Visita di Natale del Card. Parolin in Iraq Visita di Natale del Card. Parolin in Iraq

Iraq, visita card. Parolin: chiamati a illuminare le oscurità della paura

Il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, in visita in Iraq fino al 28 dicembre, ha portato il saluto del Papa e preso parte alle celebrazioni per il Natale, ricordando il messaggio di speranza e di pace del Vangelo

Eugenio Murrali - Città del Vaticano

E’ un messaggio di speranza e di affetto per il popolo iracheno quello che sta portando in questi giorni il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, arrivato ieri in Iraq. Il porporato, in occasione delle celebrazioni per la Solennità del Natale, sta incontrando rappresentanti delle chiese d'Oriente ed esponenti del governo. Ieri il cardinale ha incontrato il primo ministro Adil Abud Mahdi nel Palazzo presidenziale. La sera ha prima visitato la chiesa siro-cattolica di Nostra Signora della Salvezza, dove ha assistito anche al rito dell'accensione del fuoco, si è poi recato nella cattedrale caldea di San Giuseppe a Baghdad, per concelebrare la Santa Messa della Notte di Natale insieme al cardinale Louis Raphael Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei. Oggi le celebrazioni per la Solennità del Natale si sono concluse con la Santa Messa nella cattedrale cattolica di Baghdad. 

Messaggio di Natale per l’Iraq

“Come individui e come comunità, cristiani e musulmani siamo chiamati a illuminare le oscurità della paura e del non-senso, dell'irresponsabilità e dell'odio con parole e atti di luce, gettando a piene mani semi di pace, di verità, di giustizia, di libertà e di amore”. Così si è espresso, ieri, il porporato, nel Messaggio di Natale per l'Iraq pronunciato nel Palazzo presidenziale nel corso dell'incontro col Primo Ministro Adil Abdul Mahdi e gli esponenti del governo. Nel Messaggio, con cui ha portato anche il saluto e l’affetto del Papa “all’amato popolo iracheno”, il cardinale Parolin ha, inoltre, sottolineato l’importanza di accettare “le persone con le loro diversità, non utilizzando tali differenze per metterci gli uni contro gli altri, ma scoprendo in esse una possibilità di arricchimento vicendevole".

La celebrazione nella chiesa siro-cattolica   

Ieri, dopo aver assistito alla "bella e significativa celebrazione del fuoco" nella chiesa siro-cattolica di Nostra Signora della Salvezza, si è rivolto ai fedeli, dicendo: "La vostra presenza qui, oggi, è segno della vostra fede, è segno della vostra perseveranza, è segno dell'amore che vince l'odio e il amle.Voi avete accolto il Dio fedele che consola e rafforza il suo popolo e periò siamo ancora qui".

La Messa della Vigilia nella cattedrale caldea

Più tardi, alla Messa della Vigilia di Natale, nella cattedrale caldea di San Giuseppe a Baghdad, il segretario di Stato ha sottolineato l’attualità delle letture bibliche e la loro corrispondenza con il vissuto quotidiano del popolo iracheno e ha osservato che la Notte di Natale è “simile a tante notti insonni del popolo dell'alleanza, a tante notti insonni delle vostre famiglie, che in questi anni hanno attraversato la dura prova della sofferenza; ma, nello stesso tempo, una notte diversa perché l'annuncio diventa realtà, le promesse si compiono”.  Il cardinale Parolin ha ripetuto l’importanza del superamento dell’odio, ricordando che “quanto ci accomuna e ci lega l’uno all’altro è più grande di quanto ci separa". E rivolto alle sorelle e ai fratelli iracheni ha concluso: “Noi vi siamo grati per la testimonianza, che è diventata esempio vivo per tutti i cristiani del mondo. Rimanete saldi nella fede e nell'amore e diventate sempre più costruttori di un mondo di fraternità e di pace, rafforzati dalla luce del Bambino nato per noi e per la nostra salvezza”.

La Messa di Natale nella cattedrale latina di Baghdad

E alla Messa di oggi nella cattedrale latina di Baghdad, in riferimento alla storia della salvezza che continua attraverso il popolo iracheno, il porporato ha detto: "E' una storia segnata sì dalle tribolazioni e dal dolore, ma mai priva della fedeltà e del sostegno di Dio. Siate anche certi che il Santo Padre Francesco vi è vicino, vi porta nel cuore e sempre prega per voi".
 

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25 dicembre 2018, 12:35