Webinar biblico internazionale “La lettura ebraica delle Scritture” Webinar biblico internazionale “La lettura ebraica delle Scritture” 

Webinar biblico internazionale “La lettura ebraica delle Scritture”

Nel pomeriggio il primo degli incontri online da Gerusalemme. Al centro l’importanza della tradizione ebraica nell’approccio alla Scrittura. Don Voltaggio: prendere sempre più coscienza del tesoro che abbiamo

Debora Donnini – Città del Vaticano

Gerusalemme, Roma, San Paolo del Brasile. Sono le tre città che ospitano gli altrettanti webinar dedicati ad approfondire le tre principali vie di accesso alla ricchezza della Scrittura: quella percorsa dalla tradizione ebraica, quella percorsa dalla tradizione patristica e quella percorsa dalla tradizione liturgica. In quello odierno, da Gerusalemme, intervengono il Rabbi David Rosen e don Francesco Giosuè Voltaggio, introdotti dal biblista don Giacomo Perego. “Questi webinar aiutano a prendere coscienza che abbiamo fra le mani un tesoro”, spiega nell’intervista don Voltaggio, biblista e rettore del Seminario "Redemptoris Mater" di Galilea, del Patriarcato Latino di Gerusalemme e aperto anche al rito greco-cattolico e maronita.

Ascolta l'intervista a don Francesco Voltaggio:

R. - Il motivo di questi tre webinar è l’Anno dedicato alla Parola di Dio da parte della Famiglia Paolina, che si apre oggi, 26 novembre, memoria liturgica del Beato Giacomo Alberione e quarantanovesimo anniversario della sua morte. Scopo di quest’Anno Biblico è far conoscere la Bibbia ogni parte del mondo, una missione auspicata anche da Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium: “L’evangelizzazione richiede la familiarità con la Parola di Dio e questo esige che le diocesi, le parrocchie e tutte le aggregazioni cattoliche propongano uno studio serio e perseverante della Bibbia, come pure ne promuovano la lettura orante personale e comunitaria”. Questo anno ha come tema “Perché la Parola corra…" (2Ts 3,1). Il Beato Alberione ha voluto mettere al centro della sua missione la preparazione di Bibbie in edizioni pastorali, con commenti per il popolo. Per tali ragioni, da poco più di un mese è uscita per le Edizioni San Paolo La Bibbia. Scrutate le Scritture. "Quest’opera di cui ho avuto l’onore di essere co-direttore (il primo direttore è un biblista paolino, don Giacomo Perego) è corredata da nuove introduzioni, note, una grande quantità di passi paralleli, al fine di aiutare il popolo cristiano a scrutare sempre più in profondità la Parola di Dio, che è lampada ai nostri passi e risponde ai nostri interrogativi esistenziali e quotidiani. Non è casuale la scelta dei tre luoghi del webinar: anzitutto Gerusalemme, da cui è uscita la Parola del Signore, con la partecipazione di un rabbino di fama internazionale; David Rosen, con cui oggi approfondiremo l’importanza della lettura ebraica delle Scritture - tra l’altro la Terra Santa è fondamentale come locus in cui la Parola si è fatta carne, il che include l’importanza dei luoghi santi, delle pietre che ancora ci parlano del passaggio di Dio, come anche delle pietre 'vive' che sono i cristiani arabi di Terra Santa, che ho la grazia di servire da vari anni - ; poi Roma, con la partecipazione di padre Raniero Cantalamessa, che sarà creato cardinale nel Concistoro del 28 novembre prossimo, dove risalteremo l’importanza della lettura patristica della Scrittura; infine San Paolo, in Brasile, per significare che la Parola di Dio è giunta ai popoli più lontani rispetto al luogo in cui è stata donata storicamente, e dove si risalterà la lettura liturgica delle Scritture.

 

Tre vie di accesso alla Scrittura. Quanto è importante la tradizione rabbinica anche per noi cristiani?

