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l'Assemblea plenaria della Conferenza episcopale francese riunita a Lourdes l'Assemblea plenaria della Conferenza episcopale francese riunita a Lourdes 

Lotta alla pedofilia: i vescovi francesi istituiscono una commissione indipendente

Lo ha deciso la Conferenza episcopale francese in Assemblea plenaria a Lourdes. Previste anche nuove misure di sostegno per le vittime

Paolo Ondarza - Città del Vaticano

Una commissione indipendente per far luce sugli abusi sessuali sui minori nella Chiesa Cattolica in Francia dal 1950 e per valutare le misure prese a partire dagli anni 2000. E’ quanto hanno deciso di istituire i vescovi francesi riuniti in questi giorni a Lourdes in Assemblea Plenaria. Lo anticipa una dichiarazione diffusa dall’episcopato. Scopo della Commissione sarà quello di capire a fondo i motivi che possano aver favorito la piaga degli abusi e comprendere meglio come questi casi siano stati gestiti finora.

Un’idea nata dall’incontro e dall’ascolto delle vittime

Nei prossimi giorni saranno definiti meglio compiti e membri del nuovo organismo: intanto i presuli hanno stabilito che sia pubblicato entro due anni un primo rapporto. L’idea è nata dall’incontro con le vittime e dall’ascolto delle loro storie di sofferenza. Proprio le vittime, insieme ad altre figure della società civile, saranno coinvolte nella lotta alla pedofilia che la Chiesa Cattolica in Francia vuole condurre in modo deciso.

Fare memoria e prevenire

Duplice lo scopo dei vescovi: fare memoria e strutturare un’efficacie e capillare opera di prevenzione a partire dalle parrocchie. Nella dichiarazione si sottolinea anche l'idea di un contributo economico in favore delle vittime. Inoltre è intenzione dell’episcopato francese mettere in atto misure specifiche di accompagnamento dei sacerdoti responsabili di abusi o con fragilità.

Appello dei vescovi francesi per Asia Bibi

Sempre nella giornata odierna la Conferenza Episcopale Francese da Lourdes ha diramato un altro comunicato nel quale si esprime soddisfazione per l’assoluzione di Asia Bibi da parte della Corte Suprema del Pakistan, ma anche preoccupazione per la permanenza della donna in stato di detenzione. I presuli auspicano che venga presto liberata nel rispetto dei diritti fondamentali della persona, quindi chiedono che sia tutelata la sua vita e quella di parenti e sostenitori.

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07 novembre 2018, 20:16