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Comece: una nuova Europa è possibile solo con la partecipazione dei cittadini

Riunita a Bruxelles in assemblea plenaria la Commissione delle conferenze episcopali europee, in vista delle elezioni di maggio. L’obiettivo è creare “una nuova narrativa della speranza

Michele Raviart – Città del Vaticano

Promuovere il dialogo come strumento principale per affrontare le sfide, le incertezze e le trasformazioni dell’Unione Europea e riscoprire un’identità europea comune per meglio proteggere persone, famiglia e cultura. È questo l’obiettivo che si propongono i vescovi della Commissione delle conferenze episcopali europee (Comece), riuniti a Bruxelles in Assemblea plenaria da oggi a venerdì.

L’invito dei vescovi al voto

Un appuntamento particolarmente rilevante quest’anno, a pochi mesi dalle elezioni per il Parlamento Europea e il cambio dei vertici della Commissione Europea. L’invito dei vescovi, già espresso in una nota dei vescovi lo scorso mese, è quello di recarsi alle urne. “È importante andare al voto perché di per sé l'Europa vive di partecipazione democratica e le elezioni rappresentano il momento principale nel quale i cittadini possono esprimersi e dare il loro contributo”, ribadisce a Vatican News mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina e primo vicepresidente della Comece. Un gesto necessario, spiega, “perché l'Unione Europea sta attraversando un momento difficile sia dal punto di vista istituzionale per la Brexit sia anche per un'ondata culturalmente e politicamente un po' confusa che mostra come si è perduto e sia stia perdendo di vista che cosa sia l'Europa e quanto sia necessaria ad ogni Paese”.

Una “nuova narrativa della speranza”

Solo con la partecipazione dei cittadini, infatti, è possibile realizzare una “nuova narrativa della speranza”, necessaria per rinnovare la percezione dell’Ue. “Finora l'Unione Europea appare come una realtà distante e puramente burocratica, che va per conto suo rispetto alla vita dei popoli e ai problemi delle persone e delle comunità umane”, afferma il vicepresidente della Comece. Un’immagine che “ha dei motivi e delle cause reali”, ma che non rispecchia tutto quello che fa l’Ue. “Una nuova narrativa di speranza vuol dire diventare capaci di rendere l'Unione Europea una guida reale del cammino dei popoli e delle nazioni verso un futuro capace di superare i problemi e le difficoltà che ci sono, e rendere veramente questo organismo centrale di governo, di guida e di rappresentanza più vicino, espressivo ed efficace nell'interpretare i problemi e le esigenze dei popoli, nel creare sviluppo, nel guardare al futuro a partire dai più fragili, dai più deboli dal punto di vista non solo economico ma anche culturale e sociale .

Il rapporto tra Chiesa e Ue

Il ruolo della Chiesa, sancito dall’art.17 del Trattato di Lisbona che invita le istituzioni europee a mantenere un dialogo aperto, trasparente e regolare con chiese e organizzazioni religiose, è quindi quello di contribuire a questi sviluppi, nel segno di una presenza storica millenaria. “Si potrebbe dire, senza sminuire né offendere nessuno, che senza Cristianesimo non c'è Europa”, afferma mons. Crociata. “La Chiesa sente questa responsabilità, una responsabilità di tipo non solo strettamente religioso o credente, ma anche di tipo culturale e sociale, oltre che morale, nei confronti di una comunità di popoli che ha bisogno di futuro, di coesione, di aggregazione e di guardare avanti”, in un ruolo consapevolmente riconosciuto anche dalle istituzioni europee.

La persona umana al centro

“Il nostro punto di riferimento è la dottrina sociale della Chiesa”, continua il vescovo, parlando dei temi che saranno affrontati questi tre giorni in assemblea, “il cui perno è la persona umana non separata dalla comunità. È chiaro che l'Europa ha bisogno di crescere da questo punto di vista soprattutto in questa fase di grande rimescolamento sociale oltre che culturale con il fenomeno dell'immigrazione”.

Economia e famiglia

Tra gli altri argomenti presi in esame, quelli connessi alla crisi economica e quindi “le esigenze sociali di equità e di lotta alla disoccupazione, di recupero del lavoro”, ma anche il problema della digitalizzazione, l'intelligenza artificiale con tutto quello che comporta anche sul piano dell’occupazione e della vita sociale”. Centrale anche il ruolo della famiglia, “che si lega anche essa alla crisi economica, ai rapporti sociali ai problemi del lavoro”.

I valori di solidarietà e sussidiarietà

Il punto, ribadisce mons. Crociata, è di tenere ben fermi questi valori di fondo, essenziali “per il progresso stesso dell'Europa, come pure è importante tenere presenti gli indivisibili impegni di solidarietà e sussidiarietà cioè la capacità di organizzarsi in modo da aiutarsi gli uni con gli altri, ma senza togliere nulla a responsabilità e alla possibilità di ciascuno di offrire il proprio contributo secondo le proprie possibilità.

Domani l’intervento di Juncker

Previsto per domani anche l’intervento del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. “È il segno di quel dialogo stabile e istituzionalizzato che si svolge, e che ha in incontri di questo tipo la sua espressione più eloquente”, conclude il presule, “siamo alla fine di un mandato e da parte del presidente della Commissione ci aspettiamo un bilancio di che cosa sono stati questi anni e anche cosa attende di essere completato, migliorato e corretto per il futuro”.

Ascolta l'intervista integrale a mons. Mariano Crociata sull'Assemblea plenaria della Comece

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13 marzo 2019, 16:38