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Terra Santa: tra luoghi sacri e aiuti alla gente che soffre

Un viaggio alla scoperta non solo dei luoghi sacri della Terra Santa ma anche delle realtà assistenziali e sociali che aiutano le persone che ci vivono

Marina Tomarro - Città del Vaticano

Nazareth, Betlemme, Gerusalemme.  Sono questi i luoghi visitati dai pellegrini che si recano in Terra Santa, posti in cui Maria disse il suo "fiat" all’ Angelo Gabriele, e Gesù predicò e visse fino alla sua morte in croce. Terre sacre nelle quali si possono rivivere i passi della Bibbia e del Vangelo, e che sin dall’antichità milioni di persone hanno visitato spesso affrontando viaggi molto pericolosi dai quali non sempre riuscivano a tornare.  Ancora oggi, dopo migliaia di anni, è una grande emozione poter visitare quella terra, che vede la presenza dei Frati Minori come custodi da 800 anni.

Un viaggio che attraversa l’anima

 “Chi viene a visitare questi luoghi – spiega Fra Matteo Brena, commissario per la Toscana della Custodia di Terra Santa – ha l’esperienza di attraversare fisicamente i luoghi che sono descritti nelle sacre scritture. Come ad esempio poter toccare le acque del fiume Giordano, camminare lungo le sponde del lago Tiberiade, percorrere le strade di Gerusalemme con il loro caos, tutti posti dove Gesù viveva e compiva i suoi miracoli. Io credo che sia un’ esperienza dalla quale si ritorna con occhi nuovi nella propria vita, ma anche con una nuova lettura del Vangelo”

L’ aiuto alle donne anziane e sole a Betlemme

Scoprire la Terra Santa non è solo visitare i luoghi sacri. Significa anche capire la realtà complessa di chi vive qui quotidianamente. Le tensioni tra Israele e la Palestina rendono la vita difficile a chi subisce sulla propria pelle restrizioni e divieti. Il muro divisorio tra i due stati, che diventa sempre più grande lungo le strade e attraverso i numerosi graffiti racconta la sofferenza di questa gente, è una delle prime cose che il visitatore vede entrando a Betlemme. “Vivere qui non è facile – racconta Vincenzo Bellomo responsabile dei progetti sociali dell'Associazione pro Terra Sancta a Betlemme – quello che si sente maggiormente è la mancanza di speranza soprattutto nelle giovani generazioni che non vedendo nessuna prospettiva per il futuro decidono di emigrare in altri paesi. C’è bisogno urgentemente di un processo di pace tra questi due popoli, solo così si potrà guardare al domani con fiducia”.  E Vincenzo insieme alle suore della Società Antoniana gestisce il centro anziani nel quale sono accolte donne sole e disabili, che vengono accudite ogni giorno con amore dalle suore e dai tanti volontari che arrivano anche dall’Italia.  “Lo Stato Palestinese – continua Bellomo – non ha il Welfare. Questo vuol dire che tutte queste persone, se non ci fossero questi aiuti, rimarrebbero abbandonate a se stesse. Noi cerchiamo di dare loro non solo un pasto caldo e delle cure, e soprattutto di non farle sentire sole, ma amate e accolte”. 

Ascolta l'intervista a Vincenzo Bellomo
Intervista a Vincenzo Bellomo

Il Mosaic Center di Gerico

Lasciando Betlemme, in prossimità del fiume Giordano si passa nell’antica città di Gerico, situata nella depressione del Mar Morto, a -240 metri sul livello del mare.  In questo luogo dal 2000 per intuizione dell’archeologo fra Michele Piccirillo, è stato fondato il Mosaic Center, che in collaborazione con l’associazione Pro Terra Sancta ha come obiettivo il salvare e restaurare opere d’arte palestinesi e non solo. Oggi in questo centro lavorano circa venti persone, che producono mosaici esportati in tutto il mondo. “Restaurare e creare queste opere – spiega Osama Hamdan direttore del Mosaic Center – vuol dire non solo prendersi cura dei beni della nostra storia, ma favorire anche nuovi posti di lavoro. E io penso che quella dello sviluppo sia oggi l’unica strada che ci porta verso la pace”.

Intervista ad Osama Hamdan - Mosaic Center

L’ emozione dell’arrivo nella Città Santa

Ultima tappa del viaggio in Terra Santa è Gerusalemme. Lì, dopo aver attraversato Palestina e Galilea, si arriva per ripercorrere accanto a Gesù le sue ultime ore di vita terrena, quelle che lo hanno portato alla morte in croce per la salvezza degli uomini. E grande è l’emozione dei pellegrini all’ arrivo al Santo Sepolcro. “E' la terza volta che faccio questo viaggio – racconta Vincenzo Caruso, giovane siciliano – e ogni partenza è un’esperienza differente. Con me ci sono state anche persone di fede differente dalla nostra o non credenti e tutti mi hanno detto che questa Terra ha lasciato in loro un segno forte, che ti accompagna anche nel rientro a casa, dove si torna stanchi ma con il cuore pieno di gioia!” E la lettura del Vangelo viene fatta con uno sguardo nuovo. “La memoria di quei luoghi che uno vive anche fisicamente – continua Vincenzo – torna alla mente ogni volta che si partecipa ai Sacramenti. Io credo che tutti debbano fare almeno una volta nella vita questa esperienza, perché qui ci sono le nostre radici e la nostra fede in un Dio pieno di Misericordia”.

I suoni della preghiera in Terra Santa

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Immagini dalla Terra Santa
23 agosto 2018, 13:08