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La fiducia, chiave del riscatto di un ex detenuto

In questa prima puntata di Cardine, il WebDoc sulla Misericordia di Papa Francesco, raccontiamo la storia di Enzo, ex detenuto, con diverse condanne sulle spalle a cui la vita ad un certo punto regala una chance di riscatto

Enzo ha le mani grandi e ruvide, gli occhi annacquati di dolore e scelte sbagliate ma oggi si sente un salvato. Nel 2015 arriva a Roma dalla Puglia con un solo desiderio: sostare sulla tomba di Pietro e trovare la forza per ricominciare. Ex detenuto, pluripregiudicato, specializzato in furti in appartamenti e rapine, ha passato in carcere tanti, troppi anni. Uscito di galera respira per un attimo la libertà, ma da lì a poco si rende conto di non avere niente: nessuna casa in cui rifugiarsi, nessun affetto, nessun lavoro, nessun punto da cui ripartire. Perciò la scelta di andarsene dalla sua terra e da quella gente che lo etichetta come un “delinquente”, sembra la più naturale.

La Basilica in cui ripararsi

La prima tappa nella capitale è proprio la Basilica di San Pietro e quando viene sera, sotto il Colonnato, Enzo trova un posto in cui ripararsi e dormire, accanto ad altre decine di senzatetto. Dopo 40 giorni esatti di questo deserto, il card. Konrad Krajewski, Elemosiniere pontificio, gli tende la mano come un padre, un amico, un fratello. In fondo è così che tutti i poveri della città vedono don Corrado, anima e motore dell’Elemosineria Apostolica, ormai definito come il braccio caritativo di Papa Francesco.

Le chiavi di casa Krajewski

Don Corrado coglie la sua voglia di riscatto e gli apre le porte di casa sua, fino a consegnargli le chiavi. “Eppure sapeva che ero un ladro, glielo avevo detto, e ho pensato questo o è matto completamente oppure per me sarà una prova” – ci racconta Enzo - che a stento trattiene il sorriso, ben consapevole di quel gesto enorme di fiducia che mai nessuno prima d’ora gli aveva dato.

Le mani di Enzo

Enzo comincia a lavorare insieme alla ditta incaricata di costruire il dormitorio in via dei Penitenzieri. Mette quelle sue mani grandi, da tuttofare, a servizio dei poveri come lui e della Chiesa: senza volere soldi in cambio, con la gioia nel cuore di realizzare un desiderio del Papa e la convinzione di riabilitarsi agli occhi di Dio, ricevendo il perdono per gli errori commessi.

Martedì e giovedì

Finito il dormitorio, inizia a lavorarci come volontario e al tempo stesso svolge qualche mansione all’interno dell’Elemosineria. E la provvidenza non tarda a ricompensarlo: dopo qualche mese infatti, finalmente, ha un posto tutto suo dove poter stare. Una casa vera e propria, con una stanza da letto, un bagno e una grande cucina, comprata e allestita da don Corrado con tutto il necessario, per poter preparare i pasti per i poveri e poi distribuirli alla Stazione Termini e a Tiburtina, il martedì e il giovedì.
 

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12 dicembre 2018, 07:30