R. - Ha un ruolo fondamentale, eppure ancora troppo disconosciuto. Quest’anno ricorrono anche 1600 anni dalla morte di san Girolamo, dottore della Chiesa innamorato della Parola, che è voluto tornare alla veritas hebraica, facendo tra l’altro un’opera enorme di traduzione delle Scritture dall’ebraico al latino. L’esegesi ebraica sostiene e illumina quella cristiana. I documenti magisteriali della Chiesa Cattolica, a più riprese, hanno invitato i fedeli cattolici alla profonda conoscenza delle Scritture e delle tradizioni ebraiche. La tradizione ebraica ha mediato la ricezione dell’Antico Testamento da parte di Gesù, degli apostoli e del primo cristianesimo, per cui la tradizione orale e la liturgia ebraica hanno costituito un ponte tra AT e NT: non si può rinunciare a tale mediazione. Uno dei basilari principi ermeneutici dei rabbini, e poi dei Padri della Chiesa, è l'’'aspetto misterico" del testo biblico, il suo senso spirituale profondo. L’"aldilà del versetto", il senso più profondo di quello ovvio, era per i rabbini un dato indubitabile, così come per i Padri della Chiesa. Secondo i rabbini, si deve anzitutto "scrutare" la Scrittura per interpretarla, il che equivale a trarre fuori dal suo inesauribile tesoro tutte le potenzialità di significato. Vi è quindi un tesoro nascosto e sepolto dietro la lettera, che siamo chiamati a scrutare e che in definitiva è l’Altro "al di là e dentro il versetto", Dio stesso, il suo Lògos, Cristo, lo Spirito Santo che ha ispirato le stesse Scritture.

La tradizione dei Padri e quella liturgica in che modo possono aiutare a capire meglio e a entrare in rapporto con le Scritture?

R. - Già per i rabbini il principio del sola scriptura è inconcepibile. Per la tradizione rabbinica, la Toràh scritta deve essere letta insieme alla Toràh orale, alla tradizione. Ciò vale mutatis mutandis anche per i cattolici, che interpretano la Scrittura alla luce della Tradizione e sotto la guida del Magistero della Chiesa, che include anche l’interpretazione dei Padri della Chiesa: "La sacra Tradizione e la Sacra Scrittura sono tra loro strettamente congiunte e comunicanti. Poiché ambedue scaturiscono dalla stessa divina sorgente, esse formano in certo qual modo una cosa sola e tendono allo stesso fine" (Dei verbum). È quanto mai necessario, nell’odierna esegesi, recuperare l’ermeneutica e la tradizione dei Padri della Chiesa. Tra i Padri e i rabbini vi è indubbiamente una differenza ermeneutica sostanziale, giacché per i primi la chiave di tutte le Scritture è Cristo, l’Agnello che scioglie il libro sigillato. Anche per i Padri, tuttavia, la Scrittura è una fonte inestinguibile, mentre i dettagli in essa presenti costituiscono perle preziose o 'noci', di cui, una volta aperto il guscio, si può gustare il delizioso sapore: "Tutto ciò che leggiamo nei divini libri brilla e rifulge anche nella 'corteccia', ma è più dolce penetrare fino al midollo. Chi vuole mangiare la noce, rompa il guscio!" (Girolamo, Ep 58,9). Gli enigmi, le tensioni non erano considerati dai Padri come problemi da risolvere o errori da correggere, bensì stimoli a una ricerca inesauribile di Dio, il cui contenuto trascendente eccede sempre l’umana comprensione. Infine, per quanto concerne la liturgia, essa è il culmine della teologia e della vita cristiana ed è il locus privilegiato della Parola di Dio: nell’assemblea liturgica la Bibbia prende vita, giacché essa è stata donata per incarnarsi nel popolo credente. Essa non è stata ispirata primariamente per essere studiata - cosa comunque molto importante - ma per essere celebrata e vissuta nella comunità cristiana, affinché la Parola, il Lògos, si faccia carne in ciascuno di noi.

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26 novembre 2020, 12:49