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La nave MV lifeline a Malta con i migranti La nave MV lifeline a Malta con i migranti 

Chiese europee preoccupate per il respingimento dei migranti

A Cipro, dal 29 giugno al 2 luglio, il 46.mo vertice dei segretari generali delle Conferenze episcopali europee. Incontro, accoglienza migranti, pace e giustizia saranno i temi al centro dei lavori

Federico Piana - Città del Vaticano

Il braccio di ferro europeo sui migranti e le liti furibonde a Bruxelles tra ministri e capi di governo, pronti a fare a gara per respingere navi cariche di disperata umanità, preoccupano molto le chiese d’Europa. Prova ne è il fatto che nel 46esimo vertice dei segretari generali delle conferenze episcopali, a Cipro dal 29 giugno al 2 luglio prossimi, il tema dominante sarà quello dell’incontro. Una domanda su tutte, caratterizzerà l’andamento dei lavori: come portare oggi all’Europa ‘il messaggio e l’esperienza di salvezza offerti da Gesù, specialmente laddove permane divisione e conflitto‘. Un compito certamente non facile.

Inumano il comportamento verso i migranti

Mons. Youssef Soueif, arcivescovo maronita di Cipro, a Nicosia farà gli onori di casa e sarà lui ad aprire la serie di interventi e discussioni che avranno la bussola rivolta soprattutto verso quattro punti cardinali: promuovere il dialogo, riscoprire i bisogni di spiritualità di un continente inaridito, rilanciare la carità, mettere il turbo ad iniziative per la pace e la giustizia. “Ciò che sta accadendo sul fronte migratorio in Europa –tuona mons. Souif- è qualcosa di inumano, va contro la natura umana. Si oppone al Vangelo, al messaggio di Gesù Cristo. Lui è venuto per abbracciare tutta l’umanità, non per respingere”.

L’Europa ha un deficit di ‘cuore’

Alla domanda se l’Europa soffra di un deficit di accoglienza, mons. Soueif risponde rilanciando: “Sì, ma potremmo definirlo correttamente anche deficit del cuore. Occorre salvare tutte le persone che navigano nel mare diventato una tomba: questo chiede la cultura dell’incontro, purtroppo assente nell’Europa di oggi.” Compito della Chiesa europea sarà, allora, ricordare a tutti come i geni della stessa Europa siano impregnati di forti elementi di diversità che non ne hanno impedito la crescita, lo sviluppo, la ricchezza. E allora, si chiede mons. Soueif, perché mai “rifiutare, isolare, combattere chi ai nostri occhi è diverso? Queste persone potrebbero essere integrate e sostenute a vantaggio di tutti. Come ha ricordato Papa Francesco, accogliere, accompagnare, condividere fanno parte del piano della Chiesa universale”. E dovrebbero provare ad essere prese in considerazione anche dalla politica.

Ascolta l'intervista a mons. Soueif

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28 giugno 2018, 13:07