsabagh, vicario episcopale e parroco della comunità latina di Aleppo. Quando la Siria sta per entrare nel nono anno di guerra, con un conflitto che si protrae dal 15 marzo 2011, il francescano della Custodia di Terra Santa racconta dell’iniziativa per la Quaresima intrapresa dalla sua parrocchia, dedicata al Poverello d’Assisi: una tanica di olio d’oliva per ogni famiglia povera di Aleppo (Ascolta l'intervista a p. Alsabagh).

La povertà e la fame

“Guardandoci intorno in questi ultimi mesi, ci siamo resi conto che il mercato è quasi completamente bloccato: non c’è lavoro e la gente comincia a sentire i morsi della fame”, racconta a Vatican News. “Già da qualche anno - spiega - portiamo avanti, tra i progetti di emergenza, quello di un pacco alimentare per i più bisognosi: consiste nel fornire beni essenziali affinché ciascuna famiglia possa coprire” buona parte del mese. L’anno scorso sono stati distribuiti mensilmente 3.800 pacchi alimentari per altrettante famiglie, contenenti “zucchero, riso, pasta, latte in polvere, cioccolata e un buono per la carne e per il caffè”. La gente, non nasconde padre Ibrahim, “qui è povera”. “Una volta una tanica d’olio di buona qualità era una cosa minima per una famiglia qui in Medio Oriente: adesso è diventata un sogno, il suo prezzo equivale quasi allo stipendio mensile di un operaio, 50 euro”. Da questa constatazione è partita l’iniziativa quaresimale, che vuole essere anche un modo per rilanciare i prodotti agricoli locali. “In Siria abbiamo tantissimi campi di ulivi ma la crisi continua e diventa sempre più pesante. Quindi - osserva il parroco - bisogna incoraggiare ed aiutare coloro che possiedono i terreni e che li lavorano: ecco perché il progetto di offrire una tanica d’olio per ogni famiglia povera di Aleppo diventa anche un sostegno e un incoraggiamento per i contadini”.

Le ‘ali spaccate’ di Aleppo

D’altra parte, constata padre Ibrahim, “Aleppo è una città distrutta per il 70 per cento e ha le ali ‘spaccate’ dal punto di vista economico. Era la prima città industriale -  rappresentava il 60 per cento dell’industria di tutta la Siria - ed ora è ridotta ad un piccolo villaggio. C’erano 4 milioni e mezzo di abitanti, oggi si arriva appena ad un milione e mezzo. La gente è fuggita via, alcune persone sono scappate verso altre città del Paese e altri sono andati all’estero”.

I dati Onu

L’Alto Commissario Onu per i Rifugiati, Filippo Grandi, visitando in questi giorni la Siria, ha denunciato come la portata del problema umanitario sia “sconcertante ed esacerbata dallo sradicamento di milioni di persone dalle loro case”: gli anni di violenza e distruzione - ha affermato - hanno costretto quasi un siriano su due a fuggire: oltre 5,6 milioni vivono come rifugiati nella regione, mentre milioni di altre persone sono sfollate all'interno della Siria”. Una emergenza che padre Alsabagh vive quotidianamente, una emergenza che - dice - ha il volto ad esempio “di un padre di famiglia giovane con due bimbe, che è venuto da noi in parrocchia all’inizio dell’anno e ci ha detto: ‘faccio tre lavori, di giorno e anche di notte, ma tutto quello che prendo non basta a coprire neanche la metà dei bisogni alimentari della mia piccola famiglia’”. Vuol dire, prosegue il francescano, che “l’inflazione è sempre in aumento”. L’ennesima emergenza, per la quale peraltro negli anni la parrocchia ha già portato avanti un’iniziativa specifica, è quella della mancanza di pannolini per i neonati. “C’è necessità di proseguire quel progetto, è una priorità, bisogna incoraggiare e aiutare le famiglie giovani”, evidenzia. Guardandosi attorno, poi, nota come ci siano tantissimi tetti pericolanti: “a causa dei bombardamenti prima e poi delle infiltrazioni d’acqua, c’è il rischio di crolli, quindi - aggiunge - bisogna riprendere le riparazioni”.

Aiuti senza distinzioni

Padre Ibrahim racconta che a sussurrargli “alle orecchie” le richieste d’aiuto sono i suoi “figli” della comunità latina, ma anche gli altri cristiani di Aleppo “che arrivano con i loro bisogni”. E non solo. “Pensiamo pure ad un aiuto per i nostri fratelli musulmani, abbiamo avuto progetti per famiglie povere di profughi, scappate dalla periferia e arrivate nel centro della città, che non avevano niente. Poi un’iniziativa per 600 bambini: 400 di loro sono stati aiutati con pannolini e latte. E abbiamo aiutato 200 altri, nati con delle malformazioni, con piccole somme di denaro, per alleggerire le loro sofferenze”.

La carità di Cristo

“Vedo che i cuori sono davvero abbattuti”, prosegue, ma “non c’è Quaresima benedetta da Dio che non abbia dentro uno spunto di carità verso il prossimo, chiunque sia questo prossimo, cristiano o non cristiano”. Quindi “parlo tanto di speranza, di carità, di fede, e insieme si combatte la disperazione, nonostante - ammette - nei cuori dei nostri cristiani rimanga la tentazione di emigrare”. Ma non c’è rassegnazione nelle parole del frate, che esorta chi volesse aiutare la parrocchia latina di Aleppo dedicata a San Francesco a contattare Ats-Associazione pro Terra Sancta: “affidiamo il futuro al Signore e - conclude - continuiamo ad impegnarci nel quotidiano, con le mani immerse a ‘lavare i piedi’ degli ultimi, dei più poveri della nostra gente, continuando la missione della Chiesa e testimoniando la carità di Gesù Cristo”.

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08 marzo 2019, 14:34