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I Re Magi nel presepe di sabbia di Jesolo 2018 I Re Magi nel presepe di sabbia di Jesolo 2018 

Mons. Bizzeti: Epifania viva in Turchia, vengono dall’Oriente in cerca di Cristo

Il vicario apostolico d'Anatolia, monsignor Paolo Bizzeti, legge il brano del Vangelo di Matteo sull'adorazione dei Magi, alla luce dell'esperienza della Chiesa che è in Turchia. "Quelli che erano lontani sono diventati vicini, e alcuni dei vicini rimangono freddi". "Oggi qui vengono persone dall'Oriente in cerca di Cristo, visto magari su internet o su un libro"

Antonella Palermo – Città del Vaticano

“Nato Gesù a Betlemme di Giudea, Al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: ‘Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo’”. Inizia così il Vangelo di Matteo sull’Epifania, che è “esperienza viva, di grande attualità” in Turchia, ci dice monsignor Paolo Bizzeti, vicario apostolico d'Anatolia. Lo raggiungiamo al telefono ad Iskenderun, dove il 71enne gesuita fiorentino è arrivato tre anni fa, per colmare il vuoto lasciato dal 2010 dal brutale assassinio di monsignor Luigi Padovese da parte del suo autista.

I Magi e i tanti pagani che diventano discepoli 

“Il testo del Vangelo di Matteo è molto meditato – commenta monsignor Bizzeti - È un testo in cui Matteo a distanza di anni dalla vicenda di Gesù e alla luce dell’ingresso di tanti pagani tra i suoi discepoli, ripensa alla vita del Signore e si rende conto che fin dall’inizio quelli che erano lontani sono diventati vicini e che invece alcuni di quelli che erano vicini – purtroppo - si sono manifestati come lontani. Quindi è un altro dei capovolgimenti che avviene nella vicenda natalizia di Gesù: i lontani si avvicinano e i vicini rimangono freddi come Erode, i sacerdoti, gli scribi, coloro che sanno tutto”.

L'incredibile novità di un Dio povero con i poveri

“Sanno quando deve nascere il Messia, dove … Però poi di fatto rimangono fermi a Gerusalemme, perché sono chiusi nelle loro dinamiche di potere, religiose, mentre questi magi rappresentano gli uomini in ricerca della verità, di un Dio autentico e si lasciano guidare che alla fine accettano questa meraviglia, questa incredibile novità di un Dio che si fa piccolo con i piccoli, mite con i miti, povero con i poveri. Quindi - di nuovo - il Vangelo ci presenta un rovesciamento di quella che è la logica a cui noi siamo abituati”.

I nuovi magi di oggi, attirati dalla stella che è Gesù

“Tutto questo per noi, qui in Turchia, è esperienza viva e presente, perché abbiamo persone che vengono dall’Iran, dall’Afghanistan, dal Turkmenistan, da altri Paesi dell’Oriente, in cerca di Cristo per approfondire quell’intuizione che hanno avuto attraverso i modi più disparati. A volte un contatto su internet, a volte un libro, a volte un sogno. Hanno avuto l’intuizione che Gesù è la vera stella che illumina ogni uomo e si muovono, vengono qui, in questo Paese, dove è certamente più possibile rispetto ai loro Paesi di origine continuare la loro ricerca religiosa. Per noi questo brano è di grande attualità”.

In Occidente sappiamo quanto sia molto diffusa la paura verso lo straniero. Questo episodio dei Magi cosa ci può insegnare?

R. - La paura dello straniero, la paura del diverso, di chi è in una ricerca che mette in discussione gli assetti stabiliti c’è dovunque. C’è anche qui. C’è certamente in Europa adesso che è diventata una fortezza inespugnabile. Credo che noi dobbiamo ritrovare quell’apertura, quella disponibilità che i magi rappresentano, ovvero di persone che sono capaci di andare al di là di se stessi e di aprirsi. Se non c’è apertura non ci può essere progresso né nella vera religione né nella vita dei popoli. Bisogna correre questa avventura come loro, che hanno attraversato Paesi, sono venuti da lontano e che alla fine hanno messo a disposizione ciò che avevano perché questo è anche il miracolo: persone che mettono a disposizione i loro averi verso questa famigliola povera che rappresenta però effettivamente il Signore, Dio. É un racconto fortemente simbolico fra ricerca umana e rivelazione divina, fra cielo e terra che si incontrano nella grotta di Betlemme.

Ascolta e scarica l'intervista a mons. Bizzeti

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03 gennaio 2019, 15:41