Il dolore del Papa per il Caucaso e l'Ucraina: pace possibile se tacciono le armi

La terra è insanguinata dalla guerra e tante sono le famiglie che piangono vittime: a questo pensa Francesco al termine della preghiera mariana dell'Angelus. Le sue parole spronano alla preghiera ma anche a un impegno diplomatico, sia per il Caucaso che per la martoriata terra ucraina

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano 

Pace, dialogo e preghiera. Da Piazza San Pietro si leva nuovamente la voce del Papa per il mondo e per "ogni terra insanguinata dalla guerra". Al termine della recita dell'Angelus Francesco volge lo sguardo nuovamente, come già nel recente viaggio compiuto in Kazakhstan, al Caucaso dove nei giorni scorsi un bilancio di 200 morti è stato il prezzo pagato per il nascere di nuovi scontri tra Armenia e Azerbaigian.( Ascolta il servizio con la voce del Papa)

In queste ore dall'Armenia a chiedere il cessate-il-fuoco definitivo è la speaker della Camera Usa Nancy Pelosi, nei giorni scorsi è stata dura la condanna della comunità internazionale e forte la preoccupazione espressa anche dalla Conferenza delle Chiese europee. Oggi le armi tacciono grazie a una tregua concordata con la mediazione russa, ma resta alta la tensione e quindi il dolore del Pontefice che non smette di incoraggiare tutti a sostenere gli sforzi di far tacere le armi:

Sono addolorato per i recenti combattimenti tra l’Azerbaigian e l’Armenia. Esprimo la mia spirituale vicinanza alle famiglie delle vittime, ed esorto le parti a rispettare il cessate-il-fuoco, in vista di un accordo di pace.

 

"Sulle contese prevalgano il confronto pacifico e la concordia” aveva detto Francesco da Nur-Sultan, in Kazakhstan, e oggi in una intervista rilasciata al quotidiano "Il Mattino" di Napoli ribadisce: " Solo il dialogo è la via necessaria e senza ritorno". Quindi da Piazza San Pietro, rivolto al mondo che lo ascolta, ripete:

Non dimentichiamo: la pace è possibile quando tacciono le armi e incomincia il dialogo!

Tra le terre insanguinate dalla follia della guerra, Francesco non dimentica, anche oggi, l'Ucraina, dove in questi giorni è in missione l'Elemosiniere pontificio, il cardinale Konrad Krajewski, prefetto del Dicastero per il Servizio della Carità:

E continuiamo a pregare per il martoriato popolo ucraino e per la pace in ogni terra insanguinata dalla guerra.

Fosse comuni e torture: la realtà della guerra

Minacce e poche speranze di pace purtoppo segnano le notizie di cronaca dal fronte mentre emergono nuove atrocità specie nella regione orientale di Kharkiv, di nuovo in mano ucraina dopo più di sei mesi. Alle fosse comuni riaffiorate si aggiungono per gli investigatori, le prove di torture e esecuzioni sommarie per cui la Repubblica Ceca, presidente di turno dell'Ue, ha chiesto l'istituzione di un tribunale internazionale e la Lituania l’invio di carri armati. Almeno 450 le sepolture sommarie, intraviste dai satelliti Usa. Sul fronte invece l'avanzata dell'esercito di Kiev non si ferma e Mosca - stando all’intelligence britannica - potrebbe non avere riserve sufficienti per resistere alla nuova controffensiva nel Lugansk. La notizia di questa mattina è che quattro medici sono morti in un bombardamento russo durante una evacuazione di un ospedale nella regione di Kharkiv, scenario principale dello scontro di questi giorni.

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18 settembre 2022, 12:35