La lectio magistralis di Bartolomeo I all'Antonianum La lectio magistralis di Bartolomeo I all'Antonianum

Dottorato a Bartolomeo I. Parolin: curare la terra unisce oltre ogni differenza

Il titolo conferito al Patriarca ortodosso ecumenico dalla Pontificia Università Antonianum durante l’inaugurazione dell’anno accademico. Nel suo intervento il cardinale Parolin ha affermato che sulla cura del Creato "il magistero di Francesco non poteva trovare migliore e più sicuro riferimento in Bartolomeo I, impegnato sul tema fin dalla metà degli anni ’90"

Roberta Barbi – Città del Vaticano

All’indomani dell’incontro in piazza del Campidoglio a Roma tra i leader religiosi mondiali sulla pace cui ha partecipato assieme al Papa, una nuova occasione ecumenica di festa e condivisione: il conferimento del Dottorato honoris causa in Filosofia al Patriarca ecumenico Bartolomeo I. A precedere la cerimonia di consegna, la Laudatio tenuta dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin che del capo della Chiesa di Costantinopoli sottolinea “la sintonia con il magistero petrino che dimostra l’unione ecumenica tra le Chiese di Oriente e Occidente”.

Cura del Creato, una visione condivisa

L’impegno di lungo corso del Patriarca ecumenico di Costantinopoli nella cura del Creato è stato fonte d’ispirazione per Papa Francesco che lo cita direttamente nella sua Enciclica Laudato si’. A ricordare questo aspetto nella sua Laudatio è il segretario di Stato, che ripercorre le tappe della “sintonia” tra i due, dalla firma in Terra Santa nel 2014 di un accorato appello per l’unità dei cristiani e per la custodia del Creato, fino alla lettera in occasione della Giornata mondiale del Creato firmata dal Papa il 7 agosto 2015. Infine – ma non per ultima – la preghiera ecumenica del primo settembre di ogni anno. “Il magistero di Francesco non poteva trovare migliore e più sicuro riferimento in Bartolomeo I, impegnato sul tema fin dalla metà degli anni ’90”, ha continuato il porporato evidenziando come anche Francesco con la Laudato si’ abbia ispirato alcuni scritti del Patriarca che individuano una “stretta connessione tra economia ed ecologia, che entrambe vengono dalla radice comune ‘oikos’, cioè ‘casa’”.

Nelle sue opere, dunque, si fa evidente come la Cura del Creato sia una questione ecumenica: “Al di là delle differenze dottrinali e delle divergenze religiose, la Terra ci unisce in maniera unica e straordinaria perché la condividiamo come condividiamo l’aria che respiriamo. Da qui scaturisce la speciale responsabilità dell’uomo per la cura del Creato – ha proseguito il cardinale Parolin - proteggere la creazione anche in espressione umana, animale e naturale, come dice la dottrina delle energie divine nella teologia orientale: Dio con le sue energie pervade l’interna creazione perciò c’è qualcosa di sacro in ogni essere”. Il porporato ha poi rievocato la metafora del libro natura, presente nella tradizione ebraico-cristiana. “Essa – ha detto – rimanda al presupposto che di questo libro ci sia un autore, un messaggio, ma anche un destinatario di questo messaggio e rimanda alla sacralità della natura e del suo uditore e custode che è l’uomo. Il privilegio di essere il destinatario del libro della natura impone all’uomo doveri di responsabilità, verso essa e verso il proprio prossimo”.

Bartolomeo I: le religioni creino ponti per le nuove sfide del pianeta

La gioia per momenti forti come questo “permettono di riconoscerci pur nelle nostre differenze e allontanano i fondamentalismi”. Con queste parole dense di ecumenismo il Patriarca ha esordito la sua lectio magistralis con la quale ha ricevuto il Dottorato honoris causa in Filosofia. Un discorso, il suo, che ha ripercorso le tappe dell’impegno della Chiesa di Costantinopoli nei confronti della cura del Creato e che risale fino agli anni ’80, quando già si avvertiva l’esigenza di “lasciare un mondo migliore ai nostri figli”. “Prendersi cura delle risorse umane è una questione di veridicità verso Dio, perciò viene condannato l’abuso ambientale come un peccato – ha spiegato Bartolomeo I - prendersi cura dell’ambiente non è solo una questione politica o economica, ma prima di tutto una questione religiosa ed etica: tutti abbiamo la responsabilità di considerare il modo in cui abitiamo il mondo, non isolati e indifferenti a ciò che ci circonda perché siamo esseri sociali creati per l’incontro personale e saremo giudicati come persone, società e nazioni. È inconcepibile preoccuparsi dell’uomo e distruggere la sua Casa e viceversa: la protezione dell’ambiente naturale e la reale cura del prossimo sono due facce della stessa medaglia”.

Il saluto degli altri cardinali della Santa Sede   

Prima di ricevere il riconoscimento dalle mani di fra’ Michael Anthony Perry, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori e Gran Cancelliere della Pontificia Università Antonianum, all’indirizzo di Bartolomeo I sono stati rivolti i saluti anche degli altri cardinali presenti in rappresentanza della Santa Sede. In particolare il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità tra i cristiani, ha sottolineato come le chiese di Roma e di Costantinopoli siano “Chiese sorelle” e ha ricordato come la sintonia tra il Patriarca e il Papa si sia evidenziata già alla Messa di inizio Pontificato di Francesco alla quale Bartolomeo I volle essere presente. Il cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale, invece, ha voluto ricordare come nella spiritualità ortodossa ogni male abbia una causa spirituale e ogni crisi abbia origine nel peccato: “Se l’essere umano ritrova la sua primigenia vocazione di custode del giardino, la crisi si risolve”, ha concluso.

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21 ottobre 2020, 13:57