#Synod2018, card. Schönborn: chi ha un lavoro guardi ai giovani disoccupati

Il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna: “Guardiamo all’insicurezza che i giovani vivono per il lavoro e l’inquinamento. Serve una vera solidarietà di chi ha un lavoro o una pensione sicura con giovani che vivono nella precarietà. Abbiamo un futuro comune”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“I giovani si aspettano di esser ascoltati nelle loro situazioni di vita, nei loro problemi di lavoro precario, di disoccupazione”, e chiedono anche “segni di solidarietà” da adulti e anziani con un lavoro e una pensione sicuri. Il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna e allievo di Papa Benedetto XVI, è alla guida della diocesi della capitale austriaca da 23 anni, e si è confrontato con speranze e drammi di più generazioni di giovani. (Ascolta l'intervista al cardinal Schönborn)

Ascoltare i giovani nelle situazioni di vita

Lo incontriamo nel corso dei lavori della prima sessione mattutina del Sinodo dei vescovi e ci dice che “i giovani sperano di essere ascoltati nelle loro situazioni di vita, nelle loro speranze. Ma dobbiamo esser anche realistici. Per la stragrande maggioranza dei giovani, cosa succede qui al Sinodo non li tocca veramente… ma questo non deve scoraggiarci, perché noi abbiamo da imparare, con uno sguardo attento ai cambiamenti del mondo dei giovani. Quello che vedo in Austria, è innanzitutto l’insicurezza per il futuro”.

Dicono: in che mondo ci avete messo?

Il cardinal Schönborn racconta l’incontro di qualche giorno fa, a Vienna, con una madre di due ragazze tra i 16 e i 17 anni. “Mi ha detto che le sue figlie hanno veramente paura del futuro. Per l’ambiente, la situazione lavorativa, e dicono ai genitori: in quale mondo ci avete messo? Queste domande le dobbiamo veramente ascoltare. Nel nostro mondo si guarda innanzitutto al benessere della generazione anziana, tante persone con una pensione solida, mentre i giovani vivono spesso con lavori precari, senza contratti fissi. Questa situazione interroga tutti noi, anche me, che sono un anziano”.

Serve solidarietà tra le generazioni

“Il contratto tra le generazioni - ricorda l’arcivescovo di Vienna - è sempre stato un contratto di trasmissione. Adesso c’è il pericolo che quelli che hanno la posizione sicura, un lavoro sicuro, una pensione sicura, si chiudano. E i giovani che vivono in lavori precari, mi immagino che non pochi di loro avranno anche reazioni di rabbia. Dunque segni di solidarietà sono molto urgenti per stare insieme, perché viviamo insieme, abbiamo una terra comune, una Chiesa comune, un futuro comune. Ciò che ci vuole innanzitutto è la solidarietà e il sentire profondo di ciò che vivono i giovani”.

I giovani chiedono accoglienza e interesse

Cosa fare, chiediamo al 73.enne cardinale, perché più giovani si interessino a quello che succede al Sinodo? “Non è tanto una questione di linguaggio. Il problema è la vera attenzione: se si sentono accolti, se sentono un vero interesse. Penso al mio predecessore, il cardinal Konig, che è morto a 99 anni. I giovani lo hanno tanto stimato, perché sempre si è interessato. Chiedeva loro: ‘Come vivi, qual è la tua situazione di vita, di lavoro?’ Questo interesse è vitale, e ne abbiamo bisogno”.

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04 ottobre 2018, 18:13